ORCHIDEE IN VIA BURLA
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Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Effettivamente quello dei cigli della strada è un mondo piccolo, su cui è probabilmente eccessivo dispiegare i grandi temi di gestione del mondo naturale da parte dell'uomo. Ma, come nel "Mondo piccolo" di Guareschi, possono anche concentrarsi piccoli-grandi valori. Con poco, senza proclami altisonanti, senza lo stanziamento di un solo centesimo, possiamo offrire uno sbocco prezioso alla Natura: non mi sembra poco, anche perché riguarderebbe l'intero territorio provinciale e più in là, chissà, il buon esempio, con i suoi risultati, potrebbe estendersi. Vale la pena provare. Sul fuoco d'amore, Francesca, hai assolutamente frainteso, io uso il termine con significato solo e rigorosamente positivo, annebbiamenti della mente non sono previsti. Quando si tratta di Natura sono molto diffidente, per istinto difensivo, perché ho visto troppa gente usare male le informazioni, che venivano date. Il fuoco d'amore è il solo atteggiamento che giustifichi il mio concedere fiducia a una persona. Tutti gli amici con cui sono solito scambiare informazioni relative alla Natura, sono afflitti da fuoco d'amore, o forse ne sono beneficiati. Comunque, nel mio metro di valori, era un riconoscimento sincero nei tuoi confronti. Riccardo
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Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Non vedo perché intervenire nel cercare di gestire qualcosa che è in corso, e che può funzionare male o funzionare bene a seconda degli interventi che si fanno, sarebbe fare una campagna "anti-bosco". Anche perché se mi guardo in giro (in montagna, ovviamente, dove i boschi ci sono, non in pianura) io vedo solo boschi che se la passano molto bene (come insieme, perché poi a livello di specie c'è chi se la passa bene e chi se la passa male: dopo il 2013, anche il 2017 è un anno in cui il faggio si è preso la gelata tardiva e i boschi sopra i 1000 metri sono in veste autunnale: il clima cambia e probabilmente il faggio, che è dominante solo da poche migliaia di anni, tornerà a fare lo specialista dei versanti freddi e delle forre lasciando posto a conifere e querce) e si stanno inghiottendo praterie e pascoli alla velocità di metri all'anno. E pensare che questo sia qualcosa di "naturale" perché l'uomo non interviene, è molto antropocentrico (una antropocentrica visione dell'uomo fuori dalla natura), visto che l'uomo è parte integrale degli ecosistemi europei e nordamericani almeno dalla fine dell'ultima glaciazione, con la sua capacità di bruciare, e successivamente tagliare, piantare, arare, allevare etc etc. Togliere l'uomo, il cavallo e la vacca (e tutto il corteggio di migliaia di specie che da questo trio dipende, inclusi artropodi, molluschi, batteri) dall'equazione è questo si voler semplificare ulteriormente la biodiversità della montagna.
Le strade sono un network diffuso a ragnatela, ma filiforme, non occupa aree enormi se paragonate alla superficie delle parti boscate, ma ha l'enorme vantaggio di essere per sua natura interconnesso, e permette quindi lo spostamento rapido, facile, efficiente degli animali e piante che vi vivono. Con la chiusura di radure e pascoli in montagna (invito chiunque ad andare a vedere due hotspot della biodiversità di montagna ben conosciuti come la Nave del Monte Penna e il Prato Grande del M. Nero e vedere come il bosco sta rapidamente invadendo quelli che fino a non molto tempo fa erano pascoli con fioriture spettacolari) una fascia erbosa di qualche metro a margine delle strade può diventare l'unica possibilità di sopravvivenza per genziane ed erebie, per culbianchi ed orchidee e per tantissime altre specie.
E non mi si prendano Germania ed Inghilterra come esempi di "passività" nella protezione della natura. Ci sono intere collane editoriali dedicate alla gestione degli habitat, ed ogni specie di fiore ed animali è perfettamente conosciuto nelle sue esigenze ecologiche e necessità di gestione ambientale per la sua sopravvivenza e welfare. È chiaro che la sopravvivenza degli habitat pascolivi passa principalmente per il recupero della pastorizia e dell'allevamento della vacca (e cavallo) da carne (e del suo ovvio elemento base, il consumo di carne biologica e a km 0, spingere il quale è cosa non affatto facile, oggi), ma credo fermamente che intanto cercare di occuparsi di migliorare la gestione di qualcosa che si sta già facendo, male, sia dare una enorme chance di sopravvivenza a una massa sterminata di specie attualmente in fortissima diminuzione e sulla soglia della scomparsa.
