La lettera dei 16 sindaci.

Argomenti generali, suggerimenti sul forum, richiesta consigli tecnici sulla fotografia naturalistica
enrico bocchi
Messaggi: 771
Iscritto il: sab 31 mag 2008, 12:28

La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda enrico bocchi » sab 27 dic 2014, 11:19

Borgo Val di Taro, 2014
REGIONE EMILIA ROMAGNA
Via Aldo Moro, 52 – 40127
Bologna
assattprod@regione.emilia-romagna.it
ALLA PREFETTURA DI PARMA
Strada della Repubblica ,39 - 43121
Parma
protocollo.prefpr@pec.interno.it
ALLA PROVINCIA DI PARMA
Piazza della Pace, 1 – 43121
Parma
protocollo@postacert.provincia.parma.it
AL CORPO FORESTALE DELLO STATO
Via Melloni, 4 – 43121
Parma
cp.parma@pec.corpoforestale.it
Oggetto: Allarme canidi e/o lupi nel territorio.
Nel nostro territorio si stanno registrando decine di segnalazioni di casi di attacchi di canidi e/o lupi che hanno provocato uccisioni di animali domestici e di allevamento e di cani da caccia letteralmente sbranati, nonché in alcuni casi anche attacchi a persone. Non può sfuggire agli enti in indirizzo il clima di paura che si è ingenerato nelle popolazioni perché questi animali sempre più frequentemente si avvicinano alle abitazioni .
Pesanti conseguenze si stanno riscontrando anche per le negative ricadute sul turismo naturale e della raccolta dei funghi e al relativo indotto, su cui si regge la micro-economia locale dei ns. territori.
Chiediamo pertanto un intervento di codeste amministrazioni finalizzato ad affrontare le problematiche sopra indicate.
Si rimane in attesa di un cortese riscontro e si porgono Cordiali saluti,
Il Sindaco di Albareto f.to Riccoboni Davide
Il Sindaco di Bardi f.to Pontremoli Valentina
Il Sindaco di Bedonia f.to Berni Carlo
Il Sindaco di Berceto f.to Lucchi Luigi
Il Sindaco di Bore f.to Ralli Fausto
Il Sindaco di Borgotaro f.to Rossi Diego
Il Sindaco di Compiano f.to Delnevo Sabina
Il Sindaco di Fornovo di Taro f.to Grenti Emanuela
Il Sindaco di Medesano f.to Ghidini Riccardo
Il Sindaco di Pellegrino P.se f.to Pedrazzi Emanuele
Il Sindaco di Solignano f.to Bonazzi Lorenzo
Il Sindaco di Terenzo f.to Bevilacqua Danilo
Il Sindaco di Tornolo f.to Cardinali Maria Cristina
Il Sindaco di Valmozzola f.to Alzapiedi Claudio
Il Sindaco di Varano dè Melegari f.to Bassi Luigi
Il Sindaco di Varsi f.to Aramini

Questo quà sopra dovrebbe essere il testo, peraltro molto scarno, della lettera inviata tramite la Gazzetta dai 16 sindaci delle valli del Taro e del Ceno agli enti pubblici in indirizzo; chiedo gentilmente ad Emanuele Fior di mettere di seguito la replica degli ambientalisti.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com

Emanuele Fior
Messaggi: 724
Iscritto il: lun 8 set 2008, 15:56

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda Emanuele Fior » dom 28 dic 2014, 22:19

COMUNICATO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE IN RISPOSTA ALLA LETTERA DI 16 SINDACI DELLA MONTAGNA (PUBBLICATA IL 18.12.2014 SULLA GAZZETTA DI PARMA)

Ancora una volta le associazioni ambientaliste si trovano costrette ad intervenire sulla questione lupo, in risposta alla lettera che sedici sindaci della montagna parmense hanno inviato alle istituzioni. Lo facciamo cercando di dare, al termine di questa nota, alcuni dati oggettivi in risposta alle tante leggende che circolano.
L' intervento risulta dovuto, non solo per rispondere ai contenuti preoccupanti della lettera dei sindaci, ma purtroppo anche per il colpevole silenzio da parte di quelle stesse istituzioni che dovrebbero gestire la biodiversità e le specie protette, e che a quella lettera dovrebbero dare risposte puntuali.
Della lettera dei sindaci una cosa balza all'occhio per gravità: il fatto che si parli di attacchi all'uomo. Un dato che al momento sembra decisamente improbabile dal punto di vista scientifico e statistico. Non ci sono casi registrati di attacchi di lupo all'uomo da oltre due secoli, mentre ad esempio il numero consistente di morti e feriti per arma da fuoco dovuti alla caccia è una realtà, così come le morti per attacchi da cani domestici (mediamente tre all’anno). Quindi o l'asserzione dei sindaci viene comprovata, oppure determina un atteggiamento irresponsabile di procurato allarme da parte delle istituzioni. Se il timore è che il lupo incida sul "turismo ambientale" le associazioni scriventi possono testimoniare che non ci sono notizie di tale tendenza in atto a Parma. Non ci risulta che il turismo dei parchi abruzzesi, zone in cui il lupo è presente da ben prima che da noi, abbia subito tale effetto. Viceversa lettere come questa genereranno certamente paure ed effetti su chi, meno informato, vuole frequentare le zone dell'appennino. Una pesante responsabilità di cui i 16 sindaci si devono fare carico.

