Ho seguito con attenzione la discussione e come spesso mi accade ho notato un nuovo esempio di quello che da ittiologo definisco indifferenza per i pesci da parte dei naturalisti.
Tutta la discussione è partita da considerazioni circa i danni delle pale sull'avifauna, con il drammatico filmato dell'avvoltoio a Creta, e ho visto alcuni affermare che è meglio l'idroelettrico dell'eolico. Vorrei postare alcune immagini di pesci triturati dalle pale delle turbine idroelettriche, cosa che succede tutti i giorni nelle centinaia di migliaia di impianti idroelettrici nel mondo o rimarcare i danni che comunque ogni centrale idroelettrica, anche le minicentrali, produce mettendo, se va bene, in condizioni di minimo deflusso vitale tratti più o meno lunghi di corsi d'acqua per far ricredere chi pensa che l'idroelettrico sia una fonte pulita
Qui si tratta di capire che, come altri hanno detto,non esiste alcun modo di produrre energia a impatto zero.
Si tratta di scegliere quelle tecnologie che statisticamente comportano meno impatti e vi posso garantire per esperienza più che trentennale che l'idroelettrico non lo è.
Almeno così credo pensino trote barbi cavedani e vaironi
Mario
Ma le pale eoliche sono poi così ecologiche?
Re: Ma le pale eoliche sono poi così ecologiche?
Concordo sul fatto che ogni attività dell'uomo possa avere impatti negativi sulla fauna, in particolar modo la generazione dell'energia.
Credo altresì che dal punto di vista ecologico ci sia una differenza enorme tra l'uccisione di pesci nient'affatto rari e che hanno una potenzialità riproduttiva enorme rispetto all'uccisione di ucelli rapaci molti dei quali fanno parte di specie a rischio.
Inoltre mi sembra di ricordare dai miei studi (ahimé un po' lontani...) che nei punti di captazione vengano messe delle reti a maglia fitta per evitare che pesci e materiali vari finiscano nelle turbine.
Nel merito della captazione d'acqua io sono più favorevole all'idroelettrico con i bacini (laghetti) che raccolgono le acque durante i periodi piovosi (evitando ovviamente di fare degli sbarramenti immensi tipo il mostro che pensano di fare a Vetto) e quindi non asciugano il letto del torrente, ma anzi, rilasciando acqua anche nei periodi di magra ne incrementano la portata. Impianti cosiddetti mini-idroelettrici che producono potenze dell'ordine dei 10MW (cioè come 5/10 torri eoliche).
Approfitto di questa discussione per chiedermi come mai non si sia pensato di sfruttare la cassa di espansione della Parma per generare energia idroelettrica.
Saluti,
Stefano.
Credo altresì che dal punto di vista ecologico ci sia una differenza enorme tra l'uccisione di pesci nient'affatto rari e che hanno una potenzialità riproduttiva enorme rispetto all'uccisione di ucelli rapaci molti dei quali fanno parte di specie a rischio.
Inoltre mi sembra di ricordare dai miei studi (ahimé un po' lontani...) che nei punti di captazione vengano messe delle reti a maglia fitta per evitare che pesci e materiali vari finiscano nelle turbine.
Nel merito della captazione d'acqua io sono più favorevole all'idroelettrico con i bacini (laghetti) che raccolgono le acque durante i periodi piovosi (evitando ovviamente di fare degli sbarramenti immensi tipo il mostro che pensano di fare a Vetto) e quindi non asciugano il letto del torrente, ma anzi, rilasciando acqua anche nei periodi di magra ne incrementano la portata. Impianti cosiddetti mini-idroelettrici che producono potenze dell'ordine dei 10MW (cioè come 5/10 torri eoliche).
Approfitto di questa discussione per chiedermi come mai non si sia pensato di sfruttare la cassa di espansione della Parma per generare energia idroelettrica.
Saluti,
Stefano.
Re: Ma le pale eoliche sono poi così ecologiche?
stefano.s ha scritto:Approfitto di questa discussione per chiedermi come mai non si sia pensato di sfruttare la cassa di espansione della Parma per generare energia idroelettrica.
Secondo me semplicemente perchè manca l'acqua per la maggior parte dell'anno....
saluti
Giuliano Gerra
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- Iscritto il: ven 26 dic 2008, 17:48
Re: Ma le pale eoliche sono poi così ecologiche?
Sono un poco preoccupato.
Anche tra noi appassionati di Natura è senz’altro normale non avere esperienza di alcuni, oppure anche di molti settori della vita naturale. Però, proprio da un approccio scientifico alla Natura, dovremmo avere imparato la prudenza, per non avventurarci in affermazioni apodittiche laddove ci manchi la conoscenza. Vivere personalmente la Natura deve proprio portarci a questo rigore, anche per evitare di aggiungere confusione a un’informazione già molto fumosa.
Tu Stefano parli di “pesci nient’affatto rari”. Quindi per te la vita dei nostri fiumi, torrenti e rii godrebbe di buona salute.
