Alveo o campo da bocce?
Inviato: mer 6 ott 2010, 13:42
Ecco lo stato di uno dei nostri torrenti (il Baganza nel tratto compreso tra la tangenziale sud ed il ponte Nuovo di via Po), dopo la sistemazione idraulica dello scorso agosto. Buche ed isolotti che dopo tanto tempo, grazie in particolare alle piene degli ultimi anni, avevano diversificato l'alveo, hanno lasciato il posto a questa spianata che assomiglia più a un tavolo da biliardo che a un torrente. Sono andati persi tanti piccoli ambienti utili come rifugio per pesci ed anfibi, è andata persa la scabrezza che riduce la velocità della corrente ed è stata sottratta al torrente una discreta quantità di ghiaia (6000 mc, per un ricavo di 100.000 €), che sarebbe così utile per ripristinare l'equilibrio idrogeologico del corso d'acqua.
Che cosa potremmo dire come ambientalisti?
Potremmo dire che “la progettazione degli interventi dovrà assumere quali aspetti vincolanti la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell'alveo fluviale”, ma questo è già delibera della Regione Emilia-Romagna (3939 del 1994).
Oppure potremmo dire che “la gestione dei sedimenti dovrebbe puntare ad un miglioramento dell’assetto ecologico del fiume” o che “i processi di erosione, trasporto e deposizione dei sedimenti che si sviluppano lungo l’alveo sono oggetto di consistenti interventi nella maggioranza dei casi effettuati in via d’urgenza senza una precisa e specifica conoscenza delle dinamiche fluviali in atto, correlati a non trascurabili obiettivi di reperimento di materiale inerte”, ma questo è già scritto nel Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Po (Del. n.9/2006).
O magari che le “modificazioni antropiche hanno profondamente trasformato le caratteristiche dei corsi d’acqua, modificandone il comportamento idraulico, e hanno portato ad un processo di dequalificazione degli ecosistemi in quanto si sono ridotti gli spazi di pertinenza fluviale sia in senso di superficie che di differenziazione degli habitat”, ma questo è già detto in un documento sottoscritto fra gli altri da Regione, Autorità di bacino, AIPO e Provincia.
Quindi, che dire?
Che cosa potremmo dire come ambientalisti?
Potremmo dire che “la progettazione degli interventi dovrà assumere quali aspetti vincolanti la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell'alveo fluviale”, ma questo è già delibera della Regione Emilia-Romagna (3939 del 1994).
Oppure potremmo dire che “la gestione dei sedimenti dovrebbe puntare ad un miglioramento dell’assetto ecologico del fiume” o che “i processi di erosione, trasporto e deposizione dei sedimenti che si sviluppano lungo l’alveo sono oggetto di consistenti interventi nella maggioranza dei casi effettuati in via d’urgenza senza una precisa e specifica conoscenza delle dinamiche fluviali in atto, correlati a non trascurabili obiettivi di reperimento di materiale inerte”, ma questo è già scritto nel Piano per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Po (Del. n.9/2006).
O magari che le “modificazioni antropiche hanno profondamente trasformato le caratteristiche dei corsi d’acqua, modificandone il comportamento idraulico, e hanno portato ad un processo di dequalificazione degli ecosistemi in quanto si sono ridotti gli spazi di pertinenza fluviale sia in senso di superficie che di differenziazione degli habitat”, ma questo è già detto in un documento sottoscritto fra gli altri da Regione, Autorità di bacino, AIPO e Provincia.
Quindi, che dire?