Report fauna torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Andrea Zanichelli
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Report fauna torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda Andrea Zanichelli » lun 29 set 2008, 20:31

Ciao a tutti,
ieri escursione in Val Ceno presso Varsi; queste le specie di Pesci osservate nelle limpide acque del torrente (fondo sassoso con presenza di alghe epilitiche, assenti le macrofite):

- Leuciscus cephalus
- Alburnus alburnus alborella (tante)
- Gobio gobio (tanti; ho osservato alcuni individui che si alimentavano delle alghe presenti sui ciottoli e sui rametti sommersi)
- 1 Cobitis taenia bilineata; scusate l'ignoranza, ma non è strana la presenza del Cobite in zone prive di vegetazione acquatica?
- Padogobius martensii (tantissimi!!!)

Inoltre:

- 1 maschio di Sympetrum pedemontanum

Andrea Zanichelli

giannini
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda giannini » mer 8 ott 2008, 8:50

Caro Andrea mi fa piacere notare la presenza di un naturalista che si interessa di pesci, credo che in futuro avremo spesso occasione di scambiare 4 chiacchere.( ti invito a leggere alcune cose che ho inserito nella sezione varie in risposta a una discussione iniziata con un messaggio denominato Re)
Vorrei per ora avere alcuni chiarimenti sul tuo Report sul Ceno.
Sei sicuro che quelle che hai osservato siano proprio alborelle ( non mi risulta che a monte di Fornovo siano mai state segnalate presenze della stessa )non è che siano Pseudorasbore
Qualche dubbio mi viene anche per la presenza abbondante di Gobione ( zona giusta ma abbondanza sicuramente strana)
Mi fa piacere invece la segnalazione di abbondanza di Botoli ma, vista la nota difficoltà ad osservare questa specie mi chiedo con quale metodo ne hai valutato la presenza e la quantità (hai scaravoltato sassi, usato retini,ecc.)
Infine il tuo quesito sulla presenza del cobite in una zona priva di vegetazione; concordo sulla stranezza della presenza in zone prive di vegetazione, ma ti faccio presente che questa e le altre specie di cobite pur prediligendo questi ambienti, nei corsi d'acqua appenninici a carattere torrentizio e quindi spesso con tratti d'alveo privi di vegetazione si adattano a colonizzare zone che però devono avere un fondo composto da ciotoli e sassi di media dimensione ricoperti di alghe e con una buona presenza di macrobentos. Credo che il tratto di Ceno da te indagato possa corrispondere a queste caratteristiche.
Ciao

Mario

guidosardella
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda guidosardella » mer 8 ott 2008, 9:03

Mi intrometto riguardo i botoli (che qui chiamano botti o strie), non vedo perchè si debbano scaravoltare i sassi per vederli. Sicuramente gli adulti stanno ben nascosti (ma si vedono schizzare da una tana all'altra), mentre gli esemplari giovani sono visibilissimi nei tratti ad acqua bassa. Qui in alta val Taro sono comuni ad esempio nel tratto del Tarodine che attraversa il quartiere di San Rocco a Borgotaro, oppure nel Gotra ad Albareto, e anche a quote superiori nella gola di Carniglia.

giannini
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda giannini » mer 8 ott 2008, 9:48

Caro Guido
ho usato il termine gergale parmense "scaravoltare i sassi" solo perchè lo uso per indicare un metodo di valutazione diretta delle specie ittiche bentoniche e di crostacei difficilmente osservabili in acque libere. Pur nella brutalità del termine questo metodo, se ben condotto, non risulta particolarmente invasivo ma risulta invece molto efficace per le rilevazioni quantitative delle specie bentoniche. La mia richiesta comunque mirava solo a capire con quale metodo Andrea aveva svolto le rilevazioni.
Resta il piacere di sapere della presenza abbondante di questa specie, che non versa notoriamente in un buono stato di salute nei nostri corsi d'acqua, ad esempio come tu dici nel Tarodine visto come è messo questo torrente a causa del prelievo d'acqua a scopo idroelettrico di Vadena.

