Grosso non significa sempre facile da trovare
Inviato: sab 18 giu 2022, 20:43
Avevo scoperto il primo esemplare nel giugno del 2018, poi mai più visti. Quest’anno, sempre a S. Lucia (Medesano) e sempre nella stessa località (300 metri di quota) ho rivisto una femmina adulta di Araneus grossus (il secondo esemplare che vedo in vita mia). Ho faticato ad individuarlo, perché questo ragno era ben mimetizzato sui vecchi capolini secchi di un’ Asteracea (probabilmente Inula spiraeifolia). Però stavolta era presente la tipica tela orbicolare a poca distanza. L’ho toccato appena per fargli cambiare posizione perché era davvero troppo criptico e nelle foto non sarebbe stato riconoscibile. Questa specie è spesso definita come “termoxerofila” dal momento che sembra prediligere ambienti piuttosto caldi e secchi; le principali segnalazioni note sono quasi tutte riferite a prati aridi con arbusti, talvolta anche in ambienti montani. L’areale è ampio e spazia dall’Europa fino all’Asia centrale ma sempre con baricentro sugli stati meridionali. Quindi anche stavolta il cambiamento climatico potrebbe averci messo lo zampino e aver favorito questa comparsa nel parmense. La consolazione è che Araneus grossus rimane comunque una specie rara e sporadica anche negli ambienti idonei (xerici) dove la sua presenza sarebbe probabile. Come suggerisce il nome, si tratta della specie più grande del genere Araneus in Europa. In realtà il più comune Araneus angulatus può raggiungere dimensioni solo di poco inferiori mentre il caratteristico ragno crociato (Araneus diadematus) è spesso il più piccolo dei tre. Araneus grossus è vagamente simile ad Araneus angulatus ma il folium (disegno sul dorso dell’opistosoma che ricorda vagamente la sagoma di un albero di Natale) ha punte molto più aguzze. In A. grossus i tubercoli occupano una posizione più centrale e non sporgono lateralmente come in A. angulatus. In fine, sulla parte anteriore dell’opistosoma è distintivo il cerchio bordato di bianco che spesso si prolunga quasi a formare un 8.