IL TACCUINO DEL NATURALISTA

Io preferisco l’estate, sia pure
la brodosa asfittica estate padana.
Quando ragazze farfalle agitano
ali di lievi abiti, in bicicletta.
O la cicala superstite da un
pioppo grida la sua prossima
fine, con ardimentosa disperazione.
Mancano le lucciole, è vero,
(non parlo di quelle metaforiche)
scacciate dall’ozono e dalla
concorrenza dei lampioni. Le rane
discutono dei massimi sistemi
sul greto asciutto del fiume,
per quanto è lunga la notte,
ed ali di rondini e di pipistrelli
s’alternano nel cielo lattiginoso.
L’inverno è buono per le cornacchie
che saltellano sulla neve come
frotte di monache luigine.
Per i vecchi lenti nei loro cappotti
che puzzano di naftalina. Per me,
il solo conforto di sentire
un tenero gatto che ronza quieto
al riparo tra il suo caldo
guanciale e la cavità della mia spalla.

Buone feste a tutti,
Ligus

Anch'io preferisco l'estate, ma certe visioni invernali toccano il cuore: rispondo alla bella poesia di ligus con una foto di stamattina vicino a casa mia, Banzola, dopo il tremendo gelicidio che stanotte ha ricoperto ogni cosa e fatto schiantare decine di piante: che fragori al mattino presto lungo la valle, ogni dieci minuti un roboante crollo d'albero dal bosco di fronte, natura terribile e meravigliosa! Daniele Ronconi