nutrie e albinismo

Daniela Monteverdi
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nutrie e albinismo

Messaggioda Daniela Monteverdi » sab 31 ott 2009, 22:43

Oggi pomeriggio da viale Basetti, appena a sud del Ponte Caprazzucca, ho visto un piccolo di nutria albino.
Il fenomeno è comune a tutte le specie animali? solo ai mammiferi? Ha qualcosa a che vedere con l'analogo vegetale?
A proposito di nutrie, chiedo ad Enrico: qual è il problema riguardo al "fontanile" in progetto nella confluenza Parma-Baganza?
Grazie,
Daniela

Emanuele Fior
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Emanuele Fior » lun 2 nov 2009, 13:26

L'albinismo è certamente presente in tutti gli animali superiori, in alcune specie in particolare. Nella fauna locale le specie più soggette sono merli e cornacchie, portatrici di albinismo completo, ma più spesso parziale (singole penne o zone del corpo).
Per quanto riguarda la nutria di cui riferisci, bisognerebbe accertarsi che si tratti realmente di albinismo (assenza totale di pigmentazione anche su unghie e naso, che apparirebbero di colore rosato, oltre che occhi rossi, spesso il carattere più diagnostico), in quanto in questa specie la variabilità cromatica, anche tra soggetti appartenenti alla medesima cucciolata, è molto marcata, andando dal nero al crema chiaro, quasi bianco.
Saluti.

Emanuele

Daniela Monteverdi
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Daniela Monteverdi » lun 2 nov 2009, 15:08

Grazie, Emanuele.
Andrò sul posto con binocolo e macchina fotografica, ma, dopo le tue delucidazioni, sospetto si tratti solo di una nutria "bionda".
Daniela

Enrico Ottolini
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Enrico Ottolini » lun 2 nov 2009, 16:30

Il progetto "greenways" presentato venerdì scorso in Comune prevede anche la realizzazione di un fontanile, nella zona di confluenza tra Parma e Baganza. Anche ipotizzando di superare una serie di problemi (l'effettiva disponibilità di acqua, la necessità di impermeabilizzare il fondo, la compatibilità con il bosco presente, ecc.), rimane il rischio che l'ambiente immaginato dai progettisti come un ameno laghetto, rischi di essere completamente devastato dalle nutrie, che nelle acque ferme trovano il loro ambiente ideale.

Emanuele Fior
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Emanuele Fior » mar 3 nov 2009, 10:34

Quoto Enrico in toto.
Aggiungo una curiosità: nei giorni scorsi Renato Carini (il quale se volesse aggiungere qualcosa... ;) ) mi ha mostrato come una minuscola porzione recintata all'interno di un laghetto del Parco del Taro abbia consentito, senza alcun intervento di semina, lo sviluppo delle tife, al contrario del tutto assenti nel resto dello specchio d'acqua. Ovviamente ciò è reso possibile dal mancato accesso delle nutrie entro la recinzione. Mi è quindi apparso molto chiaro come questo ospite sudamericano, non solo scavi gli argini e danneggi l'agricoltura (i danni da nutria sono in costante aumento), ma sia in grado di modificare radicalmente un habitat, con tutte le conseguenze del caso.
Non vorrei che il fontanile in progetto prendesse il nome di "laghetto delle nutrie"... :?

Emanuele

Daniela Monteverdi
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Daniela Monteverdi » gio 5 nov 2009, 16:46

Ho visto, sul libro di Vittorio Parisi recentemente uscito con la Gazzetta, a pag. 96, la foto di una famiglia di nutrie della Parma con tutte le sfumature di colore dal testa di moro al crema. Perciò il capitolo albinismo è chiuso, ma non quello sulla presenza di questi stranieri ormai naturalizzati nel nostro torrente.
Ora, mica sono venuti dal sudamerica a nuoto!
Almeno questi guai servissero di lezione per una regolamentazione attenta di allevamenti a scopo di lucro o anche introduzioni incaute a scopi "ambientali", sia di fauna che di flora. Ma mi sembra che non sia così: l'esperienza non ha mai insegnato molto alla specie umana, altrimenti da molto tempo saremmo migliori, se non perfetti.
Domanda: se non ci accontentiamo di guardare le simpatiche nutrie dal lungoparma ma vogliamo il laghetto con le tiphae che si fa?
Daniela

