Caprioli in campagna

enrico bocchi
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Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » gio 15 gen 2009, 19:25

Mai come quest'inverno i caprioli manifestano la loro difficoltà nel reperire cibo in campagna (per la verità erano già a stecchetto durante la siccità autunnale); infatti anche in collina in questi giorni con neve a terra e freddo intenso, hanno iniziato a frequentare cortili e giardini durante le ore notturne spogliando i sempreverdi di loro gradimento e cimando anche i rami giovani degli arbusti decidui; ne hanno fatto le spese corbezzoli, filliree, lentaggini, laurocerasi, evonimi giapponesi e persino tassi, sgraditi invece bossi, agrifogli e lentischi.
E' palese ormai che le nostre zone abbiano esaurito tutti gli spazi disponibili, e questo animale tanto benvoluto dalla gente, suo malgrado è diventato una fonte di problemi per l'agricoltura, per la viabilità, per la salute pubblica a causa delle zecche e soprattutto per i nostri ecosistemi che ne devono sopportare il sovrannumero; già da alcuni anni si può notare come i boschi una volta tagliati per far legna, non riescano più a rinnovarsi perchè il novellame e le nuove cacciate vengono sistematicamente e continuamente divorati durante il periodo vegetativo.
La loro crescita demografica negli anni è stata lenta causa bracconaggio e fienagioni, ma ora la loro presenza è fuori controllo ed anomala; qualcuno sa dirmi quale sarebbe la loro densità per Km quadrato tollerabile dagli ecosistemi, e soprattutto come mantenerla in modo naturale?
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mario
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda mario » dom 18 gen 2009, 11:57

E' praticamente impossibile stabilire quale possa essere una densità agro forestale valida genericamente, andrebbe valutata in ogni microambiente e non avrebbe comunque molto senso perchè il tempo per poterla valutare sarebbe superiore a quello in cui potrebbero verificarsi delle variazioni ambientali che fanno saltare tutto. E poi i caprioli non sono poi così statici come si crede, per lo meno ragionando in termini di popolazione e non di individui. L'unica possibilità è quella di stimare una densità obbiettivo gestionale e poi verificare gli effetti. Più facile a dirsi che a farsi e non solo per problemi tecnici ma anche socio culturali. L'esplosione dei caprioli sono la dimostrazione che c'è stato un errore gestionale di fondo: le stime di popolazione sono sempre state sottostimate in misura superiore di quanto previsto, ad ulteriore dimostrazione che l'estrapolazione dei dati raccolti in una realtà territoriale non è così facilmente attuabile. Il mantenimento naturale di una densità ottimale è praticamente impossibile: l'equilibrio naturale non esiste! non è una situazione statica ma il continuo succedersi di squilibri con tempi per noi inaccettabili, anche perchè non necessariamente tendenti all'equilibrio ma più spesso verso la prevaricazione di una specie su altre. E questo ancora più facilmente in una situazione fortemente alterata, frammentata e urbanizzata quale quella italiana. Non dimentichiamo inoltre che il mantenimento di una densità bassa favorisce la fitness biologica di una popolazione: meno sono e maggiore è il successo riproduttivo quindi rapida espansione di popolazione. Ergo: limitare una popolazione artificialmente comporta uno sforzo operativo costante nel tempo, con tutto quello che ne consegue....

enrico bocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » lun 19 gen 2009, 18:05

grazie Mario; non limitarla però potrebbe portare a conseguenze peggiori; per quel poco che ne so una popolazione troppo densa su un determinato territorio, al di là del degrado che produce, è suscettibile all'insorgere di epidemie, e le condizioni dei singoli individui sono mediamente meno buone; come dicevi anche tu, limitando una popolazione di ungulati si stimola la sua capacità riproduttiva e il numero torna a crescere rapidamente, quindi sarebbe comunque meglio agire in questo senso: la presenza di ungulati come caprioli, daini, cervi e cinghiali nelle nostre zone attualmente rassomiglia a una sorta di allevamento allo stato brado, si tratta di stabilire se gestirlo in modo responsabile o meno.
Una densità di 8 - 12 caprioli per km quadrato potrebbe andar bene?
I daini presenti in Val Taro non sarebbe meglio estirparli?
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subbuteo
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda subbuteo » lun 19 gen 2009, 23:08

I daini presenti in Val Taro non sarebbe meglio estirparli?


