In questi giorni mi sono trovato spesso al cospetto di annosi peri e meli di antiche varietà autoctone sperduti qua e là nella nostra montagna e spesso dimenticati e in balia di se stessi; in balia mica tanto perchè nonostante nessuno più li coltivi, loro continuano a produrre grandi quantità di ottima frutta, esente da problemi fitosanitari ed appetita anche dalla fauna selvatica.
Considerato che spesso non sono stato in grado di dare il giusto nome alle varietà che ho incontrato, e che al forum già partecipa almeno un esperto in materia di frutti antichi, chiedo se vi sembra opportuno concedere spazio anche all'argomento biodiversità agraria sul Taccuino.
Io stesso credo che la biodiversità agraria sia una biodiversità artificiosa e non paragonabile alla Biodiversità Naturale; vedo anche però che attualmente suscita molto interesse il ritorno all'alimentazione naturale attraverso un ritorno ad uno sviluppo rurale sostenibile e molti hanno domande da porre su questi temi.
Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
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Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
Re: Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
Nel 20° secolo si è assistito ad un grande cambiamento nelle nostre campagne.
Un tempo proliferavano innumerevoli varietà di frutti(mele,pere,albicocche,susine,pesche,ciliegie,fichi,ecc.) che col passare degli anni si sono ridotte di numero in modo considerevole.
Un esempio è la mela: da decine di varietà commercializzate si è arrivati a 3 o 4 varietà di cui la più significativa è la Golden.
Il pubblico che acquista frutti al supermercato li vuole tutti uguali,perfetti,senza un segno.
Ma questo implica numerosi trattamenti con pesticidi e con relativi residui nei frutti.
Invece i frutti dei nostri nonni esigevano pochi o niente trattamenti chimici ed essendo numerose le varietà,erano molteplici anche i sapori.
Con l’abbandono delle campagne da parte dei contadini queste varietà antiche sono state lasciate al loro destino che è quello di morire di vecchiaia, sommerse dalla vegetazione dei rovi e vitalbe.
In questo modo una parte della biodiversità globale sarà perduta e con questa anche i modi di utilizzare questi frutti da parte dei nostri vecchi.
Quindi è urgente interrompere questa continua perdita di varietà antiche,catalogandole,riproducendole e valorizzandole di nuovo.
Per fare questo bisogna farle conoscere soprattutto alle scuole,i cui alunni dopo aver studiato e assaggiato i sapori di questi frutti saranno gli uomini che un domani potranno interrompere questo stillicidio di biodiversità.
La Provincia di Parma ( con la collaborazione dell'istituto agrario Bocchialini,l'az. sperimentale Stuart e soprattutto con la nascita del gruppo provinciale degli agricoltori custodi) porta avanti con interesse questo discorso.
Per quanto riguarda l'introduzione nel taccuino penso sia una cosa molto utile e che dovrebbe essere apprezzata da coloro che amano la natura e la biodiversità.
Allego una foto di qualche frutto antico di una mostra che avevo fatto qualche tempo fa,Antonio Bocchi.
Un tempo proliferavano innumerevoli varietà di frutti(mele,pere,albicocche,susine,pesche,ciliegie,fichi,ecc.) che col passare degli anni si sono ridotte di numero in modo considerevole.
Un esempio è la mela: da decine di varietà commercializzate si è arrivati a 3 o 4 varietà di cui la più significativa è la Golden.
Il pubblico che acquista frutti al supermercato li vuole tutti uguali,perfetti,senza un segno.
Ma questo implica numerosi trattamenti con pesticidi e con relativi residui nei frutti.
Invece i frutti dei nostri nonni esigevano pochi o niente trattamenti chimici ed essendo numerose le varietà,erano molteplici anche i sapori.
Con l’abbandono delle campagne da parte dei contadini queste varietà antiche sono state lasciate al loro destino che è quello di morire di vecchiaia, sommerse dalla vegetazione dei rovi e vitalbe.
In questo modo una parte della biodiversità globale sarà perduta e con questa anche i modi di utilizzare questi frutti da parte dei nostri vecchi.
Quindi è urgente interrompere questa continua perdita di varietà antiche,catalogandole,riproducendole e valorizzandole di nuovo.
Per fare questo bisogna farle conoscere soprattutto alle scuole,i cui alunni dopo aver studiato e assaggiato i sapori di questi frutti saranno gli uomini che un domani potranno interrompere questo stillicidio di biodiversità.
