Farfalle sugli argini di Colorno

Antonia
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Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda Antonia » dom 12 ott 2008, 11:00

Qualche settimana fa, passeggiando lungo l’argine fra Colorno e Bezze,
ero stupita di vedere tantissime farfalle e libellule di vari colori e dimensioni
in giro per l’erba alta. Almeno 6 /7 specie diverse di farfalle dei prati aridi.
Purtroppo la favola non ha lieto fine in quanto sono ripassata la settimana scorsa
e la scena era completamente cambiata – l’erba sui lati
dell’argine era stata tagliata a zero e di farfalle neanche l’ombra.
Avrei tre domande in merito-
1) Dove sono andate le farfalle?? è una perdita drastica come sembra oppure le farfalle riescono a
sopravvivere in qualche altro modo?
2) Cosa vuol dire questo tipo di intervento per la biodiversità in generale?
(ho visto che tutti gli argini della zona hanno subìto lo stesso intervento)
3) si può fare qualcosa per contrastare questo intervento?
Grazie.
Antonia H.

Lorenzo Pizzetti
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Iscritto il: mer 11 giu 2008, 14:24

Re: Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda Lorenzo Pizzetti » lun 13 ott 2008, 13:55

Cerco di rispondere alle questione poste:

1) Il fatto che la settimana scorsa non vi erano le farfalle osservate alcune settimane fa è un fatto normalissimo ed indipendente dallo sfalcio degli argini. Infatti quasi tutte le farfalle hanno in genere una vita piuttosto breve (2-3 settimane indicativamente) e, inoltre, da ottobre a marzo (nelle nostre zone) esse effettuano lo svermanento, trascorrendo la cattiva stagione allo stadio di uovo, larva o crisalide a seconda della specie. Solo le vanesse e la cedronella svernano come adulto, ma non si vedono (salvo in qualche giornata particolarmente soleggiata) in quanto nascoste in ripari naturali o in costruzioni umane. Va detto inoltre che lo sfalcio tardivo non è particolarmente dannoso per le farfalle in quanto come già detto esse sono in diapausa.

2) In generale lo sfalcio di per sè non è dannoso per quanto riguarda le farfalle, in certi casi lo è molto di più il rinboschimento di aree una volta prative. Uno sfalcio periodico di aree in cui vi è la tendenza alla proliferazione di rovi può essere anche utile per evitarne la "chiusura". Un altro discorso invece è lo sfalcio meccanizzato su larga scala. Infatti, tagliare l'erba da grosse aree in un tempo breve può essere dannoso, soprattutto in primavera, non tanto per gli adulti delle farfalle, che possono spostarsi in cerca di nuove aree con fiori ecc., ma per gli stadi preimmaginali. Ad esempio le larve non hanno la stessa possibilità di movimento, per cui non sono in grado di trovare altre piante nutrici. Sarebbe utile uno sfalcio a parcelle compiuto a rotazione per dar modo agli insetti di spostarsi per trovare sempre un habitat adatto. Questo comunque avviene in genere nelle aree protette anche italiane e, su scala più vasta in qualche Paese europeo come ad esempio la Svizzera. Questo riguarda soprattutto i prati stabili e non gli argini.

3) Penso che si possa fare ben poco in quanto gli argini sono molto spesso sotto la gestione dell'autorità di bacino per cui gli sfalci possono essere effettuati per motivi di sicurezza, manutenzione strade, ecc. Sarebbe più importante, nella nostra antropizzatissima pianura, mantenere aree incolte da gestire in modo oculato o favorire l'impianto di siepi. Questo però può essere fatto ormai solo in aree protette.

Resto a disposizione per altre domande o chiarimenti
Lorenzo Pizzetti

Massimo e MariaElena
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Re: Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda Massimo e MariaElena » dom 19 ott 2008, 21:20

Ciao Antonia,
oltre a quello che ha detto Lorenzo per le farfalle, aggiungo che anche per le libellule (in questo caso) l'impatto è minimo.
Infatti loro usano le praterie per foraggiare e durante la fase di maturazione: le larve si sviluppano in acqua, quindi risentono poco degli sfalci, in particolare quelli tardivi.
Diverso è per quelli primaverili, specialmente dove questi tagli sono effettuati con regolarità e fin a ridosso dell'acqua o addirittura dentro l'acqua: infatti alcune specie, come Platycnemis pennipes (in inglese chiamata "Blue Featherleg"), una damigella tipica delle acque correnti, risentono di questi sfalci perchè usano gli steli della vegetazione erbacea proprio durante la fase di schiusa.
Un impatto maggiore è dato sicuramente dalle azioni di dragaggio del fondo: queste invece agiscono direttamente sulle larve di un numero ben maggiore di specie!
Interventi di gestione dei nostri canali più mirati e meno invasivi migliorerebbero sicuramente la situazione.
Ciao
Massimo

giannini
Messaggi: 32
Iscritto il: lun 6 ott 2008, 14:20

Re: Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda giannini » lun 20 ott 2008, 14:38

