Altane a Riano (Langhirano)

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stefano.s
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Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda stefano.s » mar 20 apr 2010, 22:20

Immagine

Qualche giorno fa, durante un giro per boschi, non lontano dalla strada che da Riano porta a Cozzano pineta, alle pendici del monte Sporno, ho scorto diverse altane, alcuni capanni e delle postazioni probabilmente per fototrappole.

Qualcuno sa di chi sono e se possono essere utilizzate, previo ovvio assenso del proprietario, per scattare foto naturalistiche?

Grazie.
Stefano

renato
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Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda renato » mer 21 apr 2010, 13:03

Caro Stefano, quelle torrette lì sono messe solitamente per censire e sparare gli ungulati.
Scommetto che lo spazio davati alle finestre è un grande prato... perfetto per aspettare l'uscita dei caprioli all'alba o al tramonto e sparare con la carabina dotata di cannocchiale.
Chi le gestisce di solito è una Azienda Faunistico venatoria o l'ATC competente per territorio.

Ciao
Renato

stefano.s
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Iscritto il: ven 19 feb 2010, 22:22

Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda stefano.s » mer 21 apr 2010, 21:29

Se è vero verrebbe voglia di smontargliele!
Si la posizione è buona per fotografare ma anche per sparare.
Ma i caprioli non sono fauna protetta?

Emanuele Fior
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Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda Emanuele Fior » ven 23 apr 2010, 8:23

Caro Stefano, è proprio il contrario!
Il capriolo sta diventando, come già da tempo in molte regioni del nord Italia, una preda simbolo per i cacciatori. Negli ultimi 15 anni il numero dei caprioli nella nostra provincia è cresciuto esponenzialmente e ciò ha portato come conseguenza l'apertura della caccia a suo carico. Ogni anno in provincia ne vengono abbattute svariate migliaia, la maggior parte da altane come quella che hai mostrato. E credo che tra poco subirà stessa sorte il cervo, anch'esso in crescita (non così rapida, però) sul territorio.

Ciao,
Emanuele

Daniela Monteverdi
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Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda Daniela Monteverdi » ven 23 apr 2010, 16:46

La prima reazione è di indignazione :evil: naturalmente.
Poi mi sforzo di riflettere: conosco un po' la situazione della zona di Val Calamento (laterale della Valsugana, in Trentino) e so che là viene fatto almeno un censimento annuale degli ungulati, con la partecipazione degli abitanti (quasi tutti cacciatori) sotto la guida di guardie forestali e guardaparco (lì c'è anche un'oasi del WWF). Là non mi pare ci siano daini ma ci sono anche i camosci. Poi viene deciso, da chi ne ha l'autorità (non conosco le sigle locali), quali e quanti sono i capi da abbattere; le uscite sono controllate e così i capi abbattuti, che devono essere di una certa età e taglia e in certi luoghi.
Naturalmente il bracconaggio esiste, non è che là son tutti santi, però i bracconieri ormai sono considerati fuorilegge, non dei furbi, come succede a volte qui.
Ma qui ci sono procedure analoghe? O basta avere una licenza e un fucile?
Cosa fanno le ATC e le Aziende faunistico-venatorie? E perché si chiamano "aziende"?
La solita, Daniela delle mille domande.

enrico bocchi
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Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda enrico bocchi » ven 23 apr 2010, 18:12

Torno un attimo alle altane: secondo me sono state fatte per proteggere i cacciatori più fifoni durante le battute al cinghiale; un cinghiale ferito diventa aggressivo e ci sono stati casi di cariche a cani e cacciatori. A volte i cacciatori sostengono di essere loro gli unici veri amanti della natura, ma qui si può dire che i veri amanti della natura non ne hanno paura.
Consiglio a tutti: non salite su queste strutture che stanno li da anni e spesso sono fatiscenti.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com

Emanuele Fior
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Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda Emanuele Fior » dom 25 apr 2010, 1:35

Cara Daniela,
poni dei quesiti interessanti, e purtroppo a volte dati per scontati.
Conosco bene la situazione trentina: le mie origini sono di lì, ci ho vissuto, e ci torno spesso, oltre ad avere vari amici cacciatori. Ebbene, la situazione non è assolutamente rosea come la descrivi. E' vero che vengono svolti censimenti annuali (partecipano quasi solo cacciatori, i più interessati, anche se c'è di mezzo il solito, italianissimo, conflitto di interessi...), come a Parma, peraltro, ed è pur vero che i piani di abbattimento vengano calibrati sulle stime effettuate, ma purtoppo teoria e pratica si trovano a distanze abissali. Ben di rado viene abbattuto solo il capo assegnato e soprattutto molto spesso le prede non vengono denunciate, con l'ovvio risultato che a fine stagione il carniere è ben più numeroso di quanto previsto dalla legge. Ho visto innumerevoli volte i capi abbattuti di frodo, i trofei, ecc.., ma se interpellati in pubblico, tutti i vari personaggi non possono che negare.
In sostanza, pur resistendo un vero e proprio bracconaggio (caccia con metodi illegali e/o in periodi non consentiti), la vera piaga, a mio modo di vedere, è l'abbattimento di prede non consentite (sia per specie, che per classe di età, che per numero) durante la stagione venatoria; ciò si spiega col fatto che in quel periodo i cacciatori hanno sempre appresso il fucile e, lo sappiamo tutti, l'occasione fa l'uomo ladro...
In provincia di Parma la caccia "di selezione" (sarà poi tale?!) al capriolo è ancora giovane, così come la cultura venatoria su tale specie: forse sono questi gli ultimi momenti per cercare di far crescere i nostri cacciatori con l'idea che le regole vadano davvero rispettate.
Ovviamente non si vuole fare di tutta l'erba un fascio, accusando in toto la categoria cacciatori, però qualcosa in più per emarginare e denunciare i colleghi disonesti sarebbe apprezzabile.

Saluti,
Emanuele

enrico bocchi
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Re: Altane a Riano (Langhirano)

Messaggioda enrico bocchi » lun 26 apr 2010, 12:05

Dovrebbe essere Mario a spiegare bene come si svolgono i censimenti e che cos'è un "azienda faunistico venatoria". Riguardo all'AFV la possono costituire proprietari di terreni agricoli e boscosi con lo scopo di immettervi selvaggina cacciabile; in genere i cacciatori ritengono aree ideali per tali scopi zone marginali e degradate dove il disturbo arrecato è tollerabile ( :!: ); si noti bene che per esistere su un determinato territorio un'AFV deve ottenere il consenso dei proprietari di almeno l'80 % del territorio (se non ricordo male); una volta arrivati a questa percentuale i proprietari (poveri) del rimanente 20% sono comunque coinvolti nell'AFV e possono tutelare i loro terreni solo recintando a proprie spese (molto democratico). L'accesso alle AFV è regolamentato e a pagamento, ma su questi particolari non so granchè.
Non so granchè nemmeno sulle autorizzazioni che spero siano necessarie per lanciare continuamente selvaggina in questi territori, in particolare quando questa selvaggina è di origine alloctona.
Ci dovrebbe comunque essere un piano di gestione (o qualcosa del genere) firmato da un tecnico faunista.
Credo che trovarsi coinvolti in un AFV, sia un'autentica disgrazia, e sono molto contrariato da questo modo di dividere il territorio.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com


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