Non si mette in dubbio che il ritorno del lupo in appennino, un fatto importantissimo per la biodiversità e per la salute dei nostri ecosistemi, determini la necessità di affrontare con attenzione e con le dovute risorse economiche il tema della convivenza con l'allevamento appenninico. Garantire il presidio delle attività umane in montagna è un valore primario anche per le associazioni scriventi. Nemmeno si vogliono negare i disagi e le difficoltà di quegli agricoltori che hanno visto i propri animali sbranati dai lupi. Ma il problema deve essere affrontato dalle istituzioni con un approccio scientifico, individuando le soluzioni più adatte (che esistono) e trovando le risorse economiche adeguate (il PSR porterà in Emilia-Romagna nei prossimi anni oltre 1,2 miliardi di euro per l'agricoltura). Non seguendo il clamore mediatico.

Un clamore mediatico che purtroppo è alimentato da una parte dagli agricoltori che subiscono i danni e reclamano gli indennizzi, e dall'altra dai cacciatori che nel lupo vedono un competitore o una preda a cui sperano, prima o poi, di poter sparare in modo legale.

La questione lupo, in regione, ha assunto toni tanto accesi solo nel parmense, e non certo perché da noi vi siano più lupi che nel reggiano o nel bolognese. Probabilmente ci sono state mancanze ed errori, a cui bisogna trovare rapidamente una soluzione. E certamente la questione è diventata mediatica, e agitando lo spauracchio degli attacchi all'uomo non fa che autoalimentarsi.
Per concludere diamo alcune note tecniche per fare chiarezza su di una specie di cui viene detto tanto, ma raramente il vero.

1. Il lupo mangia gli animali da allevamento? Può capitare, ma solo quando sono facili prede. Per questo motivo, ormai da tempo, sia la Regione Emilia-Romagna che il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano mettono a disposizione risorse economiche e cani da pastore per custodire greggi e mandrie. Quando ben realizzate e manutenute, le recinzioni anti-lupo funzionano a regola d’arte. Certamente esiste un costo di attivazione e manutenzione, e su questo aspetto le istituzioni devono migliorare, consentendo a tutti gli allevatori di accedere a fondi e sgravi, accelerando le pratiche per ricevere rimborsi ed indennizzi (dall’agosto 2013 è già attiva la copertura del 100% dei danni da lupo), ma soprattutto mettendo a disposizione più risorse per la prevenzione. Migliore è la prevenzione, minori sono gli indennizzi ed i danni, e più semplice diventa la convivenza uomo-lupo.
2. Il lupo è pericoloso? No. Non si registrano attacchi all’uomo da oltre due secoli e mezzo, quando la caccia, solo nel 2013 e solo in Italia, ha fatto registrare 13 morti e 69 feriti (fonte: Associazione Vittime della Caccia, comunicato del 01/02/2014). I presunti attacchi avvenuti nei confronti dell’uomo, dove addirittura un lupo avrebbe cercato di salire su di un trattore in movimento, sanno di ridicolo (o di malafede?). Dati alla mano, è assai più probabile essere colpiti da un fulmine o da un proiettile sparato durante una battuta al cinghiale, che essere attaccati da un lupo.
3. Il lupo fa paura? Sì, se si continua a fare falsa ed errata informazione, il tutto ad uso e consumo, nonché sotto pressione, della lobby venatoria. La predazione avvenuta su alcuni cani, peraltro circoscritta ad un piccolo territorio, non può essere spacciata come un rischio anche per l’uomo. Sia la lettera dei sindaci che diversi articoli giornalistici, nei toni come nei contenuti, sono al limite della denuncia per procurato allarme. Il turismo nel parmense è l’unico settore in crescita negli ultimi anni (nel 2014 +8% di arrivi, +6% di presenze rispetto al 2013): invece di instillare false paure, perché i sindaci non vendono la presenza del lupo in montagna come segnale di un ambiente integro e sano?
4. Il lupo è una piaga per l’economia della montagna? No. In Emilia-Romagna gli indennizzi per danni da lupo sono inferiori al 5% del totale erogato per tutte le altre specie; i danni da picchi sono pari al 10%, ma nessuno si sognerebbe mai di ritenere i picchi responsabili dell’andamento economico locale! Nel 2013 la Regione Emilia-Romagna ha indennizzato danni da fauna selvatica pari a 1.357.000 euro, di cui 114.000 per lepre e fagiano, specie di cui ogni anno avvengono ripopolamenti da parte delle associazioni venatorie, ben più di quanto venga speso per il lupo. Allora perché nessuno propone di fermare i ripopolamenti di queste specie? Forse perché sono il giochino dei cacciatori? Nei soli Ambiti Territoriali di Caccia parmensi, nel 2013, sono stati indennizzati danni da fauna selvatica per 198.894 euro, di cui 182.000 da cinghiale (specie di cui vanno evidentemente riviste le modalità gestionali), insieme al capriolo classica preda del lupo, il quale quindi può invece aiutarci a controllarne il numero e la distribuzione.
5. Fino a prova contraria, il lupo è specie particolarmente protetta. Quindi, chi ne suggerisca, più o meno chiaramente, l’abbattimento, si assume una grave responsabilità, per cui si è perseguibili a norma di legge. Si ricorda peraltro che una quota stimata pari a circa il 20-30% della popolazione lupina italiana è uccisa ogni anno illegalmente.
Probabilmente nella gestione della questione lupo ci sono state mancanze ed errori, a cui bisogna trovare rapidamente una soluzione. Invitiamo dunque le istituzioni chiamate in causa dai sindaci (Provincia, Regione e Corpo Forestale dello Stato) ad impegnarsi sul tema, facendo sì che quello che attualmente è visto come conflitto diventi invece una convivenza, già accettata e condivisa in altre parti d’Italia. Le associazioni ambientaliste sono sempre state disposte al dialogo ed hanno sempre mantenuto toni adeguati. Così avviene anche in questo caso. Ciò non significa che non si sia disposti ad opporsi fermamente a chiunque fomenti false paure ed una caccia alle streghe (al lupo), troppo spesso sospinta dagli interessi venatori e dalle chiacchiere da bar e mai supportata da dati reali.

