Caprioli in campagna

enrico bocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » mer 1 apr 2009, 12:40

I lupi? Risposta esatta: come abbiamo fatto a non pensarci prima?
Ciao, Nadia.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com

abocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda abocchi » mer 1 apr 2009, 21:51

Secondo la mia opinione ce ne sono veramente troppi. Qui da noi quando si taglia il bosco ceduo e nascono i nuovi germogli i caprioli fanno terra bruciata e non c'è più il rinnovo delle piante.
Come agricoltore custode colleziono antiche varietà di fruttiferi (circa 300 varietà) e le giovani piante vengono seriamente danneggiate o addirittura seccano. Ho provato a mettere i ripari intorno alle piante ma i maschi vi strofinano le corna e provocano danni ingenti e nessuno paga i danni. Io sono un naturalista convinto e negli anni 80 noi gruppo di Tizzano abbiamo portato avanti il disegno del Parco di Crinale (facendo proiezioni di diapositive anche in provincia , regione e comuni montani )
e allora ce n'era bisogno perchè i caprioli erano pochi,la flora e le torbiere minacciate dalle piste da sci (es. prato Spilla).
Ma ora è da irresponsabili non porsi il problema e sperare solo nel lupo. Perchè poi se il lupo si moltiplica come i caprioli allora
per noi residenti in montagna sono dolori e possiamo chiudere le az. agricole,a meno che vengano PAGATI i danni reali che si provocano. Io ho già perso una decina di capi tra pecore e capre e solo l'ultima pecora mi è stata risarcita. E che risarcimento! Mi hanno dato 90 euro dopo due anni e mezzo e ne ho dovuto spendere 70 ( adesso sarebbero 92 euro)per lo smaltimento regolare della carcassa della pecora. Però per ricomprare un altro agnello di razza cornigliese ne ho spesi 150. Quindi vedete che i risarcimenti sono una farsa e i danni causati dagli animali selvatici che dovrebbero essere a carico della collettività invece ricadono sui coloro che lavorano nei campi e che tengono (o dovrebbero tenere ) a posto il territorio montano. Scusate lo sfogo ma era inevitabile. Saluti

guidosardella
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda guidosardella » gio 2 apr 2009, 16:05

È uno sfogo giusto e comprensibile. Il problema è che lasciare la gestione della fauna SOLO al mondo venatorio non potrà che far aumentare il problema a dismisura (vedi cinghiali già oggi), visto che si punta al maggior numero di prede possibili, piuttosto che a un carico corretto per il territorio.

Dario Botti
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda Dario Botti » ven 3 apr 2009, 18:30

Personalmente credo sia il caso di ridimensionare un po’ l’allarme per il cosiddetto soprannumero dei caprioli; il problema della gestione faunistica è complesso, coinvolge anche questioni di carattere etico oltre che ecologico, e ridurre il problema al numero di individui per kilometro quadrato mi sembra una semplificazione eccessiva.
Vorrei ricordare un paio di cose che credo vengano sovente dimenticate: la prima è che gli animali sono esseri viventi (proprio come noi) e in quanto tali hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di esistere, e la seconda è che il territorio non è proprietà esclusiva degli esseri umani.
Detto questo, la cosiddetta “piaga” dei caprioli, o meglio una certa abbondanza della specie, è tale grazie e soprattutto al tipo di paesaggio che abbiamo creato noi e alla mancanza di predatori sempre creata da noi.
Con tipo di paesaggio intendo l’abbondanza, il rapporto, la forma e la prossimità tra loro di ambienti favorevoli al capriolo, come i prati, le radure boschive, gli arbusteti, i boschi cedui con quei tronchetti rachitici ecc…
Se si vuol risolvere un problema si devono studiarne prima e poi rimuoverne almeno in parte le cause, e sinceramente il puro abbattimento mi sembra un palliativo, non una soluzione.
Sarò forse malizioso, ma ho l’impressione che ci siano molte strumentalizzazioni su questa vicenda; non trovate infatti strano, ad esempio, che non si vogliano i lupi (altrimenti non li si abbatterebbe), reintroduzioni di linci neanche a parlarne, ma si invoca sempre a gran voce la doppietta?
Come se chi considera un passatempo uccidere altri esseri viventi avesse la chiave dei problemi ecologici.
Forse sbaglio, ma più che per la “piaga” dei caprioli, io sono preoccupato per le ricadute che avranno nei prossimi anni molti progetti pendenti sul nostro territorio: l’inceneritore, l’autostrada Tirreno-Brennero (che si incrocerà con la Cispadana dentro un sito di interesse comunitario), la Pedemontana, la via Emilia bis, la via Spezia bis, i kilometri quadrati di “food valley” destinati all’edificazione…

Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere queste righe, buona giornata a tutti,

Dario

Luigi Ghillani
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda Luigi Ghillani » ven 3 apr 2009, 22:38

Scrive Dario:

Codice: Seleziona tutto

Vorrei ricordare un paio di cose che credo vengano sovente dimenticate: la prima è che gli animali sono esseri viventi (proprio come noi) e in quanto tali hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di esistere, e la seconda è che il territorio non è proprietà esclusiva degli esseri umani.


