Grazie della dedica Sergio!
Ormai stai diventando un'esperto!
E' proprio una
Lestes viridis, o meglio la è al 90%: infatti in Italia si trova la "cugina"
Lestes parvidens, una specie molto simile, presente in Lombardia, ma non l'abbiamo mai trovata in Provincia di Parma e nemmeno ci risultano segnalazioni (per ora).
Le due specie sono praticamente identiche, e per il riconoscimento dei maschi occorre osservare le appendici anali, in particolare l'estensione della macchia nera nelle appendici superiori e la forma delle appendici sia superiori che inferiori; per far questo l'ideale è osservare l'animale con una lente d'ingrandimento, mentre usando una foto, l'angolo di ripresa dev'essere dall'alto (dorsale) e perpendicolare all'animale, con un buon fattore d'ingrandimento (cosa non sempre possibile).
In questo caso l'inquadratura non permette di fugare tutti i dubbi, tuttavia si nota l'estensione della macchia nera che si allarga lateralmente all'appendice superiore, facendo propendere per la specie da te individuata.
L'identificazione delle femmine fino a pochi anni fa non era possibile, tuttavia resta di difficile attuazione sul campo.
Una caratteristica di questa specie è la
deposizione endofitica, ovvero depone le uova principalmente nei rami giovani di salici che si sporgono sull'acqua: la femmina incide la corteccia con l'ovopositore e vi depone le uova; queste passano l'inverno racchiuse nel tessuto vegetale. All'inizio della primavera le
neanidi fuoriescono cadendo in acqua, compiono subito la prima muta divenendo ninfe e iniziando così la fase acquatica del loro ciclo vitale.
Le tracce della deposizione sui rami rimangono evidenti come cicatrici per parecchio tempo.
Alla prossima
Massimo e Maria Elena