Cara Antonia
dopo quanto detto da Lorenzo Massimo e Marilena vorrei precisarti alcune cose in merito allo sfalcio dei sistemi arginali.
Lavoro all'Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) che ha sostituito il Magistrato per il Po e mi interesso degli aspetti ambientali degli interventi di competenza del mio Ente che oltre che costruire i sistemi di difesa lungo i fiumi (argini, casse d'espansione, difese spondali), deve anche garantirne la manutenzione.
Fra la manutenzione ordinaria rientra in partricolare un attività periodica di sfalcio degli argini. Perchè questa attività deve essere svolta? Perchè queste strutture artificiali sono estremamente delicate e vanno mantenute sotto stretta sorveglianza, Gli addetti alla sicurezza devono costantemente monitorare lo stato di fatto, individuando con rapidità eventuali frane o erosioni degli argini, non per niente sulla sommità arginale è sempre posta e mantenuta efficiente una pista di servizio che consente di percorrere continuamente l'argine.
Lo sfalcio, oltre ad evitare lo sviluppo di vegetazione arborea che potrebbe indebolire con l'apparato radicale la tenuta idraulica dell'argine, serve a mantenerlo costantemente "osservabile". Un ulteriore motivo di giustificazione degli sfalci è la necessità di avere le sponde esterne libere da vegetazione così da consentire la più rapida capacità d'intervento nel caso di formazione di quelli che si chiamano "fontanazzi", cioè fenomeni di sifonamento di un argine che devono essere nel giro di poche ore immediatamente circoscritti e chiusi mediante l'apposizione di muri di sacchi di sabbia. Normalmente l'unico modo rapido per intervenire è la stesura di teloni sulla sponda dell'argine a partire dalla sommità arginale, teloni che consentono di far scivolare ai piedi dell'argine i sacchi scxaricati da camion arrivati in zona tramite la pista di servizio.
La rapidità d'intervento sia nella individuazione di eventuali criticità della struttura arginale sia di fontanazzi, è di enorme importanza perchè la soluzione di questi problemi mette in gioco la vita delle persone e la salvaguardia del territorio. Basta anche una piccola breccia in un argine per generare in breve tmpo fenomeni di innondazione di enormi porzioni di terriorio. In tal senso basti ricordare la rotta dell'argine di Po in provincia di Rovigo nel 1951 che causò, a partire da una breccia di poche decine di metri la sommerione per alcuni mesi della metà della provincia di Rovigo e un elevatissimo numero di morti.
Per questi motivi lo sfalcio degli argini costituisce una delle attività principali dei soggetti destinati alla gestione dei sistemi di difesa arginale.
Al di la di quanto riferito dai nostri amici circa il ridotto impatto degli sfalci arginali sulle popolazioni animali, devo sottolineare che la necessità di tali attività è stata riconosciuta anche dalla normativa di tutela del sistema Rete Natura 2000.
La recente Delibera della Regione Emilia-Romagna che ha definito le norme di salvaguardia delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) proprio riconoscendo la finalità di tutela delle popolazioni consente lo sfalcio erbaceo degli argini senza limitazione alcuna.
Certo ogni azione antropica genera effetti sull'ambiente ma in questo caso ritengo che gli effetti, comunque molto limitati, visto che gli argini occupano superfici irrisorie rispetto alle coltivazioni agricole che li circondano dove lo sfalcio è attività corrente, siano giustificati dall'importanza dela finalità
.
Concordo infine con Lorenzo quando afferma che per le farfalle molto spesso è più dannoso il rimboschimento di aree, precedentemente incolte, ma in questo caso voglio buttare li un piccolo contributo alla discussione (vediamo se anche questo genererà il diluvio di critiche e ragionamenti provocati in altra sede del forum da miei precedenti messaggi)
Oggi il credo che spopola in molti settori che pianificano il territorio è, comunque e sempre, il rimboschimento, in particolare nelle golene del Po.Non escludo che esista la necessità di rimboschire ma non può essere l'unico indirizzo. Grazie a questo modo di pensare si creano "giardini botanici "e "parchi giochi" magari occupando spazi incolti sito di riproduzione dell'albanella reale o delle farfalle. Non si considera il fatto che spesso i rimboschimenti sono costosissimi, in particolare in termini di manutenzione, mentre il mantenimento di condizioni d'incolto sarebbero ottenibili con costi infinitamente minori (basterebe un accordo con i proprietari dei terreni).
Alla fine però vuoi mettere una bella inaugurazione di un progetto di rimboschimento con schiere di politici e tecnici ambientali prezzolati, rispetto a un semplice mantenimento di un incolto che, pur piacendo immensamente ad una farfalla o a una albanella, suvvia non sono poi così belli!!!!!!!
Meditate gente meditate.

