Rombavano fragorosamente i camion nella bassa di Lesignano lo scorso 30 giugno 2011. Andavano vuoti verso il fiume e ritornavano pieni, a ripetizione e numerosi, tanti che la Polizia Municipale ne ha potuti intercettare due in un sol colpo in Via del Registro, uno pieno che ritornava dal fiume e uno vuoto che lì andava a rifornirsi.
Il carico era costituito apparentemente da terra, ben sistemata e livellata al margine del cassone, ma i detriti pietrosi, che fuoriuscivano dai carri in movimento, tradivano il loro vero contenuto: ghiaia di fiume. Infatti, il sopralluogo effettuato dai Vigili nel greto del torrente Parma, in area demaniale, ne ha rilevato un enorme cumulo, in cima al quale era posizionato un escavatore. Tutt’intorno segni evidenti di un cantiere, senza cartello e senza recinzione e, poco distante, grossi alberi divelti e abbandonati nell’alveo. I Vigili hanno contestato alla ditta proprietaria dei camion e dell’escavatore una contravvenzione per mancanza di documento di trasporto e utilizzo di demanio idrico non autorizzato.
La pratica è stata inoltrata per mezzo dei Carabinieri alle autorità giudiziarie per la verifica di eventuali ulteriori illeciti. Sembra infatti che la ditta in questione fosse in possesso di un’autorizzazione del Servizio Tecnico di Bacino per l’escavazione di 4.000 mc di ghiaia, a compensazione dei lavori di difesa idraulica effettuati nel 2009 in altra località. Che relazione c’è dunque fra quella autorizzazione e gli illeciti oggi contestati? Inoltre, da un rapporto delle Guardie Ecologiche di Legambiente, risulta che lo stesso cumulo di ghiaia era già stato segnalato nell’agosto del 2010. La Polizia Municipale di Lesignano e il Servizio Tecnico di Bacino, in primis, ne erano dunque già informati da quasi un anno. Dal rapporto si evince che il cumulo, al 2010, fosse stimato in 6.300 mc e che vi fosse nei paraggi una traccia di un canalone, presumibile effetto di un’escavazione artificiale, piuttosto che della morfologia naturale del fiume.
In attesa fiduciosa che le indagini compiano il loro corso, vorremmo per intanto formulare alcune legittime e doverose domande.
Al Dirigente del Servizio Tecnico di Bacino: “Quali indagini sono state avviate nel 2010 in seguito alla segnalazione del cumulo di cui sopra e quale ne è il risultato? E, più in generale, quali sono i sistemi di controllo messi in atto per accertare la giusta provenienza e la quantità effettiva dei materiali di cui si autorizza l’estrazione?”
Al Sindaco di Lesignano: “Come è possibile che, nonostante le ripetute segnalazioni negli anni, nel territorio di Lesignano continuino a verificarsi episodi così poco trasparenti nell’uso e la gestione di beni comuni, come lo sono il fiume e i materiali che qui si depositano nei millenni?”
guarda il resoconto fotografico
http://www.lesignanofutura.eu/lesignano ... hiaia.html