Io credo che proseguire il dibattito sul forum però non sia sbagliato, lo possono seguire in tanti ed intervenire, con i tempi ad ognuno confacenti, molto meglio che con le gambe sotto ad un tavolo, credo.
Ho usato il paragone con i bambini che fanno i canali tra le pozzanghere non a caso, e la provocazione non era rivolta a te in particolare. Che "a volte" ci sia necessità di intervenire nei fiumi è sacrosanto; che "a volte" (tante volte) lo si faccia per dare della ghiaia da cavare è un sospetto, ma da quel che sento qua e là, forse fondato. Ma io non discuto tanto della pianificazione di queste opere, quanto della realizzazione, non tanto dell'ingegnere o del biologo che ci studiano sopra, quanto del ruspista che poi le attua. E che come il bambino che mentre gioca vede che un canaletto può essere più bello dell'altro, all'impronta svaria dai disegni e ci mette del suo.
Non è direttamente in alveo, ma comunque nell'ambito del Taro un caso eclatante: quando a Borgotaro si è realizzata l'area industriale, la conoide del Tarodine è stata raspata completamente, dal piede della collina fino all'acqua fluente, asportando ogni traccia di vegetazione. Poi si è costruito un argine a 30 metri dal fiume. Da allora, circa 20 anni sono passati, l'area compresa tra acqua fluente ed argine non è stata più toccata, la vegetazione ha ricolonizzato l'area, non si capisce nemmeno che quella vegetazione li non c'è "da sempre". Peccato però che l'unica popolazione di Colutea arborea dell'alta valle e un numero elevato come individui e specie di orchidee a distanza di quattro lustri non ci siano ritornate.
Circa un terzo del raspamento originario era stato completamente inutile, non era previsto nei progetti, ha eliminato inutilmente, perchè nessuna costruzione ci è stata fatta e nemmeno era prevista, specie rare e protette, e perchè? Per adulti che con le ruspe ci giocano come bambini in una pozzanghera.
Lo stesso vale per innumerevoli scogliere costruite a protezione del nulla, estrazioni di ghiaia che ovviamente aumentano la velocità di erosione del fiume (mai visto, ne sentito parlare, di ripascitura dei letti, che sarebbe forse più indicata dei continui prelievi, eppure basta guardare i piloni del ponte di S. Rocco a Borgotaro per evidenziarne l'indispensabilità), per non parlare dei tubi di cemento dei guadi abbandonati nei letti dopo le piene, delle briglie a raso degli anni 90 che funzionavano perfettamente e in cui si è dato incomprensibili permessi a scavare, devastandole, pochi anni dopo...
...potrei scrivere per pagine...