Questa affermazione è verissima ma non regge nella realtà. Anche le piccole zanzare tigre, gli scarafaggi, i topi sono esseri viventi, e allora perché non preservare anche loro dai tentativi di sterminio? Perché non fermare la derattizzazione? Forse perché i topi sono brutti e cattivi ed escono dalle fogne mentre i caprioli sono belli e si inseriscono bene nel verde? Al vertice dei mammiferi predatori ci stanno i lupi e l'uomo (che è lupo per l'uomo, secondo l'antico adagio latino). L'uomo, per inciso, che nella stragrande maggioranza dei casi è oltretutto carnivoro, alla faccia degli esseri viventi! Non mi risulta che da noi la vacca sia sacra. Certo è facile parlare quando non si subiscono danni di sorta. Però se è l'uomo che procura i danni può anche pensare di porvi un rimedio. Non può farlo con l'abbattimento selettivo? Potrebbe farlo con la cattura e la deportazione in altri siti, previo bando pubblico su internet. Vedo dal numero di visite sull'argomento che il problema è sentito. E allora avanti con le possibili soluzioni. Forse anche questa piccola provocazione può servire.

abocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda abocchi » sab 4 apr 2009, 9:22

Rispondo a Dario
Caro amico rispondo al suo intervento dandole del lei perchè vedo che siamo di due mondi diversi, io montanaro con una piccola az. agricola biologica con tanto di terreni,boschi e animali. Si animali perchè il fieno che produco mica posso mangiarlo io. Lei presumo che faccia un altro mestiere . Le sue idee integraliste (siccome siamo in democrazia le rispetto) non fanno altro che peggiorare la situazione e così anche la popolazione locale ci odierà sempre di più e arriveranno poi i pazzi-disperatiche metteranno i bocconi.
I nostri campi non sono solo una riserva per i caprioli,ma dobbiamo anche coltivarli e viverci altrimenti lasciamo tutto e veniamo in città a fare gli impiegati.
Io da naturalista (non animalista!) la posso anche capire,ma il 99% della popolazione da noi la pensa diversamente,e non solo i cacciatori coi quali secondo me bisognerebbe avere una cordiale collaborazione-confronto ( conosco cacciatori-agricoltori del posto che mi hanno portato animali bisognosi di cure, quindi non sono tutti uguali).
Noi piccole az. agricole quando tagliamo l'erba nei limiti del possibile salviamo i nidi,i piccoli caprioli e io salvo pure le biscie che porto a casa nell'orto. Ed essendo sul posto da 57 anni sa quante civette,merli,barbagianni,poiane,rondoni,ecc.
con l'aiuto anche di altri ho salvato? Perchè è la sensibilità dell'agricoltore verso ciò che lo circonda che lo rede coinvolto.
Personalmente quando aro i campi se noto un orchidea la trapianto con la vanga vicino ad un argine,quando vedo un frutto in via d'estinzione cerco di propagarlo,quando vedo le cince che non sanno dove fare il nido metto i nidi artificiali anti-gazza-cornacchia (perchè da noi questi uccelli si sono propagati a dismisura e ci rimettono i piccoli e simpatici insettivori che vengono sistematicamente depredati).
Lei penso che col suo estremismo sia anche contro le nostre fattorie,visto che a quanto ho capito le nostre vacche a fine carriera le dovremmo portare all'ospizio invece che al macello.
Idem per conigli,capre,pecore,maiali,ecc.. Con le mucche per avere continuità e qualità del latte bisogna fecondarle e farle partorire ,ma secondo la sua opinione non si potrebbero macellare quindi o ammucchiamo miliardi di bovini o non facciamo più latte. Mi scusi per l'esempio banale e spero che lei sia solo disinformato e che quindi non voglia la chiusura delle nostre aziende. E qui mi fermo altrimenti divento noioso,ma mi creda per conoscere bene il territorio in tutti i suoi aspetti bisogna abitarci perchè dalla città (e facendo un altro lavoro) non sempre si vedono le cose dal lato giusto.
Non me ne volga e spero di farle cambiare idea nei riguardi delle nostre aziende,cordiali saluti Antonio

enrico bocchi
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » sab 4 apr 2009, 13:52