Le strade sono un network diffuso a ragnatela, ma filiforme, non occupa aree enormi se paragonate alla superficie delle parti boscate, ma ha l'enorme vantaggio di essere per sua natura interconnesso, e permette quindi lo spostamento rapido, facile, efficiente degli animali e piante che vi vivono. Con la chiusura di radure e pascoli in montagna (invito chiunque ad andare a vedere due hotspot della biodiversità di montagna ben conosciuti come la Nave del Monte Penna e il Prato Grande del M. Nero e vedere come il bosco sta rapidamente invadendo quelli che fino a non molto tempo fa erano pascoli con fioriture spettacolari) una fascia erbosa di qualche metro a margine delle strade può diventare l'unica possibilità di sopravvivenza per genziane ed erebie, per culbianchi ed orchidee e per tantissime altre specie.
E non mi si prendano Germania ed Inghilterra come esempi di "passività" nella protezione della natura. Ci sono intere collane editoriali dedicate alla gestione degli habitat, ed ogni specie di fiore ed animali è perfettamente conosciuto nelle sue esigenze ecologiche e necessità di gestione ambientale per la sua sopravvivenza e welfare. È chiaro che la sopravvivenza degli habitat pascolivi passa principalmente per il recupero della pastorizia e dell'allevamento della vacca (e cavallo) da carne (e del suo ovvio elemento base, il consumo di carne biologica e a km 0, spingere il quale è cosa non affatto facile, oggi), ma credo fermamente che intanto cercare di occuparsi di migliorare la gestione di qualcosa che si sta già facendo, male, sia dare una enorme chance di sopravvivenza a una massa sterminata di specie attualmente in fortissima diminuzione e sulla soglia della scomparsa.
Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Ciao Guido,
Mi dispiace che non ci stiamo capendo. Da una parte non ho detto che non bisogna intervenire, in altre parliamo chiaramente di contesti diversi (io mi riferisco principalmente alla pianura) e forse in altre non mi sono spiegata bene.
Ho solo “invitato” a non utilizzare termini che potrebbero essere fraintesi dai non addetti ai lavori o da opportunisti "taglialegna", e soprattutto a contestualizzarli perché la situazione tra montagna e pianura è diversa.
Ben consapevole di quello che dici, ho inoltre scritto
"anche noi abbiamo un ruolo nell'ecosistema alla pari di tutti gli altri animali. Cerchiamo solo di non esagerare, gestirci al meglio e non peccare né di ingordigia né di presunzione..."
Perché quando lo facciamo ci ritroviamo nelle condizioni in cui versano ora le aree di pianura dove di certo vacche, maiali e umani sono parte integrante e modellante di un ecosistema completamente degradato.
Inoltre è vero, l’uomo da sempre contribuisce a modellare il territorio però non dimentichiamoci che eravamo molti di meno fino a tempi geologicamente recenti (si parla di 130.000 individui alla fine dell'ultima glaciazione prendendo il tuo riferimento temporale), non usavamo i combustibili fossili, e anche le popolazioni di animali domestici erano ben diverse dalle odierne, e nonostante questo anche in quelle condizioni l’uomo ha compiuto disastri ambientali non indifferenti, basti pensare a quelli descritti da Jared Diamond in Collasso.
Dunque il mio era solo un invito alla cautela sui dettagli comunicativi e alla contestualizzazione dell’implementazione.
Mi dispiace che non ci stiamo capendo. Da una parte non ho detto che non bisogna intervenire, in altre parliamo chiaramente di contesti diversi (io mi riferisco principalmente alla pianura) e forse in altre non mi sono spiegata bene.
Ho solo “invitato” a non utilizzare termini che potrebbero essere fraintesi dai non addetti ai lavori o da opportunisti "taglialegna", e soprattutto a contestualizzarli perché la situazione tra montagna e pianura è diversa.
Ben consapevole di quello che dici, ho inoltre scritto
"anche noi abbiamo un ruolo nell'ecosistema alla pari di tutti gli altri animali. Cerchiamo solo di non esagerare, gestirci al meglio e non peccare né di ingordigia né di presunzione..."
Perché quando lo facciamo ci ritroviamo nelle condizioni in cui versano ora le aree di pianura dove di certo vacche, maiali e umani sono parte integrante e modellante di un ecosistema completamente degradato.
