Comitato Pro Terme Lesignano de'Bagni
Inviato: sab 18 giu 2011, 14:38
Apertura dal Lunedi al Sabato dalle 17.00 alle 20.00 da fine Settembre 2011 Chiuso[quote][/quote]
Il luogo dalle sue remote origini.
Tracce di vita risalgono al Paleolitico.
Lusimacum poi Lixinianum sono gli antichi toponimi di Lesignano che era abitata già nel periodo neolitico. Il primo forse risale ai tempi di Silla scoperto proprio per le qualità curative delle sue acque.
( il ritrovamento di alcune monete di età imperiale potrebbeeinfatti testimoniare un primo insediamento nei pressi della fonte ascrivibile al periodo tardo antico)
Questo luogo dove ci troviamo oggi è forse l’insediamento più antico paese ed è forse da qui che ha avuto origine l’abitato più antico sviluppatosi sulla collina, probabilmente per ragioni difensive sia militari che idrauliche.
In questa area posta tra la collina e il vecchio alveo del fiume, l’elemento acqua sembra essere nel passato dominante e protagonista : nel periodo del eocene queste zone erano invase dal mare( fondali marini,) nell’era quaternaria poi, dopo lo scioglimento dei ghiacciai, in tutta la Pianura Padana si formarono fiumi e torrenti come la Parma il cui alveo scorreva qui vicino e poi progressivamente spostato verso Ovest ; nel 500 ca dopo Cristo venne scavato il Canale Maggiore che scorre qui a margine del Campo Sportivo dove veniva immessa l’acqua che forniva la forza motrice necessaria al funzionamento dei numerosi mulini che su questo si attestavano nel suo percorso verso la città: inoltre già in epoca tardoantica ci sono testimonianze della presenza di sorgenti di acque termali .
A questo proposito è utile ricordare che gli impianti termali (terme deriv dal vocabolo greco thermai = sorgenti di acqua che sgorgano calde dal sottosuolo) sono una invenzione prettamente romana.
Già nel periodo repubblicano gli acquedotti captavano l’acqua alle pendici dei monti e la portavano nelle città per il rifornimento degli impianti pubblici – fontane, bagni pubblici e stabilimenti termali. (A Roma al tempo di Agrippa se ne contavano 170 , nel iv sec ne esistevano 1000)
I complessi termali – che occupavano notevoli estensioni di terreno- però non ospitavano solo funzioni legate all’igiene e alla cura del corpo, ma erano i luoghi collettivi più importanti e frequentati della città alla pari del foro e dell’anfiteatro.
Al loro interno infatti, oltre agli edifici destinati ai bagni caldi e freddi e alle piscine si trovavano raggruppate numerose funzioni di tipo sociale e culturale e di svago (palestre, Biblioteche, tabernae, ) sapientemente distribuite in grandi giardini.
Questa tradizione si svilupperà poi in Oriente nella forma dell’hamman o bagno turco, mentre cadrà in disuso in Italia dove le devastazioni dovute alle invasioni barbariche causarono lo spopolamento delle città e la decadenza delle sue strutture più significative.
Nel medioevo si ritorna a parlare delle virtù curative delle acque e dei fanghi termali nei primi trattati di medicina.
Anche le prime testimonianze scritte relative alla fonte di acqua con proprietà curative a Lesignano si hanno infatti nel corso del ‘400 (Da Erba, Angeli, Pietro da Lesign. Zunti e Grapaldo) in testi di scientifici e di storia. ai testi di quel periodo dobbiamo le prime descrizione delle caratteristiche delle acque, salsobromoiodiche con tracce di petrolio e bitume e nafta(idrocarburi).
L’acqua termale è stata analizzata molte volte a cominciare dal primo trattato dello Zunti (1615) di cui vedete il frontespizio che la descrive ricca di sale, allume di rocca, zolfo , pietra calcarea, ocra e olio grasso che viene a galla ; successivamente il Gottardi e il Guidotti, Casa e Serpagli, (1800=compirono altre analisi e ricerche sulle prerogative nella cura di alcune malattie.