LEGAMBIENTE Parma, WWF Parma, LIPU sez. di Parma, ADA – Ass. Donne Ambientaliste, CAI Parma

Daniela Monteverdi
Messaggi: 508
Iscritto il: ven 30 mag 2008, 10:24

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda Daniela Monteverdi » lun 29 dic 2014, 12:08

E' stato pubblicato? Quando?
Buon anno a tutti, lupi compresi,
Daniela

Emanuele Fior
Messaggi: 724
Iscritto il: lun 8 set 2008, 15:56

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda Emanuele Fior » lun 29 dic 2014, 14:36

Ciao Daniela,
Il testo non è stato pubblicato, sebbene sia stato inviato alla Gazzetta il giorno seguente alla lettera dei sindaci.
Stiamo valutando di farlo uscire come comunicato stampa a breve, con leggere modifiche.

A presto,
Emanuele

renato
Messaggi: 323
Iscritto il: gio 29 mag 2008, 6:43

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda renato » lun 29 dic 2014, 20:01

Oggi sulla Gazzetta è uscito un articolo di Mario Ferraguti in risposta alla lettera dei sindaci di cui sopra.
Merita la lettura.

Emanuele Fior
Messaggi: 724
Iscritto il: lun 8 set 2008, 15:56

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda Emanuele Fior » lun 29 dic 2014, 23:22

Ecco il testo di Mario Ferraguti, pubblicato oggi sulla Gazzetta di Parma.

Ciao,
Emanuele
Allegati
articolo lupo Ferraguti_Gazz.PR_29.12.2014.jpg
articolo lupo Ferraguti_Gazz.PR_29.12.2014.jpg (101.35 KiB) Visto 6318 volte

enrico bocchi
Messaggi: 771
Iscritto il: sab 31 mag 2008, 12:28

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda enrico bocchi » mer 31 dic 2014, 17:04

