OGM
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Re: OGM
È notizia di oggi che Errani ha ritirato dall’ordine del giorno della conferenza Stato Regioni, prevista il 28 gennaio, il protocollo d'intesa sul piano per il controllo delle colture ogm, strumento che recepisce la direttiva europea che chiede ai singoli Stati membri di dotarsi di regole per la coesistenza di colture Ogm e tradizionali. In Italia infatti la coltivazione di ogm è prevista dalla legge, ma solo per fini sperimentali. La legislazione è tuttavia oggetto di una moratoria di fatto poichè prevede una serie di atti amministrativi a carico di Stato e Regioni che non sono ancora disponibili, tra questi i protocolli tecnici per preservare l'agrobiodiversità.
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Re: OGM
Quindi non era un falso allarme, sotto sotto ci stavano provando davvero !
Bisogna sempre stare accorti, non ci si può fidare di nessuno !
Ringrazio Carolina per le sue domande, rispondendo alle quali posso sinteticamente esporre come la vedo io:
- I creatori di OGM si propongono con stile tutt'altro che democratico e leale come risolutori di tutti i problemi annessi alla nutrizione della popolazione umana nel mondo; a sentir loro tutto ciò che progettano e producono è perfettamente funzionale allo scopo, e a tutti gli altri non rimane altro che farsi da parte poichè sono obsoleti, superati ed inefficienti .
- In realtà ciò che progettano e producono non gioverà a nessuno, perchè frutto di menti malate, la cui percezione della reale situazione e delle reali problematiche è impedita da una inequivocabile forma di megalomania.
- Economicamente ne beneficiano loro e i loro affiliati, tutti gli altri a quel punto si trasformerebbero in una "mandria con obbligo di smaltimento di prodotti OGM" con alternativa di soccombere.
- Sono lunghe strade che già conosciamo: riduzione drastica dell'inquinamento e dello sviluppo non sostenibile, contenimento della popolazione umana mondiale attraverso metodi estremamente rispettosi dei diritti umani e diritto/dovere sacrosanto di ognuno a nutrirsi e quindi vivere in modo libero e rispettoso delle libertà altrui (senza dimenticare gli altri esseri viventi), tra le quali anche quella di godere della bellezza degli ambienti naturali e selvaggi.
- Forse quando ricercatori e loro superiori impareranno ad operare onestamente; è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago.....
Bisogna sempre stare accorti, non ci si può fidare di nessuno !
Ringrazio Carolina per le sue domande, rispondendo alle quali posso sinteticamente esporre come la vedo io:
- I creatori di OGM si propongono con stile tutt'altro che democratico e leale come risolutori di tutti i problemi annessi alla nutrizione della popolazione umana nel mondo; a sentir loro tutto ciò che progettano e producono è perfettamente funzionale allo scopo, e a tutti gli altri non rimane altro che farsi da parte poichè sono obsoleti, superati ed inefficienti .
- In realtà ciò che progettano e producono non gioverà a nessuno, perchè frutto di menti malate, la cui percezione della reale situazione e delle reali problematiche è impedita da una inequivocabile forma di megalomania.
- Economicamente ne beneficiano loro e i loro affiliati, tutti gli altri a quel punto si trasformerebbero in una "mandria con obbligo di smaltimento di prodotti OGM" con alternativa di soccombere.
- Sono lunghe strade che già conosciamo: riduzione drastica dell'inquinamento e dello sviluppo non sostenibile, contenimento della popolazione umana mondiale attraverso metodi estremamente rispettosi dei diritti umani e diritto/dovere sacrosanto di ognuno a nutrirsi e quindi vivere in modo libero e rispettoso delle libertà altrui (senza dimenticare gli altri esseri viventi), tra le quali anche quella di godere della bellezza degli ambienti naturali e selvaggi.
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nadia ed enrico, www.florautoctona.com
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Re: OGM
Il fatto è che la legge prevede, in Italia, la possibilità di coltivare Ogm, quindi prima o poi qualcuno dovrà provvedere a chiudere il cerchio a meno che non si voglia modificare la legislazione, in contraddizione però alle direttive comunitarie.
Il mondo scientifico italiano è generalmente orientato al sostegno degli ogm. Leggete cosa diceva la Montalicini, intervistata dalla stampa al forum di Confagricoltura ( unica associazione favorevole agli ogm) a Taormina lo scorso anno:
Una "paura inesistente" - ha commentato il Premio Nobel Rita Levi Montalcini - una "forma di superstizione che va combattuta". E difficile dire come nasca la paura per gli Ogm - spiega Montalcini - semplicemente perche' e' una paura di cose inesistenti, di qualcosa che non si conosce malgrado a Roma gli Ogm siano coltivati e studiati dall'Accademia dei Quaranta con ottimi risultati".
Intervistata da Bruno Vespa, Montalcini ha aggiunto che verso gli Ogm c'e' "una forma di superstizione che va combattuta come tutte le cose inesistenti che possono essere piu' pericolose di quelle esistenti". Per la scienziata l'impiego degli Ogm e' necessario per far fronte al fabbisogno alimentare ed agricolo mondiale. Per combattere la fame e la poverta e' necessario "aumentare la capacita' della natura di coltivare" ma "la prima cosa - ha continuato - in paesi come l'Africa, e' l'istruzione e per la donna la parita' di diritti, perche' la differenza tra uomo e donna e' epigenetica non genetica, e' l'ambiente che ha demolito la donna. L'uomo - ha concluso - con la sua forza fisica l'ha umiliata ma da un punto di vista intellettuale non esiste differenza".