Particolarmente accurata la ricerca dei fratelli farmacisti Gibertini che nel 1884 descrivono la composizione chimica per ogni kg di acqua); acido silico, acido carbonato,combinato, acido fosforico, jodio, bromo cloro sodio potassio litio ammonio calcio magnesio ferro sostanza bituminosa (sostanze bituminose, nafta e petrolio).
Le analisi effettuate nel 1937 non rivelano cambiamenti nella composizione chimica.
L’edificio
Nonostante alcune testimonianze parlino della fonte termale già esistente ai tempi di Silla, è quasi per certo che sia da attribuire a Pier Maria Rossi la costruzione di un primo nucleo ( forse un edificio per accogliere i malati )in occasione di lavori di pulizia e di restauro dei pozzi.
Già nell’affresco del Bembo in una lunetta del soffitto della camera d’oro a Torrechiara, si nota un piccolo edificio ai piedi della collina dove siamo ora.
L’analisi comparata di documenti iconogafici antichi in successione cronologica permette di ipotizzare una evoluzione che inizia da un primo nucleo edilizio probabilmente intorno al pozzo che oggi si trova nella cantina profondo sette metri ; a questo si aggiunse un raddoppio del corpo di fabbrica verso Sud con la costruzione di nuovi ambienti a pt e primo piano (due fienili) dovuto all’ l’Amministrazione guidata da Du Tillot ( seconda metà del1700) che si occupò del ripristino dei Bagni di Lesignano.
Da ciò si ipotizza che per un certo periodo la proprietà abbia avuto una conduzione rurale: non è chiaro se vi fosse contemporaneamente anche un uso delle acque curative. Agli inizi dell’ottocento la proprietà è pubblica (patrimonio dello stato) e si verifica un ulteriore ampliamento con l’aggiunta di un corpo di fabb a forma di L che incorpora la struttura preesistente sul alto est aggiungendo un portico e 4 locali abitativi ( stallette per cavalli al piano interrato) sul lato Nord e di due nuovi corpi scala.(descritto nella mappa risalente alla descrizione dello stato dei luoghi del 1834)
Nel 1912 la famiglia Cacciaguerra nuova proprietaria esegue altri lavori , su progetto dell’Ing. Guastalla, forse un rifacimento radicale mantenendo il sedime.
Questo progetto chiude un arcata del portico,trasforma le parti ancora ad uso rurale del piano primo in 4 stanze distribuite da un corridoio (spazi di accoglienza ) e abbellisce e rende funzionale alla funzione termale il piano terra.
A fasi alterne comunque lo stabilimento termale, ingrandito e rifatto varie volte nel corso del tempo,
venne utilizzato fino al 1923 quando gli ultimi gestori-proprietari Cacciaguerra chiusero al pubblico lo stabilimento.
L’ultima fase di restauro risale agli anni 70 quando la provincia decise di ripristinare l’edificio con scopi ricettivi e sportivi e ricreativi per i ragazzi in età scolare costruendo anche le due piscine .
nel corso di tali lavori venne eliminata la scala in muratura e creati locali di servizio per destinati a funzioni didattiche ricreative per per ragazzi.
Questo ultimo intervento si rivelò particolarmente pesante e rispetto alle caratteristiche dell’edificio che da allora è stato utilizzato solo sporadicamente.
Nella seconda parte vedete una scelta di foto storiche che ci riportano a una realtà, quella dei primi venti anni del’900, quando le teme erano ancora in uso.
Le immagini si riferiscono ai luoghi collettivi del paese – piazze strade chiesa, cinema e, naturalmente, le terme) che oggi o non ci sono più o se esistono fisicamente non sono vissuti come tali, hanno perso cioè la loro valenza cosi come questo edificio.
Invece i luoghi collettivi sono il fulcro vitale di ogni insediamento, rappresentano una sicurezza sociale (lì sono sicuro di incontrare gli altri) sono ciò che permette a una comunità di confrontarsi e quindi di essere vitale e sono quindi molto importanti per la vita delle persone tanto quanto lo è la casa intesa come spazio privato.
E’ in questa convinzione che abbiamo promosso questa iniziativa sulle terme per suscitare un dibattito che abbia come tema il recupero di uno spazio che è già pubblico (comprato con le nostre risorse) e rischia di essere ceduto ai privati privando la collettività di una occasione di crescita culturale e sociale. Ma non solo questo, il dibattito dovrebbe coinvolgere anche il tema dello sviluppo del paese dell’uso delle risorse e in generale della tutela ambientale.