Mah, questa terminologia mi sembra più adatta a un forum venatorio che al Taccuino del naturalista...
Non sono un animalista, ma forse un po' di moderazione non guasterebbe

Ciao
Franco Roscelli

enrico bocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » mar 20 gen 2009, 9:00

Si, convengo di essere ricorso ad un linguaggio duro, forse paragonabile a quello dei forum venatori (che non frequento); mi scuso,invece di "estirparli" avrei potuto mettere "toglierli" ; ho iniziato a visitare l'Oasi dei Ghirardi quando ancora i daini non erano evasi dal recinto che si trovava non so bene dove nella valle, e quindi sono testimone del degrado che questa specie alloctona arreca a questi splendidi ambienti: il daino è una specie molto statica sul territorio che incide pesantemente sulla vegetazione erbacea ed arbustiva, e non ci sono ragioni perchè questi debbano permanere nelle nostre zone; ricordo che un nucleo di daini sta crescendo di numero anche nella bassa Val d'Enza, sempre in conseguenza di un'evasione; quello che mi preme e la salvaguardia della Flora, ma non vorrei essere frainteso, io ho un profondo rispetto per tutti gli esseri viventi e mi spiace enormemente che qualcuno prima o poi debba porre rimedio a questi brutti pasticci.
Saluto tutti, Enrico.
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mario
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda mario » mar 20 gen 2009, 19:48

Il problema gestione oculata si evidenzia già in queste poche battute....limitare significa abbattere. Oculato significa farlo con un metodo e in una misura preventivamente stabilito. Quale? e poi bisognerebbe ricalibrare in funzione dell'esito degli interventi. chi ci dice che 10 caprioli/Kmq non vengano a mangiare i germogli delle piante da frutto o delle viti? Il cinghiale ci insegna che non esiste una densità correlabile ad un livello di danno accettabile, le relazioni sono mpolto più complesse e variabili. Inoltre abbattere significa creare un interesse (venatorio), come quello che adesso hanno i daini dell'alta val taro e della media val d'enza, e i mufloni della val gotra e della val parmossa ecc. Non dovevavno esserci, ma qualcuno li ha messi perchè aveva interesse .... Toccare i caprioli "bambi" poi non se ne parla proprio...ricordatevi Piemonte 2007!

enrico bocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » mer 21 gen 2009, 10:10

