nido di gazza

abocchi
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Re: nido di gazza

Messaggioda abocchi » ven 11 giu 2010, 12:07

Giuliano con tutte le tue teorie filosofiche stai parlando di tutto il mondo,io mi accontenterei di meno stando nei nostri paraggi e nella nostra amata e tartassata terra parmense,comunque sei bravissimo, anche se ti condivido solo in parte. Certo ci accomuna l'amore per la natura,ma io da montanaro sono più pratico; se per caso leggono queste discussioni (peraltro anche come dice giustamente Gattara molto civili,recitando ognuno il suo ruolo) i miei concittadini di montagna ci prendono tutti per matti! Ciao Antonio

guidosardella
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Re: nido di gazza

Messaggioda guidosardella » ven 11 giu 2010, 17:33

Sono i miei stessi concittadini di montagna che chiedono sempre più strade e poi si lamentano delle spese che ha il comune per la manutenzione e lo sgombro neve? Se ne vedono di cose assurde in montagna... :roll:

apache2
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Re: nido di gazza

Messaggioda apache2 » sab 12 giu 2010, 16:06

ah, che bella vivacità (se si potesse, direi casino) ha portato un aggettivo! Pensate anche Voi che la genesi semantico/culturale di animali "nocivi" ed erbe "infestanti"
sia praticamente la stessa :o ? Non mi dite che spostate il mio messaggio nella sezione Flora.... :roll:
Ciao ciao

carolina
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Re: nido di gazza

Messaggioda carolina » lun 14 giu 2010, 8:12

Caro Apache direi di sì!
Sia per quanto riguarda la lente con cui osserviamo i fenomeni naturali (antropocentrica) sia per quanto riguarda LA VIVACITà (CHE NON VA CONFUSA CON CASINO)!
RITENGO INOLTRE che uno strumento come il Taccuino non debba servire come semplice catalogazione di specie poco conusciute, peraltro encomiabile compito, ma per il quale si potrebbe ovviare in molti altri modi.
Sarebbe più utile che servisse per ampliare il dibattito e approfondirlo! E se mi permette un'affettuosa vena polemica anche ad innalzarlo!

cari saluti atutti e BUONE FERIE :)

CarlaP

enrico bocchi
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Re: nido di gazza

Messaggioda enrico bocchi » ven 18 giu 2010, 20:22

Leggendo e rileggendo questa discussione che riporta molti punti di vista diversi ma anche ripetizioni, risalta una constatazione indiscutibilmente vera e attuale: l'uomo modifica l'ambiente in modo indiscriminato, causando la distruzione fino al rischio di estinguerli, di habitat e specie.
Conseguenza di questo fatto è la formazione di una sorta di consorzio di animali e vegetali sia autoctoni che alloctoni, capaci di sfruttare questa situazione traendone vantaggio (opportunisti), e ponendosi in una condizione privilegiata nella catena alimentare; per contro un'altra schiera più numerosa di animali e vegetali patisce la nuova condizione in cui si trova; queste specie in declino non sembrano in grado di sopportare i cambiamenti imposti dall'uomo, che in qualche caso sono vere e proprie persecuzioni.
Gli animali e i vegetali opportunisti non solo non hanno nemici naturali in grado di tenerli sotto controllo, ma stanno negli ambienti modificati dall'uomo senza disturbarsi tra di loro; è come se avessero stipulato un patto di non aggressione, e spesso l'uomo li favorisce eliminando i loro nemici naturali; altrettanto spesso ripristinare la normalità rimettendo i nemici naturali al loro posto non è cosa semplice; ammesso che sia una ipotesi praticabile, non viene praticata perchè costa ( e qui c'è da discutere parecchio!) o per paura di peggiorare la situazione, quindi c'è chi pensa che alla fine conviene stare a vedere cosa succede, e che in tempi lunghi forse tutto s'aggiusta (ma di sicuro i più deboli pagano i cosiddetti costi ambientali); al contrario c'è anche chi pensa che si dovrebbe fare tutto il possibile per porre rimedio a questa situazione di degrado, ovviamente evitando di peggiorare la situazione, e farlo prima possibile senza indugiare.
Tra questi ultimi ci sono anch'io e intendo spendere tutte le mie energie fisiche e mentali in favore di un rinnovato e sostenibile equilibrio naturale, dove inevitabilmente l'individuo uomo deve essere considerato come essere che ha il diritto di difendersi e il dovere di rispettare le altre specie di esseri viventi, e ovviamente gli altri uomini meritevoli, nelle azioni che gli sono necessarie per sopravvivere.
Questo non coincide esattamente con una sorta di immobilismo inutile a contrastare le azioni negative di coloro che non ritengono di doversi preoccupare del futuro del pianeta e di poter disporre di tutto e subito; e non è nemmeno antropocentrismo; bisogna mettersi in gioco e dimostrare che c'è sempre un punto di partenza per riuscire a migliorare, e che agli errori commessi si può ancora porre rimedio, assecondando la natura che comunque ci mette sempre del suo, ogni giorno.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com

g.gerra
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Re: nido di gazza

Messaggioda g.gerra » ven 18 giu 2010, 21:15

A proposito di cambiamenti e modificazioni di ambienti appena citati da Enrico: puesto non l'ho scritto io, anche se lo pensavo un po' anch'io, ma lo appena preso dal sito dell'ANSA.

<<L'attivita' dell'uomo sta innescando rapidi cambiamenti climatici di proporzioni simili alle grandi catastrofi naturali del passato (come grandi eruzioni vulcaniche e cadute di meteoriti) che hanno portato gli ecosistemi al collasso. Lo sostiene un articolo di due ricercatori, l'australiano Ove Hoegh-Guldberg dell'universita' del Queensland e l'americano John Bruno dell'universita' della North Carolina, pubblicato su Science, che oggi dedica una sezione speciale ai cambiamenti degli oceani. ''Ci sono prove schiaccianti - scrivono gli studiosi - che le attivita' umane stanno innescando cambiamenti rapidi di proporzioni uguali a quelle di grandi eventi del passato''. Appena gli oceani hanno cominciato ad assorbire crescenti quantita' di calore e anidride carbonica, proseguono i ricercatori, la loro acidita' e' aumentata e in alcuni luoghi la circolazione e' diventata piu' lenta. Questi effetti hanno avuto ripercussioni sulle dinamiche delle reti alimentari, gli habitat delle specie, la distribuzione delle specie e la frequenza delle malattie. Sebbene vi siano incertezze sugli impatti spaziali e temporali dei mutamenti climatici, questi, sottolineano i ricercatori, stanno ''alterando chiaramente e fondamentalmente gli ecosistemi oceanici''. Ulteriori cambiamenti climatici, avvertono i due studiosi, ''continueranno a creare altre ed enormi minacce e costi alti per tutte le societa' del mondo ma a pagare il prezzo piu' alto saranno i Paesi in via di sviluppo''.>>

Di fronte a questi scenari personalmente mi sento un po' Don Chisciotte a fare la raccolta differenziata o a spegnere i led degli elttrodomestici, ecc., anche se sono fiero e convinto di farlo per il bene del pianeta.

Come diceva il saggio, meditate gente, meditate.

saluti
Giuliano Gerra


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