Per quanto riguarda il lupo come potenziale predatore nei nostri territori rurali, lo vedo molto svantaggiato; il capriolo è per lui una preda già difficile in condizioni più tranquille come quelle montane, in aree antropizzate sono di più i rischi che le possibilità di riuscita, quindi credo sia inutile sperare in una soluzione del problema in questo senso, che poi sarebbe ipotizzabile in un lungo periodo. Mario ha poi sostenuto che gli abbattimenti manterrebbero una popolazione giovane e pronta a ricrescere rapidamente di numero ad ogni stagione riproduttiva (arrivando anche al raddoppio stagionale), e Guido ha sottolineato che ciò andrebbe a vantaggio solo dei cacciatori se il capriolo fosse dichiarato specie cacciabile. Sappiamo inoltre che anche le catture e gli spostamenti di questi animali, ne provocano un'elevata mortalità. A questo punto credo sia inutile recitare il mea culpa per decisioni sbagliate prese dalle generazioni che ci hanno preceduto e rimpiangere le foreste planiziarie; certo fermare il consumo dissennato del suolo agricolo e non, è un emergenza ben più grave, ma qui poi saltiamo da un argomento all'altro senza focalizzarli bene; certo sappiamo bene che anche gli animali soffrono, ma soffrono comunque anche quando una popolazione troppo numerosa e vecchia va verso il declino decimata dalle epidemie; zitto zitto il mondo vegetale che sta alla base della catena alimentare sopporta tutto quanto, ma fino a quando?
Conoscerlo, rispettarlo e proteggerlo conviene? Da appassionato io non ho dubbi: la mia risposta è si. Alla fine anche il problema caprioli, come fu per il problema cinghiali si risolverà o verrà risolto in modo drammatico, non c'è scampo; se poi ne avremo tratto qualche insegnamento, questo ci servirà per non ricaderci di nuovo.
Piccola parentesi:in montagna ognuno vive calato nel suo territorio: se lo rispetta e sopporta le maggiori difficoltà dovute al clima più ostile, al dissesto idrogeologico, e a tutti gli altri eventi ai quali è impossibile sottrarsi e contemporaneamente non commette errori, "tira avanti" senza dar fastidio a nessuno; se qualcuno però gli da fastidio ostacolando le sue attività che gli servono per vivere, praticamente lo stronca in breve tempo senza lasciargli alternative, sebbene abbia pagato le tasse, oltre agli investimenti, per portare avanti le proprie attività: non è leale. La concomitanza di molti interessi di vario genere intorno al territorio collinare montano deve escludere in partenza le prevaricazioni verso ognuno di questi.
saluto tutti, Enrico.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com

subbuteo
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda subbuteo » dom 5 apr 2009, 21:53

enrico bocchi ha scritto:Dall'articolo apparso sulla Gazzetta di Parma di ieri 30 marzo, si apprende che il numero di caprioli censiti nel territorio comunale di Neviano degli Arduini, della superficie di 105 kmq, dovrebbe aggirarsi intorno a 4000 individui


Vuoi dire che a Neviano Arduini ci sono più Caprioli che abitanti?
Ma siamo sicuri della precisione del censimento? Non è che i cacciatori-censitori hanno esagerato un po' tanto?

Saluti
Franco Roscelli

Dario Botti
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Re: Caprioli in campagna

Messaggioda Dario Botti » mar 7 apr 2009, 8:14

Al Signor A.Bocchi,
mi dispiace del qui pro quo generato dal mio intervento: dalla Sua risposta mi pare chiaro di aver espresso le mie opinioni in maniera non corretta.
Non sono né un integralista né un estremista: mi si può tutt’al più rimproverare di non essere bravo con le parole, di aver fatto un discorso troppo generico e di aver date per scontate troppe cose.
Proverò a spiegarmi meglio.
E resta comunque il fatto che le mie opinioni, come quelle di chiunque, possono non essere condivise.
Ho scritto “che gli animali sono esseri viventi (proprio come noi) e in quanto tali hanno lo stesso diritto che abbiamo noi di esistere”: è implicito (almeno per me lo è) che nella realtà la pace tra le creature (e l’uomo tra queste) non esiste, se non altro perché ci si deve nutrire per vivere, e comunque la grandiosità e la bellezza della natura risiedono anche nella complessità delle relazioni tra le varie specie, tra i vari habitat ecc...
Per Lei, come per me, come per le persone che scrivono nel Forum e per tante altre (per fortuna!),
la natura è degna di amore e rispetto.
Purtroppo non tutti la pensano così, per cui secondo me è bene ribadire, ogni tanto, questo concetto.
Ho scritto anche “che il territorio non è proprietà esclusiva degli esseri umani”: volevo porre l’accento sul fatto che l’uomo, molto spesso, non prende in considerazione i probabili effetti negativi ingenerati dalle sue azioni e le successive ricadute anche su se stesso e sulle sue attività economiche.
E’ un po’ come la storia della coperta corta: si cerca di porre rimedio e determinati problemi, e se ne provocano altri.
Lei sa meglio di me che in natura tutte le cose sono legate.
La poca scientificità (o la leggerezza se si vuole) con cui in passato si sono prese certe decisioni legate al territorio ha provocato forti squilibri (si veda ad esempio il dissesto idrogeologico o la stessa abbondanza di ungulati): sarebbe necessario, secondo me, studiare a fondo i fenomeni ecologici (in senso scientifico, non ideologico o politico), le cause e gli effetti per poter, forse arrivare a soluzioni soddisfacenti.
Come dice Lei, è necessaria la collaborazione e la cooperazione: le intenzioni del mio intervento avrebbero voluto incitare in tal senso (senza pregiudiziali verso nessuno): se non si coinvolgono le varie attività, le conoscenze tecniche e le capacità che vivono e lavorano sul territorio, sarà difficile trovare una soluzione soddisfacente.
Sarà anche necessario guardare ad altri territori, per farsi un’idea più ampia.
Credo comunque che non esista “la” soluzione, ma se andrà bene si troverà un ventaglio di più mezzi che usati insieme forse riusciranno a riequilibrare un po’ il territorio.
L’esasperazione degli animi e la strumentalizzazione spesso cavalcato (ovviamente) dai mezzi d’informazione non aiutano certo la collaborazione e la serenità nelle decisioni tra i diversi attori che operano sul territorio, e questo è grave secondo me.
Per quanto riguarda le attività umane, per me, che provengo da una famiglia che ha sempre vissuto di agricoltura (e che m’ha insegnato ad amare la natura) è assolutamente scontato che le possibili soluzioni devono tutelare la funzionalità e la redditività delle stesse!
Probabilmente anche questo concetto va ribadito: non viviamo su un territorio selvaggio ma abitato e utilizzato, e quello che per chi vive in città è lo spazio del relax, dello svago e della ricreazione dello spirito, per chi non vive in città è anche e soprattutto il luogo da cui si trae il sostentamento.
Per me è pacifico che sia così.
L’altra cosa che volevo dire è che focalizzandosi su un solo problema, si rischia di non vedere che ce ne sono altri, all’orizzonte, non meno gravi: anche se mi rendo conto che i diversi tipi di territorio che costituiscono la nostra Provincia hanno priorità e problemi diversi, almeno in parte.
Io vivo in pianura, e ogni giorno vedo tragicamente scomparire sotto cemento e asfalto una nuova fettina della nostra fertile terra…
Chiudo qua, non voglio dilungarmi troppo e monopolizzare il Forum.
Sappia che ho apprezzato il Suo tono sincero.
Cordiali saluti.

enrico bocchi
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Iscritto il: sab 31 mag 2008, 12:28

Re: Caprioli in campagna

Messaggioda enrico bocchi » mar 7 apr 2009, 19:03

"Vuoi dire che a Neviano Arduini ci sono più Caprioli che abitanti?
Ma siamo sicuri della precisione del censimento? Non è che i cacciatori-censitori hanno esagerato un po' tanto?"

Rispondo a Subbuteo;
in effetti potrebbe essere proprio così, d'altronde Neviano è uno dei Comuni più estesi della Provincia ma di certo non ha un'elevata densità; i dati comunque non erano ufficializzati e si trattava di una stima per eccesso probabilmente perchè il censimento è stato svolto con cattivo tempo e scarsa visibilità; in un riquadro poi si riportava una media nell'ATC PR 4 di 28 caprioli a kmq, comprendendo quindi anche territori di pianura.
Secondo me un censimento più preciso si poteva fare col freddo; ora i branchi si sono un pò dispersi e 10-20 caprioli tutti insieme è più difficile vederli.
Cordiali Saluti.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com


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