La Provincia di Parma ( con la collaborazione dell'istituto agrario Bocchialini,l'az. sperimentale Stuart e soprattutto con la nascita del gruppo provinciale degli agricoltori custodi) porta avanti con interesse questo discorso.
Per quanto riguarda l'introduzione nel taccuino penso sia una cosa molto utile e che dovrebbe essere apprezzata da coloro che amano la natura e la biodiversità.
Allego una foto di qualche frutto antico di una mostra che avevo fatto qualche tempo fa,Antonio Bocchi.
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Re: Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
Sottoscrivo totalmente. La salvaguardia di tutte le varietà antiche di frutta e verdura (a maggior ragione se coltivate col metodo biologico) è una cosa di grande importanza sia per la biodiversità che per la salute.
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Re: Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
Largo all'agrobiodiversità! Sarebbe però utile sapere se possiamo contare su un moderatore all'altezza dei quesiti che potranno presentarsi in una materia così complessa e poco conosciuta, anche perchè chi scrive di fauna e flora selvatica sul Taccuino ormai si è abituato a risposte ben argomentate e fondate.
Re: Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
Classificare flora e fauna "classiche" è molto più facile che i frutti antichi i quali dipendono da tante variabili,(terreno,portinnesto,andamento stagionale,ecc).
Conosco persone che hanno fatto estrarre il DNA per catalogare una varietà di pera in Trentino,ma senza arrivare a queste costose esagerazioni ci potremmo accontentare del nome dato dai nostri antenati e poi confrontare lo stesso frutto con altre località che lo chiamano in modo diverso.
Faccio un esempio parlando della pera Anguria : nella bassa Parmense la chiamano( Ingurrjen ),nel Tizzanese e Nevianese Angurien con la dieresi sulla U,in Piemonte pera Briaca e in Romagna pera Cocomerina dove nonostante ne abbiano pochi esemplari hanno saputo valorizzarla e fanno addirittura una fiera di cui si è occupata anche la RAI-TV.
Questa pera ovviamente appartiene alla specie Pyrus communis (L.),è di origine ignota ma si hanno notizie del 1684 in Germania e del 1675 in Francia. Anche il famoso pittore Bartolomeo Bimbi ai tempi della corte dei Medici la raffigurò nei suoi dipinti a dimostrazione della presenza anche in Toscana.
Questa pera è in pericolo di estinzione a causa dei pochi e vecchi esemplari coltivati attualmente.
Ne esistono un tipo a maturazione estiva e un altro che matura in ottobre ed ha la polpa molto più rossa.
La pera Anguria è molto profumata e saporita e si presta a molte ricette,il difetto più grave è che una volta raccolta dura poco perchè ammezzisce facilmente. Allego 2 foto non belle perchè il frutto era stato beccato dagli uccelli. Antonio Bocchi
Conosco persone che hanno fatto estrarre il DNA per catalogare una varietà di pera in Trentino,ma senza arrivare a queste costose esagerazioni ci potremmo accontentare del nome dato dai nostri antenati e poi confrontare lo stesso frutto con altre località che lo chiamano in modo diverso.
Faccio un esempio parlando della pera Anguria : nella bassa Parmense la chiamano( Ingurrjen ),nel Tizzanese e Nevianese Angurien con la dieresi sulla U,in Piemonte pera Briaca e in Romagna pera Cocomerina dove nonostante ne abbiano pochi esemplari hanno saputo valorizzarla e fanno addirittura una fiera di cui si è occupata anche la RAI-TV.
Questa pera ovviamente appartiene alla specie Pyrus communis (L.),è di origine ignota ma si hanno notizie del 1684 in Germania e del 1675 in Francia. Anche il famoso pittore Bartolomeo Bimbi ai tempi della corte dei Medici la raffigurò nei suoi dipinti a dimostrazione della presenza anche in Toscana.
Questa pera è in pericolo di estinzione a causa dei pochi e vecchi esemplari coltivati attualmente.
Ne esistono un tipo a maturazione estiva e un altro che matura in ottobre ed ha la polpa molto più rossa.
La pera Anguria è molto profumata e saporita e si presta a molte ricette,il difetto più grave è che una volta raccolta dura poco perchè ammezzisce facilmente. Allego 2 foto non belle perchè il frutto era stato beccato dagli uccelli. Antonio Bocchi
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Re: Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
Antonio, mi hai fatto venir voglia di farmi una pera!
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Re: Antiche varietà fruttifere autoctone sul Taccuino?
Dopo l'ultimo intervento di Antonio Bocchi non ho dubbi: abbiamo la persona adatta per fare da moderatore sulle varietà di frutti autoctoni!
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