Daniela Monteverdi
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Daniela Monteverdi » ven 6 nov 2009, 20:53

Scusate se insisto con le nutrie.
Tornando sul lungoparma Basetti ho notato che le nutrie escono ed entrano nei grandi roveti lasciati in mezzo al prato: si vedono bene numerosi ingressi.
Se lì sotto ci sono i nidi, le nutrie fanno lo stesso le gallerie sulle sponde?
Se sì, perché?
Se no, è perché lì le sponde sono troppo basse? Perché facilmente sommerse?
Qualcuno osa rispondere alla domanda di ieri "che si fa in questi casi"?
Grazie,
Daniela

renato
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda renato » lun 9 nov 2009, 15:05

Leggo solo ora la mail di Emanuele che cita un esperienza nel parco del Taro.
Non conosco il progetto del torrente parma, ma su un punto vorrei dire la mia: qualunque intervento che prospetti la crescita di essenze acquatiche (phragmites, tife, ninfee, nannufari ecc) è destinato al fallimento se non adeguatamente protetto dalle nutrie.
Nel parco dove lavoro questo è stato già dimostrato dai recinti che abbiamo costruito e che hanno permesso la crescita di un pò di vegetazione. L'unica condizione favorevole e resistente è quella di canneti (phragmiteti) molto estesi e consolidati magari su isole con poca o niente acqua. La nutria si ciba malvolentieri fuori acqua e lo fa solo se non trova nulla nuotando.
Cmq vi lancio una sfida, facciamo una cena con nutria arrosto? Dimostriamo che si può mangiare?
Io ci metto la nutria, chi partecipa?
Ciao
Renato Carini

Emanuele Fior
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Emanuele Fior » lun 9 nov 2009, 18:13

Renato, io porto da bere! :lol:

Cara Daniela, la nutria, come tutte le specie opportuniste, sfrutta a proprio vantaggio tutto ciò che non la danneggia.
Mi spiego meglio: per quanto riguarda il cibo non è certo schizzinosa (oltre ai vegetali si nutre anche del pane lanciato dal Lungoparma e non disdegna nemmeno uova di uccelli che nidificano al suolo nè piccoli invertebrati), così come riesce a nuotare sia in acque ferme che correnti (come quelle dei nostri torrenti). Stessa cosa si può dire per le tane; dove può scava cunicoli, ma se ha a disposizione fitti roveti, o ancora grosse rocce alternate a terra, non si fa certo pregare.
L'argomento "animali opportunisti" sarebbe molto lungo ed interessante, ma in sostanza credo di poterlo riassumere in questo modo: nel suo ambiente d'origine ogni specie sviluppa le caratteristiche più idonee alla sopravvivenza, sia morfofunzionali che comportamentali, sotto la pressione di prede, predatori e competitori. L'intera biocenosi di quel luogo si sviluppa insieme, in un'immensa ed intricatissima rete di relazioni; ognuno "cerca" di sviluppare il meglio per sè, ma gli altri fanno lo stesso, in una cosidetta "corsa agli armamenti". Il risultato di tutto questo è la "coevoluzione".
Quando, al contrario, una specie viene immessa in ambienti sconosciuti e sopravvive (di frequente ciò non avviene), è sottoposta a pressioni diverse, molto spesso meno dure di quelle originarie. Ciò fa sì che possa esserci un veloce adattamento comportamentale (rapido negli "opportunisti", assai meno negli specialisti), atto allo sfruttamento della nicchia ecologica disponibile nel nuovo ambiente (e qui tralasciamo tutti gli effetti che può avere una specie alloctona sul resto della biocenosi).
In sintesi: una nutria preferisce scavare la tana, per istinto, nel luogo più sicuro, quindi entro un argine dove possa avere ingresso e via di fuga in acqua, ma se non trova predatori, il cibo disponibile è abbondante ed il clima lo consente...perchè non accontentarsi di un tetto di rovi?!? ;)

Chiedo scusa se mi sono dilungato.
Saluti.

Emanuele

Luigi Ghillani
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Re: nutrie e albinismo

Messaggioda Luigi Ghillani » lun 9 nov 2009, 22:25

Renato, io porto il contorno di verdure! :lol:
Non so se le nutrie sono buone ma senza dubbio devono essere molto nutrienti!


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