Mario

Enrico Ottolini
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Farfalle (e viole) sugli argini

Messaggioda Enrico Ottolini » mer 5 nov 2008, 15:11

Riprendo il discorso sugli argini, per conferamre l'importanza che il mantenimento di questi ecosistemi prativi riveste anche per la biodiversità. Ad esempio, di recente Michele Adorni ha trovato due specie piuttosto rare, proprio su due argini della bassa pianura. Si tratta dell'Euforbia lattaiola (Euphorbia palustris) e della Viola maggiore (Viola elatior). Proprio questi due casi, però, complicano un po' la situazione. Infatti, se vogliamo garantire il mantenimento delle due stazioni, probabilmente sarebbe meglio ritardare lo sfalcio a settembre. Cosa che renderebbe meno sicure, perchè meno ispezionabili, le strutture arginali.
Che fare? Per il momento proporrei di tenere monitorate e non sfalciate le due stazioni. Si tratta di un tratto molto limitato (circa 2 metri!) nel caso della viola e di una fascia ristretta nel caso dell'euforbia. Potrebbe essere un problema se le due specie fossero distribuite su spazi più ampi, ma in quel caso non sarebbero più così rare e quindi si potrebbe adottare un approccio meno conservativo... Che cosa ne pensate?
A Mario (e agli altri che vogliono intervenire) l'ardua sentenza!

giannini
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Iscritto il: lun 6 ott 2008, 14:20

Re: Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda giannini » gio 6 nov 2008, 8:01

Caro Enrico
di fronte ad emergenze come quella indicata credo che sia possibile intervenire direttamente.
Nel caso specifico di quali argini si sta parlando? E' possibile indicare precisamente la posizione delle stazioni così da delimitarle ed escluderle dagli sfalci primaverili?
Se l'argine è di competenza del mio Ente mi impegno a organizzare quanto possibile per risolvere la questione.

Mario

Enrico Ottolini
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Re: Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda Enrico Ottolini » gio 6 nov 2008, 9:41

Ciao, Mario.
Purtroppo in questo caso non è roba dell'AIPO, ma del Consorzio della Bonifica Parmense, trattandosi del canale Milanino (comune di Sissa). Spero comunque che anche con loro si possa trovare un accordo. Tengo buono il tuo impegno per altre eventuali occasioni. Intanto, perchè non pensare, magari per la prossima primavera, a qualche iniziativa (visite guidate, piccolo corso, studio della flora o altro...) dedicata alla conoscenza degli argini e alle loro peculiarità naturalistiche?
Cari saluti.

Enrico

sterpazzo
Messaggi: 26
Iscritto il: mar 24 giu 2008, 19:59

Re: Farfalle sugli argini di Colorno

Messaggioda sterpazzo » dom 9 nov 2008, 18:48

Ciao, sara' banale ma ,che bello sentire finalmente qualcuno che difende gli incolti!!
il fatto poi che la difesa arrivi da un tecnico del pubblico settore e' ancor piu godoso.
Io nel mio piccolo propagando la bellezza e l'importanza di questi ambienti con qualsiasi disgraziato mi capiti a tiro, assessori,parenti,colleghi,vicini e quant'altro ma non c'e' verso,tutti ne hanno una totale repulsione.
Obbiezzioni di ogni tipo mi vengono fatte soprattutto per via di
'parassiti'(?),incendi e serpenti,i tre "mali del mondo".
Chi puo',faccia un po' di educazione ,scuole corsi ecc... !!!!! :D
saluti.


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