Inoltre è vero, l’uomo da sempre contribuisce a modellare il territorio però non dimentichiamoci che eravamo molti di meno fino a tempi geologicamente recenti (si parla di 130.000 individui alla fine dell'ultima glaciazione prendendo il tuo riferimento temporale), non usavamo i combustibili fossili, e anche le popolazioni di animali domestici erano ben diverse dalle odierne, e nonostante questo anche in quelle condizioni l’uomo ha compiuto disastri ambientali non indifferenti, basti pensare a quelli descritti da Jared Diamond in Collasso.
Dunque il mio era solo un invito alla cautela sui dettagli comunicativi e alla contestualizzazione dell’implementazione.
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Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Mi trovo molto d’accordo con quanto afferma Guido, in montagna stanno scomparendo con grande rapidità ambienti preziosi, le radure prima si trasformano in cespugliato, poi sono fagocitate dal bosco e una bella fetta di biodiversità svanisce. La mancanza di un pascolo sostenibile e non intensivo rappresenta purtroppo un danno molto grave per il nostro territorio. Ma veniamo ad altro: sono quattro giorni che mi trattengo dal scrivere sul Taccuino, per evitare di dire cose sconvenienti. Ne avevamo parlato negli anni scorsi anche su queste pagine, Ophrys tetraloniae, decisamente rara in Italia, si è dimostrata invece molto diffusa nella nostra provincia, tanto che probabilmente abbiamo oramai più stazioni scoperte sul nostro territorio, che in tutto il resto del Paese. Ebbene il posto con la concentrazione massima di questa bella specie di Orchidaceae è sicuramente la Val Noveglia, e almeno il 60% di queste stazioni si trova sul bordo della strada. Avrete già capito cosa è successo, negli scorsi anni ancora ai primi di luglio il bordi della strada erano perfettamente naturali e rispettati. Quest’anno invece, sabato scorso, mi telefona Luciano Bongiorni un po’ agitato: era andato a visitare questo sacrario delle Orchidee, ma il ciglio della strada, da Bardi fino al paese di Lama, era stato rasato a zero. E probabilmente nei giorni successivi saranno andati avanti verso il Passo. In un colpo sono riusciti a distruggere una bella percentuale delle stazioni italiane di O. tetraloniae: proprio dal paese di Lama vi erano letteralmente 200 metri di bordo stradale rivestito da queste Orchidee, anche con lusus a doppio labello, davvero di tutto. Erano venuti appassionati da tutta Italia a vedere questo spettacolo. Tra l’altro, parlando con una Signora, che ci osservava fotografare, avevo saputo che erano stazioni datate, a lei erano state mostrate da sua madre tanti anni prima, quando era bambina. Oltretutto si trattava di bordi strada dove la vegetazione era tutt’altro che invasiva, altrimenti per certo le Ophrys non vi sarebbero cresciute. Più in basso, verso Bardi, vi erano anche parecchie altre Orchidee e, dentro al canale, una bella stazione di Epipactis palustris: penso sia andato tutto distrutto. Sopra Lama vi è sul ciglio la Barlia più in altitudine della nostra Provincia, ormai sarà ricordo anche lei. Quella dei cigli stradali stile prato inglese sta diventando un’ossessione, fanno oggi cose che non venivano fatte solo poco tempo fa. I tempi per cambiare indirizzo sono stretti: abbiamo a proposito dati abbondanti, se si impedisce a una stazione di Orchidaceae di andare in seme, nel giro di 3-4 anni scompare tutto, sono perse. Per me è ancora più amaro che sia avvenuto nel Comune di Bardi, perché ricordo che proprio lì, penso quindici anni fa, una scuola aveva promosso un’attività encomiabile, i ragazzi erano stati accompagnati in Natura a riconoscere le Orchidee spontanee. E ne avevano classificato un numero magari un tantino eccessivo, ma si sa che l’entusiasmo è un gran bene nei giovani! Bah, se ripenso al bordo strada tra Bardi e il Passo S.Donna, che tanta meraviglia aveva suscitato in noi alcuni anni fa, mi viene un magone che non vi dico.
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Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Cari affezionati taccuinisti,
mi pare che l'argomento sia stato abbondantemente sviscerato e che la faccenda stia a cuore davvero a tanti.