Essendo io un agricoltore non voglio esporre le mie lamentele al riguardo su questo forum naturalistico, ma insisto per farvi capire che le presenze in sovrannumero di varie specie tra le quali i caprioli comportano il modificarsi degli ecosistemi e la perdita di biodiversità; fino all'immediato dopoguerra era uso comune mantenere molti animali domestici al pascolo, e anche i boschi erano "puliti" e frequentemente ceduati, quindi molto miseri; l'abbandono delle campagne da parte della popolazione contadina ha segnato l'inizio di una lenta ripresa, in termini soprattutto qualitativi, del patrimonio forestale che è continuata fino a pochi anni fa; di pari passo gli agricoltori residui hanno trasformato l'agricoltura da contadina a industriale, a mio avviso peggiorandola notevolmente; da qualche anno a questa parte c'è un ritorno allo sfruttamento delle risorse forestali, esclusivamente per l'approvvigionamento di legna da ardere, e contemporaneamente un forte aumento delle popolazioni di erbivori, risultato di reintroduzioni non sempre autorizzate, che inevitabilmente sta riportando la situazione dei nostri boschi a quelle presenti nella prima metà del secolo scorso.
Attualmente nella nostra provincia come in quella di Reggio Emilia, effettuare un qualsiasi intervento che comporti l'impianto di alberi e arbusti non ha speranza di riuscita se non ricorrendo a costose e laboriose recinzioni delle aree interessate; sulle superfici agricole abbandonate la selezione sulle specie selvatiche che concorrono al rinnovamento del manto forestale porta ad un nuovo impoverimento della biodiversità, ed anche il continuo calpestio e brucamento del sottobosco e dei prati naturali alla lunga comporterà un degrado e la perdita di specie erbacee e probabilmente fungine.
Inoltre sappiamo bene che il piccolo mondo venatorio gli abbattimenti li fa eccome: ogni stagione i "nocivi" (guarda caso sono tutti predatori) vengono drasticamente ridotti di numero con bocconi avvelenati, trappole e abbattimenti illegali, così se ne va la speranza di un ritorno alla normalità.
Nella catena alimentare gli erbivori hanno assoluto bisogno di essere limitati dai carnivori, sia che si tratti di cervidi, suidi, ovidi, lagomorfi o roditori; non hanno altro modo di contenersi e ogni loro aumento incontrollato li porta comunque all'autodistruzione; le razze domestiche possono essere allevate solo sotto stretto controllo, e sotto la responsabilità degli allevatori,non si può "bonificare" l'ecosistema affinchè l'allevamento all'aperto non dia alcun problema.
In mancanza di normalità, gli abbattimenti diventano inevitabili; sul fatto che debbano essere svolti in modo oculato non mi esprimo (non sono io il tecnico faunista), solo mi auguro che siano affidati a personale professionalmente preparato; sul fatto che i cinghiali siano stati abbattuti loro malgrado a migliaia senza che nessuno abbia sollevato obiezioni e i caprioli invece non si possano toccare, invito a riflettere ribadendo che lasciar correre porterà a risultati negativi; se l'uomo crea i pasticci, attraverso la propria intelligenza deve cercare di risolverli.
Saluto tutti, Enrico.
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » mar 10 feb 2009, 16:49

La scorsa settimana avevo già provato a fare un censimento del numero di caprioli presenti nella sponda orientale della dorsale tra Lupazzano e i Boschi di Lupazzano dove risiedo; il tempo si era guastato rapidamente e il numero contato su questa superficie di circa 1 kmq era stato di 36 animali divisi in tre branchi. Ieri mattina cielo sereno e visibilità ottima, leggera gelata e calma di vento: durante l'inverno in queste condizioni climatiche i caprioli si radunano in branchi numerosi e al sorgere del sole si ritrovano nei campi che si scaldano per primi, in particolare i medicai.
Stavolta il conteggio ha dato un numero più elevato: a mente ero arrivato a 47, ma rivedendo le foto mi sono accorto che ne avevo tralasciati altri 6; garantisco che nessun capriolo è stato contato più volte; nelle foto i branchi più numerosi.
Allegati
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » mar 31 mar 2009, 21:42

Dall'articolo apparso sulla Gazzetta di Parma di ieri 30 marzo, si apprende che il numero di caprioli censiti nel territorio comunale di Neviano degli Arduini, della superficie di 105 kmq, dovrebbe aggirarsi intorno a 4000 individui; la stima è sicuramente vicina alla realtà; in primavera nasceranno quelli del 2009, quanti caprioli avremo nel nostro territorio durante l'estate? E soprattutto chi ancora pensa che una simile quantità di caprioli sia una buona cosa per il territorio?
Enrico.
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda guidosardella » mer 1 apr 2009, 10:29

enrico bocchi ha scritto:...chi ancora pensa che una simile quantità di caprioli sia una buona cosa per il territorio?


I lupi? :mrgreen:

;)

Ciao,
Guido


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