Nel frattempo mi pare sia stato pubblicato anche l'articolo delle associazioni ambientaliste, e per quello che può valere, vorrei testimoniare ciò che significa il fattore lupo per la nostra piccola e sicuramente poco significativa azienda agricola infelicemente collocata nella food valley. Vorrei richiamare l'attenzione sul malcontento da mè manifestato nel 2009 nell'argomento "Caprioli in campagna" per poi affermare senza mezzi termini che da quella situazione di 42 caprioli per kmq si è usciti solo grazie all'intervento spontaneo del lupo, il quale si è insediato nel territorio piano piano, direi quasi con discrezione, per svolgere il compito che madre natura gli ha affidato; dal punto di vista agrario, qui a Lupazzano, per quel poco che abbiamo visto di buono dal 2009 in poi, di sicuro dobbiamo ringraziare il lupo che con la sua presenza ci ha ridato un margine apprezzabile di soddisfazione, ossia la possibilità di raccogliere, non dico tutti ma almeno una parte dei frutti delle nostre colture.
Fortunatamente non risiedo nell'ex Comunità Montana Parma Ovest, ed ai sindaci di quei comuni, come ad altri che eventualmente la dovessero pensare allo stesso modo, consiglio solo di focalizzare meglio quelli che sono i loro veri problemi, tra i quali, sicuramente la mancanza di attività serie e svolte in modo sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale nei loro territori; e non mi facciano morire dal ridere riportando come "attività economiche" la raccolta dei funghi e il turismo motoristico, che sempre a parere di uno come mè, che notoriamente non fà testo, sono casomai forme di sfruttamento della montagna paragonabili alla prostituzione.
Pensino quindi a come uscire da una situazione idrogeologica disastrosa, piuttosto che ad inventarsi problemi inesistenti maleinfluenzati da gente che in giro per i boschi, se proprio ci deve andare, non ci và di certo a piedi.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com

Emanuele Fior
Messaggi: 724
Iscritto il: lun 8 set 2008, 15:56

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda Emanuele Fior » mer 31 dic 2014, 18:52

Caro Enrico, la tua testimonianza è da incorniciare!
Faccio in proposito solo una breve considerazione: la caccia è oggi considerata il principale (se non l'unico) metodo di gestione della fauna. Se ci son troppi caprioli bisogna sparare ai caprioli; se i caprioli diminuiscono grazie al lupo, bisogna abbattere i lupi (sennò non ci son più caprioli a cui sparare). E intanto il cinghiale viene gestito come se ci trovassimo in un allevamento su suolo pubblico, coi danni agricoli e gli indennizzi che ogni anno si attestano su cifre assurde (altro che quelli da lupo).
Il mondo venatorio, trasversale a partiti e non solo, ha quindi sempre modo di fare pressioni, aggrappandosi al suo presunto ruolo di regolazione degli equilibri naturali, escludendo troppo spesso la scienza e gli studi di esperti imparziali, per affidarsi alle chiacchiere da bar.
Finché non verrà chiarito una volta per tutte da norme dello Stato che sparare è uno sport e nulla più, i decisori si troveranno sotto scacco della parte venatoria, con tutte le conseguenze del caso.

Saluti, e che il 2015 porti un po' (soltanto un po') di ragionevolezza.
Emanuele

renato
Messaggi: 323
Iscritto il: gio 29 mag 2008, 6:43

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda renato » gio 1 gen 2015, 0:20

enrico bocchi ha scritto:Nel frattempo ...... dal punto di vista agrario, qui a Lupazzano, per quel poco ......


Ma Enrico.. ti sei scoperto... per forza ti interessi di Lupi, stai a LUPAZZANO !!!

Ciao
Renato

enrico bocchi
Messaggi: 771
Iscritto il: sab 31 mag 2008, 12:28

Re: La lettera dei 16 sindaci.

Messaggioda enrico bocchi » sab 3 gen 2015, 18:07

renato ha scritto:
enrico bocchi ha scritto:Nel frattempo ...... dal punto di vista agrario, qui a Lupazzano, per quel poco ......


Ma Enrico.. ti sei scoperto... per forza ti interessi di Lupi, stai a LUPAZZANO !!!

Ciao
Renato


Ciao Renato, vado un attimo fuori tema per chiarire che Lupazzano è il risultato dell'errata italianizzazione di "Alvàssan", termine dialettale col quale i lupazzanesi DOC chiamano il loro paese; per intenderci uno che in dialetto chiama "Lupassan" il nostro paese tradisce subito origini forestiere. Avrebbero quindi potuto italianizzarlo in Alvazzano, ma forse avevano paura di confonderlo con Albazzano, o al limite in Lavazzano o Lavacciano che sarebbe comunque rimasto più vicino al medioevale Lovanciano, toponimo che voleva descrivere la fangosità o se preferisci lavacciosità della zona; infatti in epoca medioevale Lovanciano era il centro più grande della zona, e forse sarebbe diventato sede comunale se non chè una grossa frana lo ha completamente distrutto. Niente a che vedere coi lupi, quindi, ma casomai col lavaccio! :D
nadia ed enrico, www.florautoctona.com


Torna a “Varie”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 18 ospiti