Il luogo dalle sue remote origini.
Tracce di vita risalgono al Paleolitico.
Lusimacum poi Lixinianum sono gli antichi toponimi di Lesignano che era abitata già nel periodo neolitico. Il primo forse risale ai tempi di Silla scoperto proprio per le qualità curative delle sue acque.
( il ritrovamento di alcune monete di età imperiale potrebbeeinfatti testimoniare un primo insediamento nei pressi della fonte ascrivibile al periodo tardo antico)
Questo luogo dove ci troviamo oggi è forse l’insediamento più antico paese ed è forse da qui che ha avuto origine l’abitato più antico sviluppatosi sulla collina, probabilmente per ragioni difensive sia militari che idrauliche.
In questa area posta tra la collina e il vecchio alveo del fiume, l’elemento acqua sembra essere nel passato dominante e protagonista : nel periodo del eocene queste zone erano invase dal mare( fondali marini,) nell’era quaternaria poi, dopo lo scioglimento dei ghiacciai, in tutta la Pianura Padana si formarono fiumi e torrenti come la Parma il cui alveo scorreva qui vicino e poi progressivamente spostato verso Ovest ; nel 500 ca dopo Cristo venne scavato il Canale Maggiore che scorre qui a margine del Campo Sportivo dove veniva immessa l’acqua che forniva la forza motrice necessaria al funzionamento dei numerosi mulini che su questo si attestavano nel suo percorso verso la città: inoltre già in epoca tardoantica ci sono testimonianze della presenza di sorgenti di acque termali .
A questo proposito è utile ricordare che gli impianti termali (terme deriv dal vocabolo greco thermai = sorgenti di acqua che sgorgano calde dal sottosuolo) sono una invenzione prettamente romana.
Già nel periodo repubblicano gli acquedotti captavano l’acqua alle pendici dei monti e la portavano nelle città per il rifornimento degli impianti pubblici – fontane, bagni pubblici e stabilimenti termali. (A Roma al tempo di Agrippa se ne contavano 170 , nel iv sec ne esistevano 1000)
I complessi termali – che occupavano notevoli estensioni di terreno- però non ospitavano solo funzioni legate all’igiene e alla cura del corpo, ma erano i luoghi collettivi più importanti e frequentati della città alla pari del foro e dell’anfiteatro.
Al loro interno infatti, oltre agli edifici destinati ai bagni caldi e freddi e alle piscine si trovavano raggruppate numerose funzioni di tipo sociale e culturale e di svago (palestre, Biblioteche, tabernae, ) sapientemente distribuite in grandi giardini.
Questa tradizione si svilupperà poi in Oriente nella forma dell’hamman o bagno turco, mentre cadrà in disuso in Italia dove le devastazioni dovute alle invasioni barbariche causarono lo spopolamento delle città e la decadenza delle sue strutture più significative.
Nel medioevo si ritorna a parlare delle virtù curative delle acque e dei fanghi termali nei primi trattati di medicina.
Anche le prime testimonianze scritte relative alla fonte di acqua con proprietà curative a Lesignano si hanno infatti nel corso del ‘400 (Da Erba, Angeli, Pietro da Lesign. Zunti e Grapaldo) in testi di scientifici e di storia. ai testi di quel periodo dobbiamo le prime descrizione delle caratteristiche delle acque, salsobromoiodiche con tracce di petrolio e bitume e nafta(idrocarburi).
L’acqua termale è stata analizzata molte volte a cominciare dal primo trattato dello Zunti (1615) di cui vedete il frontespizio che la descrive ricca di sale, allume di rocca, zolfo , pietra calcarea, ocra e olio grasso che viene a galla ; successivamente il Gottardi e il Guidotti, Casa e Serpagli, (1800=compirono altre analisi e ricerche sulle prerogative nella cura di alcune malattie.
Particolarmente accurata la ricerca dei fratelli farmacisti Gibertini che nel 1884 descrivono la composizione chimica per ogni kg di acqua); acido silico, acido carbonato,combinato, acido fosforico, jodio, bromo cloro sodio potassio litio ammonio calcio magnesio ferro sostanza bituminosa (sostanze bituminose, nafta e petrolio).