Quanti amministratori dei Comuni della Provincia pensate leggano il Taccuino? Sindaci, assessori, consiglieri, tecnici comunali: chi c'è batta un colpo.
Se nessun colpo risuona bisogna che siamo noi a segnalare il problema. Una lettera aperta ai sindaci, un comunicato stampa, un articolo con foto sulla Gazzetta...
Lo si fa per tante cose, perché non per questo? Sono sicura che molti di voi hanno le idee, il materiale e i mezzi adeguati.
Se no è inutile continuare a riempire le pagine del blog, che leggiamo solo noi a cui le cose stanno a cuore, indipendentemente dalle costruttive discussioni sui dettagli.
Non ditemi: va bene, fallo tu! Ho chiesto un anno sabbatico al WWF...
Però se si fa la classica escursione annuale del Taccuino lungo i fossi della Val Noveglia ci vengo... e invitate qualche giornalista!
Un caro saluto,
Daniela
mi pare che l'argomento sia stato abbondantemente sviscerato e che la faccenda stia a cuore davvero a tanti.
Quanti amministratori dei Comuni della Provincia pensate leggano il Taccuino? Sindaci, assessori, consiglieri, tecnici comunali: chi c'è batta un colpo.
Se nessun colpo risuona bisogna che siamo noi a segnalare il problema. Una lettera aperta ai sindaci, un comunicato stampa, un articolo con foto sulla Gazzetta...
Lo si fa per tante cose, perché non per questo? Sono sicura che molti di voi hanno le idee, il materiale e i mezzi adeguati.
Se no è inutile continuare a riempire le pagine del blog, che leggiamo solo noi a cui le cose stanno a cuore, indipendentemente dalle costruttive discussioni sui dettagli.
Non ditemi: va bene, fallo tu! Ho chiesto un anno sabbatico al WWF...
Però se si fa la classica escursione annuale del Taccuino lungo i fossi della Val Noveglia ci vengo... e invitate qualche giornalista!
Un caro saluto,
Daniela
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Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Daniela hai perfettamente ragione, altrimenti diventiamo un coro di prefiche. Però un'eventuale uscita del Taccuino no, non su un prato all'inglese ! Ciao Riccardo
Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
Concordo, bando alle ciance. Non si potrebbe iniziare inviando una segnalazione all'assessorato di competenza (lavori pubblici?), dell'ambiente e al sindaco del Comune di Bardi, formalizzando quanto descritto da Riccardo magari corredato di foto esplicative?
Probabilmente li conoscete meglio di me che sono andata a cercarli sul web:
http://www.comune.bardi.pr.it/c034002/z ... tegoria/77
Se non rispondono si può fare seguito con una sollecitazione telefonica o chiedere un incontro.
Inviate voi o se mi mandate il testo e le foto posso provare io.
Se avete idee migliori per cominciare ben vengano.
Saluti
Probabilmente li conoscete meglio di me che sono andata a cercarli sul web:
http://www.comune.bardi.pr.it/c034002/z ... tegoria/77
Se non rispondono si può fare seguito con una sollecitazione telefonica o chiedere un incontro.
Inviate voi o se mi mandate il testo e le foto posso provare io.
Se avete idee migliori per cominciare ben vengano.
Saluti
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Re: ORCHIDEE IN VIA BURLA
riccardo de vivo ha scritto:Per me è ancora più amaro che sia avvenuto nel Comune di Bardi, perché ricordo che proprio lì, penso quindici anni fa, una scuola aveva promosso un’attività encomiabile, i ragazzi erano stati accompagnati in Natura a riconoscere le Orchidee spontanee. E ne avevano classificato un numero magari un tantino eccessivo, ma si sa che l’entusiasmo è un gran bene nei giovani! Bah, se ripenso al bordo strada tra Bardi e il Passo S.Donna, che tanta meraviglia aveva suscitato in noi alcuni anni fa, mi viene un magone che non vi dico.
A me sembra che il comune di Bardi in passato avesse fatto ben di più, se non ricordo male c'era un progetto sviluppato con Carlo Mazzera con l'utilizzo della georeferenziazione per catalogare le stazioni di orchidee e "metterle a disposizione" dei turisti. Ricordo un logo costituito da una @ incastrata nel fiore di una Plathanthera, anche se non ricordo più il nome...
Questo per dire che il comune di Bardi dovrebbe avere ben nota l'importanza delle stazioni di orchidee nel suo territorio, e dovrebbe essere sensibile alla sua tutela...
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