Allevamento di ungulati allo stato brado.

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enrico bocchi
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Allevamento di ungulati allo stato brado.

Messaggioda enrico bocchi » dom 1 feb 2009, 11:08

Allego una foto scattata a settembre durante un giro con Luigi Ghillani in Val d'Enza; si tratta di un distributore di mais (forse OGM), dislocato su di una ormai ex-fungaia in un cerreto ceduo non recintato di proprietà privata; non è il primo che vedo; chiedo solo se questi metodi sono leciti ed autorizzati.
Saluto tutti, Enrico.

p.s. ero indeciso sul dove collocare questo argomento; se credete spostatelo.
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vilmore
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Re: Allevamento di ungulati allo stato brado.

Messaggioda vilmore » dom 1 feb 2009, 16:17

ne ho visti in Francia, nel parco dei Vosgi, motorizzatai che sparavano mais a lunghe distanze
Villiam

enrico bocchi
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Re: Allevamento di ungulati allo stato brado.

Messaggioda enrico bocchi » lun 2 feb 2009, 8:24

Si tratta di un dispositivo con un timer programmabile per sganciare una determinata quantità di mais ad un orario preciso; in questo modo i cinghiali si abituano di buon grado a rimanere nei paraggi di questo "servizio pasto", ignari del fatto che all'apertura della caccia saranno facili prede. Mi chiedo se è lecito dare da mangiare agli animali selvatici in questo modo, e se un animale così si può ancora considerare selvatico o se invece non sia un "animale domestico" allevato allo stato brado, all'insaputa dei legittimi proprietari dei terreni che inevitabilmente frequenta.Voi che ne dite?
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renato
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Re: Allevamento di ungulati allo stato brado.

Messaggioda renato » lun 2 feb 2009, 18:21

Il tema della gestione faunistica del cinghiale è piuttosto complesso, ma in linea di massima si può sintetizzare in una sola frase: "la gestione è in grandissima parte lasciata in mano ai cacciatori". Detto questo è detto tutto.
Non conosco nel dettaglio la motivazione della presenza di quel dispensatore di cibo, ma è assai probabile che sia stata messo con la giustificazione di tenere gli animali all'interno del bosco in modo tale che non vadano a cercare cibo fuori e quindi a danneggiare le colture agricole.
A fronte di questa motivazione una persona inesperta direbbe che è una cosa sacrosanta, peccato che gli stessi che si ergono a risolutori del problema sono in realtà quelli che lo hanno creato e che continuano a mantenerlo... (il problema cinghiale).
E' piuttosto ovvio che chi caccia il cinghiale e si diverte a farlo non potrà mai operare per eliminare tutti o quasi gli animali presenti, pena il vedere finito il giochino annuale e sempre più allettante della caccia in squadra.
Quante volte o sentito di cacciatori che esortano i propri compagni a non abbattere femmine gravide per lasciare le discendenze per l'anno prossimo...
Alla faccia della pianificazione faunistica.. tutta una barzelletta...
Ciao
Renato Carini

enrico bocchi
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Re: Allevamento di ungulati allo stato brado.

Messaggioda enrico bocchi » mar 3 feb 2009, 8:22

Renato quello che dici conferma in pieno l'ipotesi che si tratti della gestione di un allevamento (illegale) a scapito non solo di quello che rimane dell'agricoltura e dell'allevamento, ma anche e soprattutto dell'ecosistema; sul fatto poi che questi distributori servano a tenere i cinghiali lontano dalle colture rispondo col proverbio "l'appetito vien mangiando" molto adatto al cinghiale, che così mangia sia il mais che i cereali nei campi , riproducendosi ancora di più.
Ora però non mi spiego come mai ci sono delle zone come quella dove abito io dove da anni non si vede mai un cinghiale se non di rapido passaggio; cosa hanno escogitato i cacciatori per mantenerli in determinate aree piuttosto che in altre? Qualcuno mi sa spiegare il mistero?
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