La cosa che più fa incazzare è il fatto che si continui a ripetere che l'impiego degli Ogm risolverà i problemi della fame. Questa è la più grande balla che si possa raccontare. Il problema della fame non è legato all'insufficienza alimentare come si continua a sostenere. Al mondo di cibo se ne produce più del necessario. Paesi come l'India sono esporatori netti di derrate alimentari eppure questo paese è quello che più soffre il dramma della fame.
La verità è che in questo mondo ci sono milioni di persone (dagli ultimi dati Fao 1,02 miliardi)che sopravvivono sotto la soglia della sufficienza alimentare perchè non dispongono del denaro per comprarsi il cibo.
L'impoverimento da una parte e l'accumulo dall'altra sono le vere ragioni della fame nel mondo.Il modello ogm propone un'agricoltura altamente specilaizzata, divoratrice di energia ( concimi, pesticidi, sementi registrate) che per fornire reddito necessita di economie di scala e quindi di grandi estensioni. Chi può permettersi un tale tipo di agricoltura? Non certo l'agricoltura di sussistenza dove si lavora la terra con mezzi manuali e dove per fortuna la terra è suddivvisa tra molti piccoli proprietari le cui famiglie non conoscono la fame.
Il modello Ogm rappresenta una "nuova rivoluzione verde" che non può che accentuare i problemi della fame.
Il mondo scientifico italiano è generalmente orientato al sostegno degli ogm. Leggete cosa diceva la Montalicini, intervistata dalla stampa al forum di Confagricoltura ( unica associazione favorevole agli ogm) a Taormina lo scorso anno:
Una "paura inesistente" - ha commentato il Premio Nobel Rita Levi Montalcini - una "forma di superstizione che va combattuta". E difficile dire come nasca la paura per gli Ogm - spiega Montalcini - semplicemente perche' e' una paura di cose inesistenti, di qualcosa che non si conosce malgrado a Roma gli Ogm siano coltivati e studiati dall'Accademia dei Quaranta con ottimi risultati".
Intervistata da Bruno Vespa, Montalcini ha aggiunto che verso gli Ogm c'e' "una forma di superstizione che va combattuta come tutte le cose inesistenti che possono essere piu' pericolose di quelle esistenti". Per la scienziata l'impiego degli Ogm e' necessario per far fronte al fabbisogno alimentare ed agricolo mondiale. Per combattere la fame e la poverta e' necessario "aumentare la capacita' della natura di coltivare" ma "la prima cosa - ha continuato - in paesi come l'Africa, e' l'istruzione e per la donna la parita' di diritti, perche' la differenza tra uomo e donna e' epigenetica non genetica, e' l'ambiente che ha demolito la donna. L'uomo - ha concluso - con la sua forza fisica l'ha umiliata ma da un punto di vista intellettuale non esiste differenza".
La cosa che più fa incazzare è il fatto che si continui a ripetere che l'impiego degli Ogm risolverà i problemi della fame. Questa è la più grande balla che si possa raccontare. Il problema della fame non è legato all'insufficienza alimentare come si continua a sostenere. Al mondo di cibo se ne produce più del necessario. Paesi come l'India sono esporatori netti di derrate alimentari eppure questo paese è quello che più soffre il dramma della fame.
La verità è che in questo mondo ci sono milioni di persone (dagli ultimi dati Fao 1,02 miliardi)che sopravvivono sotto la soglia della sufficienza alimentare perchè non dispongono del denaro per comprarsi il cibo.
L'impoverimento da una parte e l'accumulo dall'altra sono le vere ragioni della fame nel mondo.Il modello ogm propone un'agricoltura altamente specilaizzata, divoratrice di energia ( concimi, pesticidi, sementi registrate) che per fornire reddito necessita di economie di scala e quindi di grandi estensioni. Chi può permettersi un tale tipo di agricoltura? Non certo l'agricoltura di sussistenza dove si lavora la terra con mezzi manuali e dove per fortuna la terra è suddivvisa tra molti piccoli proprietari le cui famiglie non conoscono la fame.
Il modello Ogm rappresenta una "nuova rivoluzione verde" che non può che accentuare i problemi della fame.
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Re: OGM
Alessandro Vitale ha scritto:È notizia di oggi che Errani ha ritirato dall’ordine del giorno della conferenza Stato Regioni, prevista il 28 gennaio, il protocollo d'intesa sul piano per il controllo delle colture ogm, strumento che recepisce la direttiva europea che chiede ai singoli Stati membri di dotarsi di regole per la coesistenza di colture Ogm e tradizionali. In Italia infatti la coltivazione di ogm è prevista dalla legge, ma solo per fini sperimentali. La legislazione è tuttavia oggetto di una moratoria di fatto poichè prevede una serie di atti amministrativi a carico di Stato e Regioni che non sono ancora disponibili, tra questi i protocolli tecnici per preservare l'agrobiodiversità.
Cosa dobbiamo dire: ERRANI HUMANUM EST?
Il problema è che ci provano continuamente e che probabilmente prima o poi ce la faranno. