Ecco, così possiamo dire qualcosa in più!
Per prima cosa sfatiamo il mito per cui dal palco si possa dedurre l'età del Capriolo: non è così. Si può solo, nella gran parte dei casi, supporre la classe di età di appartenenza: giovane entro l'anno di età, subadulto e adulto (insieme perché difficili da separare) e anziano. E anche in queste situazioni l'errore è dietro l'angolo.
Dall'analisi dell'usura dentaria si può invece essere un po' più precisi. Infatti, fino all'anno di età ci si può basare sull'eruzione della dentizione definitiva che va a sostituire quella da latte (molto diagnostico soprattutto il terzo premolare: tricuspidato da latte, bicuspidato definitivo), poi si deve guardare l'usura della tavola dentaria. Questa pratica andrebbe eseguita sulla mandibola, più affidabile, ma, non essendoci, ci affidiamo alla mascella. Con l'avanzare dell'età, i denti del Capriolo si consumano e quindi appiattiscono, secondo un ordine abbastanza regolare (solitamente i primi ad abbassarsi sono i premolari, soprattutto 2 e 3, seguiti dal primo molare). In contemporanea con lo spianamento delle cuspidi si evidenzia un consumo dello smalto (bianco) e la comparsa della sottostante dentina (più scura), la cui ampiezza si fa via via più consistente con gli anni. Un ultimo aspetto da considerare è il restringimento (fino alla chiusura quasi completa in età avanzata) della fessura che separa i due lati di ciascun dente, sempre conseguenza del consumo.
In sintesi, con l'età: il dente si appiattisce, le strisce di dentina si allargano, la fessura si restringe.
Per venire al nostro ormai noto defunto. La regola vuole che se le due emimandibole (nel nostro caso emimascelle) presentano un grado di usura differente, ci si debba basare sul lato più consumato, per noi evidentemente il lato sinistro (quello più in basso nella foto di Luigi). Si nota un appiattimento consistente di tutti i premolari; anche il molare 1 mostra segni di usura, un po' meno evidenti nei molari 2 e 3. La dentina non è particolarmente evidente, anche perché molto chiara, quasi bianca. In effetti questa può avere differenti tonalità, dal bianco sporco (meno resistente) al quasi nero (più dura). Le strisce di dentina sono comunque abbastanza ampie. La fessura non esiste più nei premolari 2 e 3, molto ridotta nel premolare 1 e nel molare 1.
Personalmente stimerei questo individuo un soggetto maturo, un adulto con circa 4-6 primavere alle spalle, anche se la certezza si avrebbe soltanto sezionando orizzontalmente un dente ed analizzandone una sorta di "anelli di crescita", un po' come quelli del legno dei vegetali. E' questo un procedimento complesso e costoso, che richiede attrezzature professionali: è quindi utilizzato solo nella ricerca scientifica. Interessante notare come, se si fosse guardato soltanto il palco, si sarebbe potuta facilmente sottostimare l'età del Capriolo, essendo le stanghe sottili, poco perlate, con rose poco estese ed abbastanza alte.
Un'ultima curiosità: l'usura dentaria è ovviamente più o meno accentuata a seconda che l'animale si alimenti di una maggiore o minore quantità di essenze vegetali, dure, legnose. Ecco che popolazioni di zone differenti possono presentare diversa velocità di usura della tavola dentaria. Questo aspetto è nel Capriolo, rispetto a molti altri ungulati, abbastanza contenuto, in quanto specie selettrice di alimenti nutrienti, spesso teneri ed ai primi stadi vegetativi, indipendentemente dall'ambiente in cui si trovi.
Allego, come termine di paragone, due foto di mascelle di Capriolo. Evidenti le differenze tra un animale giovane (circa 15 mesi) ed uno anziano (10 anni e oltre?).
Ancora ciao.
Emanuele
P.S. Possiamo svelare che ho potuto analizzare per bene il cranio perché adesso l'ho in mano io...