Le analisi effettuate nel 1937 non rivelano cambiamenti nella composizione chimica.
L’edificio
Nonostante alcune testimonianze parlino della fonte termale già esistente ai tempi di Silla, è quasi per certo che sia da attribuire a Pier Maria Rossi la costruzione di un primo nucleo ( forse un edificio per accogliere i malati )in occasione di lavori di pulizia e di restauro dei pozzi.
Già nell’affresco del Bembo in una lunetta del soffitto della camera d’oro a Torrechiara, si nota un piccolo edificio ai piedi della collina dove siamo ora.
L’analisi comparata di documenti iconogafici antichi in successione cronologica permette di ipotizzare una evoluzione che inizia da un primo nucleo edilizio probabilmente intorno al pozzo che oggi si trova nella cantina profondo sette metri ; a questo si aggiunse un raddoppio del corpo di fabbrica verso Sud con la costruzione di nuovi ambienti a pt e primo piano (due fienili) dovuto all’ l’Amministrazione guidata da Du Tillot ( seconda metà del1700) che si occupò del ripristino dei Bagni di Lesignano.
Da ciò si ipotizza che per un certo periodo la proprietà abbia avuto una conduzione rurale: non è chiaro se vi fosse contemporaneamente anche un uso delle acque curative. Agli inizi dell’ottocento la proprietà è pubblica (patrimonio dello stato) e si verifica un ulteriore ampliamento con l’aggiunta di un corpo di fabb a forma di L che incorpora la struttura preesistente sul alto est aggiungendo un portico e 4 locali abitativi ( stallette per cavalli al piano interrato) sul lato Nord e di due nuovi corpi scala.(descritto nella mappa risalente alla descrizione dello stato dei luoghi del 1834)
Nel 1912 la famiglia Cacciaguerra nuova proprietaria esegue altri lavori , su progetto dell’Ing. Guastalla, forse un rifacimento radicale mantenendo il sedime.
Questo progetto chiude un arcata del portico,trasforma le parti ancora ad uso rurale del piano primo in 4 stanze distribuite da un corridoio (spazi di accoglienza ) e abbellisce e rende funzionale alla funzione termale il piano terra.
A fasi alterne comunque lo stabilimento termale, ingrandito e rifatto varie volte nel corso del tempo,
venne utilizzato fino al 1923 quando gli ultimi gestori-proprietari Cacciaguerra chiusero al pubblico lo stabilimento.
L’ultima fase di restauro risale agli anni 70 quando la provincia decise di ripristinare l’edificio con scopi ricettivi e sportivi e ricreativi per i ragazzi in età scolare costruendo anche le due piscine .
nel corso di tali lavori venne eliminata la scala in muratura e creati locali di servizio per destinati a funzioni didattiche ricreative per per ragazzi.
Questo ultimo intervento si rivelò particolarmente pesante e rispetto alle caratteristiche dell’edificio che da allora è stato utilizzato solo sporadicamente.
Nella seconda parte vedete una scelta di foto storiche che ci riportano a una realtà, quella dei primi venti anni del’900, quando le teme erano ancora in uso.
Le immagini si riferiscono ai luoghi collettivi del paese – piazze strade chiesa, cinema e, naturalmente, le terme) che oggi o non ci sono più o se esistono fisicamente non sono vissuti come tali, hanno perso cioè la loro valenza cosi come questo edificio.
Invece i luoghi collettivi sono il fulcro vitale di ogni insediamento, rappresentano una sicurezza sociale (lì sono sicuro di incontrare gli altri) sono ciò che permette a una comunità di confrontarsi e quindi di essere vitale e sono quindi molto importanti per la vita delle persone tanto quanto lo è la casa intesa come spazio privato.
E’ in questa convinzione che abbiamo promosso questa iniziativa sulle terme per suscitare un dibattito che abbia come tema il recupero di uno spazio che è già pubblico (comprato con le nostre risorse) e rischia di essere ceduto ai privati privando la collettività di una occasione di crescita culturale e sociale. Ma non solo questo, il dibattito dovrebbe coinvolgere anche il tema dello sviluppo del paese dell’uso delle risorse e in generale della tutela ambientale.