Guarda Stefano che negli ultimi trent’anni, nella nostra provincia, nessuna forma di vita ha subito un tracollo catastrofico quanto quello che ha colpito la fauna ittica autoctona.
Il cavedano, un tempo onnipresente, è praticamente estinto in Po, quasi estinto sotto la via Emilia e ridotto a una miseria verso monte dove, solo quindici anni fa, ricopriva letteralmente i fondali con stuoli immensi.
Le lasche (gli “stregg”) davano luogo a rimonte primaverili epiche: praticamente oggi non esistono più. Stessa fine ha fatto l’alborella e il barbo nostrano sotto la via Emilia. E le cheppie, che rimontavano in frega a tonnellate, ora sono ridotte a pochi esemplari malinconici. Del vairone e della trota selvatica (quella capace di riproduzione spontanea) in montagna, meglio non parlarne.
La fauna ittica autoctona dei nostri fiumi si sta annullando in tempi rapidissimi, e alcune specie hanno già varcato il limite di non ritorno. Quindi della poca vita sopravvissuta non c’è proprio da sprecare niente, ma ha ragione Giannini i pesci coinvolgono poco emotivamente e la loro morte e distruzione lasciano insensibili i più.
In quanto all’idroelettrico ho sentito anch’io ripetutamente ambientalisti definirla energia pulita.
Io per buona esperienza personale la giudico l’unica capace di annientare un ecosistema: quello che si trova a valle del blocco di captazione dell’acqua. Se poi si vuole parlare di deflusso minimo vitale, si vada prima a vedere il Ceno morto sopra Bardi: penso si capiranno rapidamente molte cose.
I nostri torrenti non hanno oggi la metà della portata, che avevano solo trent’anni fa: captazioni idrauliche per acqua potabile, escavazioni in alveo e abbassamento della falda idrica li hanno svenati. Vogliamo andare a sottrarre altra acqua a corsi che per nove mesi all’anno già sono ridotti a rigagnoli miserevoli?
Pensiamoci, prima di avventurarci ancora una volta su strade in cui il vantaggio è minimo e il danno irreparabile.
Un saluto a tutti, Riccardo
Anche tra noi appassionati di Natura è senz’altro normale non avere esperienza di alcuni, oppure anche di molti settori della vita naturale. Però, proprio da un approccio scientifico alla Natura, dovremmo avere imparato la prudenza, per non avventurarci in affermazioni apodittiche laddove ci manchi la conoscenza. Vivere personalmente la Natura deve proprio portarci a questo rigore, anche per evitare di aggiungere confusione a un’informazione già molto fumosa.
Tu Stefano parli di “pesci nient’affatto rari”. Quindi per te la vita dei nostri fiumi, torrenti e rii godrebbe di buona salute.
Guarda Stefano che negli ultimi trent’anni, nella nostra provincia, nessuna forma di vita ha subito un tracollo catastrofico quanto quello che ha colpito la fauna ittica autoctona.
Il cavedano, un tempo onnipresente, è praticamente estinto in Po, quasi estinto sotto la via Emilia e ridotto a una miseria verso monte dove, solo quindici anni fa, ricopriva letteralmente i fondali con stuoli immensi.
Le lasche (gli “stregg”) davano luogo a rimonte primaverili epiche: praticamente oggi non esistono più. Stessa fine ha fatto l’alborella e il barbo nostrano sotto la via Emilia. E le cheppie, che rimontavano in frega a tonnellate, ora sono ridotte a pochi esemplari malinconici. Del vairone e della trota selvatica (quella capace di riproduzione spontanea) in montagna, meglio non parlarne.
La fauna ittica autoctona dei nostri fiumi si sta annullando in tempi rapidissimi, e alcune specie hanno già varcato il limite di non ritorno. Quindi della poca vita sopravvissuta non c’è proprio da sprecare niente, ma ha ragione Giannini i pesci coinvolgono poco emotivamente e la loro morte e distruzione lasciano insensibili i più.
In quanto all’idroelettrico ho sentito anch’io ripetutamente ambientalisti definirla energia pulita.
Io per buona esperienza personale la giudico l’unica capace di annientare un ecosistema: quello che si trova a valle del blocco di captazione dell’acqua. Se poi si vuole parlare di deflusso minimo vitale, si vada prima a vedere il Ceno morto sopra Bardi: penso si capiranno rapidamente molte cose.
I nostri torrenti non hanno oggi la metà della portata, che avevano solo trent’anni fa: captazioni idrauliche per acqua potabile, escavazioni in alveo e abbassamento della falda idrica li hanno svenati. Vogliamo andare a sottrarre altra acqua a corsi che per nove mesi all’anno già sono ridotti a rigagnoli miserevoli?
Pensiamoci, prima di avventurarci ancora una volta su strade in cui il vantaggio è minimo e il danno irreparabile.
Un saluto a tutti, Riccardo
Re: Ma le pale eoliche sono poi così ecologiche?
Alcune ulteriori considerazioni.
