Su Valgotrabaganza.it

Luigi Ghillani
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Re: Su Valgotrabaganza.it

Messaggioda Luigi Ghillani » lun 24 feb 2014, 18:17

g.gerra ha scritto:E la soglia di tolleranza del numero di esseri umani chi la decide? Qualcuno crede l'essere umano sia superiore agli altri esseri viventi e quindi di poter decidere quanti lupi devono vivere e quanti morire? :evil: :evil:
Giuliano


Spero almeno che tu sia vegetariano! Altrimenti casca l'asino! Anzi il vitello, il maiale...
Luigi

enrico bocchi
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Re: Su Valgotrabaganza.it

Messaggioda enrico bocchi » lun 24 feb 2014, 19:10

Emanuele Fior ha scritto:Vorrei aggiungere un tassello alla discussione, riprendendo lo spunto di Anguis.
Se per gli ungulati è relativamente semplice calcolare la capacità agroforestale (cioè la massima densità di animali oltre la quale vengono arrecati danni consistenti alle colture e/o alla rinnovazione forestale) ed è molto complicato limitarne l'impatto in altro modo se non con lo sparo, per il lupo la faccenda è molto diversa. Innanzitutto i danni al patrimonio zootecnico sono (sarebbero) del tutto evitabili, se solo si facesse ricorso ai numerosi mezzi di dissuasione disponibili (recinzioni adeguate, cani da pastore, ecc.), ma soprattutto è pur sempre un alleato per contingentare il numero di ungulati.
Quindi? Come la mettiamo? Ad oggi non esiste alcuna motivazione scientifica per affermare che esistano o potrebbero esistere troppi lupi. Forse per accontentare qualche fucile...ma questo è un altro discorso.


Eh già come la mettiamo? Se si continua a fare il contrario di ciò che sarebbe indicato fare, per la specie lupo si mette male, in quanto semplicemente non la lasciano esistere: non potremo mai appurare se il lupo è veramente efficace nel contenere il numero degli ungulati, almeno non fino a quando allevatori, cacciatori e compagnia bella continueranno ad intromettersi con la solita impertinenza; di sicuro c'è solo che i cacciatori non sono in grado di gestire le popolazioni degli ungulati che con tanta passione e spregiudicatezza hanno voluto introdurre nel territorio, e che i pastori (maremmani , piemontesi , abruzzesi o veneti che siano) ancora non hanno capito che la responsabilità del loro bestiame spetta solo a loro, e che il territorio non può essere a loro esclusiva disposizione.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com


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