Mario

guidosardella
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda guidosardella » mer 8 ott 2008, 13:43

Si, in effetti il Tarodine negli ultimi anni versa in condizioni pessime, ma il padogobio resta presente e ben visibile, ad esempio nelle pozze sotto la briglia del ponte della stazione, dove l'acqua rimane anche quando il resto del torrente va in secca piena (cosa che però da due anni non si è più ripetuta). Anche il barbo canino si concentra in quel punto.

giannini
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda giannini » mer 8 ott 2008, 18:23

La prossima volta che passo sul ponte di San Rocco sul Tarodine mi fermerò a fare un applauso ai padogobius perchè se riescono a vivere li sono dei veri botoli rambo

Andrea Zanichelli
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda Andrea Zanichelli » mer 8 ott 2008, 21:30

Buonasera Mario, ciao Guido,
grazie per i chiarimenti sulla presenza del Cobite in quel tratto di Ceno; per quanto riguarda l'escursione del 28 settembre scorso:
- confrontando foto di Alborelle e Pseudorasbore, ha perfettamente ragione Mario: si trattava di Pseudorasbore (mea culpa!)
- sul Gobione, nessun dubbio, ne ho catturato uno con il barattolo della marmellata (ovviamente l'ho subito rilasciato) e presentava un paio di barbigli; resta il dubbio sugli altri Ciprinidi osservati: e se erano giovani di Barbo o di Barbo canino?
- l'indagine sui Botoli (o Botti o Strie o Ghiozzi padani) è stata effettuata senza scaravoltare i sassi, ma semplicemente osservando i pesci da riva; ovviamente, gli individui che ho visto erano giovani o giovanissimi

Ciao, Andrea

giannini
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda giannini » ven 10 ott 2008, 9:18

Caro Andrea,
ora che ci penso mi sorgono alcuni dubbi anche sulla classificazione del gobione che tu hai fatto nel report sul Ceno.
Se puoi e vuoi ti chiedo di ripetere l'osservazione prelevando e fotografando gli eventuali esemplari.
Ti consiglio di verificare i seguenti dati morfologici:
- n° barbigli (2 per il gobione- 4 per il barbo canino)
- n° di squame sulla linea laterale (36-44 per il gobione, 44-57 per il barbo canino. In ragione di questa caratteristica morfologica le squame del gobione risultano proporzionalmente più grandi che nel barbo canino)
- n° raggi Pinna anale (7-11 per il gobione, 6 per il barbo canino)
Inoltre l'occhio del gobione è evidentemente molto più grosso in proporzione rispetto a quello del barbo canino.
Come avrai capito il dubbio è tra le due specie.
Tieni presente che l'Atlante dell'Ittiofauna della Provincia di Parma ( a cui non credo molto ma è l'unico strumento di riferimento esistente) non indica come presente, nel tratto di Ceno in questione, il gobione.Anche in letteratura generale viene associato ad ambienti fluviali di basso- medio tratto, con fondo più sabbioso che sassoso.E' invece indicato presente, e sicuramente lo è, il barbo canino.
Ciò non toglie che la tua osservazione possa essere corretta e, nel caso che lo sia, costituirebbe un ottimo dato di aggiornamento delle conoscenze sulla distribuzione della fauna ittica nella nostra provincia.
Ciao e a presto
Mario

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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda guidosardella » sab 11 ott 2008, 17:34

Il gobione ricordo che era stato segnalato presente al ponte di San Rocco a Borgotaro quando era stato vuotato il "lago" (in realtà fondone) per i lavori del sottopasso. Era stato il personale della provincia a catturare con l'elettrostorditore i pesci presenti per trasferirli. Io però in tanti anni di osservazioni dirette col visore o immersioni non l'ho mai visto... in compenso una cosa interessante che mi era stata segnalata (ma non so quanto affidabile) era stata la presenza della Salaria fluviatilis al lago di cava di Pieve di Campi.

Non pesce, ma credo interessante ugualmente, la presenza in quel lago (l'ho fotografata) nel 2001 della Craspedacusta sowerby, la medusa d'acqua dolce. Devo cercare la diapo e poi fare un post, non so quante volta sia stata segnalata nel parmense...

giannini
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Re: Report torrente Ceno presso Varsi 28/09/2008

Messaggioda giannini » mar 14 ott 2008, 13:17

Stranissima la presenza di Salaria fluviatilis in quel di Pieve di campi; se fosse vera spero solo che non ci sia più perchè certamente frutto di immissione diretta, forse in occasione di ripopolamenti del lago, di una specie che pur essendo autoctona nel bacino del Po non è certamente adatta ad ambienti di collina o montagna. Vista la vicinanza del laghetto al Taro non vorrei che da la si trasferisse qui.
Buona natura a tutti

Mario Giannini


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