1) La cassa d'espansione del torrente Parma è una struttura destinata alla tutela delle popolazioni a valle ( Città di Parma e Colorno in primis) dalle piene improvvise e non può essere pensata per altri usi anche se in modo indiretto. Questo può essere fatto ( all'inizio di questa estate l'AIPO, presso cui lavoro, lo ha fatto incamerando acqua e rilasciandola per oltre 20 giorni) ma è pericolosissimo aspettarsi di utilizzarla per usi diversi da quello per cui è studiata. Per essere chiari la cassa deve essere tendenzialmente vuota per poter accogliere le piene improvvise che caratterizzano questo torrente ( Parma voladora)inoltre come tutti sappiamo "la Parma" non è certo un torrente particolarmente ricco d'acqua, almento con una quella continuità che è caratteristica indispensabile per un certo sfruttamento
2) Io normalmente non mi avventuro nell argomentare su componenti animali lontane da quella di mia specifica competenza( i pescetti in particolare quelli d'acqua dolce) ed è per questo che mi irrito quando sento dichiarare a cuor leggero che alcuni pesci sono meno importanti o di minor valore naturalistico rispetto a che ne so gli avvoltoi di Creta. Come già affermato dall' amico Riccardo senza ombra di dubbio la componente faunistica che ha subito il più grande depauperamento nel corso deglui ultimi anni è quella ittica in particolare delle acque interne. Nel bacino del Po circa il 50% delle speciè autoctone è scomparso ed è stato sostituito da specie alloctone quindi non parlerei di specie comuni.Cosa sarebbe mai successo se tale disastro ambientale avesse interessato la componente ornitologica?
3) In riferimento al potenziale riproduttivo della fauna ittica vorrei ricordarvi che i pesci non volano ed in particolare quelli delle acque dolci una volta scomparsi da un bacino idrografico non lo possono più ricolonizzare se non grazie ad interventi umani ( spesso più dannosi che positivi).La ricolonizzazione di un territorio da parte di una popolazione di uccelli è spesso più facile, una volta rimosse le cause del degrado, grazie alla loro facilità di spostamento.
4) E' vero che le opere di presa sono dotate di griglie e reti ma queste non vengono sottoposte a manutenzione continua il che le rende inefficaci in particolare nei confronti del novellame.
Ragazzi con questo non voglio dire che mi sta bene il massacro di rapaci ma dobbiamo in qualche modo ragionare sulla scelta di tecnologie per produrre energia alternative al nucleare altrimenti non faremo altro che dare ulteriori argomenti ai sostenitori del nucleare.
Mario
1) La cassa d'espansione del torrente Parma è una struttura destinata alla tutela delle popolazioni a valle ( Città di Parma e Colorno in primis) dalle piene improvvise e non può essere pensata per altri usi anche se in modo indiretto. Questo può essere fatto ( all'inizio di questa estate l'AIPO, presso cui lavoro, lo ha fatto incamerando acqua e rilasciandola per oltre 20 giorni) ma è pericolosissimo aspettarsi di utilizzarla per usi diversi da quello per cui è studiata. Per essere chiari la cassa deve essere tendenzialmente vuota per poter accogliere le piene improvvise che caratterizzano questo torrente ( Parma voladora)inoltre come tutti sappiamo "la Parma" non è certo un torrente particolarmente ricco d'acqua, almento con una quella continuità che è caratteristica indispensabile per un certo sfruttamento
2) Io normalmente non mi avventuro nell argomentare su componenti animali lontane da quella di mia specifica competenza( i pescetti in particolare quelli d'acqua dolce) ed è per questo che mi irrito quando sento dichiarare a cuor leggero che alcuni pesci sono meno importanti o di minor valore naturalistico rispetto a che ne so gli avvoltoi di Creta. Come già affermato dall' amico Riccardo senza ombra di dubbio la componente faunistica che ha subito il più grande depauperamento nel corso deglui ultimi anni è quella ittica in particolare delle acque interne. Nel bacino del Po circa il 50% delle speciè autoctone è scomparso ed è stato sostituito da specie alloctone quindi non parlerei di specie comuni.Cosa sarebbe mai successo se tale disastro ambientale avesse interessato la componente ornitologica?
3) In riferimento al potenziale riproduttivo della fauna ittica vorrei ricordarvi che i pesci non volano ed in particolare quelli delle acque dolci una volta scomparsi da un bacino idrografico non lo possono più ricolonizzare se non grazie ad interventi umani ( spesso più dannosi che positivi).La ricolonizzazione di un territorio da parte di una popolazione di uccelli è spesso più facile, una volta rimosse le cause del degrado, grazie alla loro facilità di spostamento.
4) E' vero che le opere di presa sono dotate di griglie e reti ma queste non vengono sottoposte a manutenzione continua il che le rende inefficaci in particolare nei confronti del novellame.
Ragazzi con questo non voglio dire che mi sta bene il massacro di rapaci ma dobbiamo in qualche modo ragionare sulla scelta di tecnologie per produrre energia alternative al nucleare altrimenti non faremo altro che dare ulteriori argomenti ai sostenitori del nucleare.
Mario
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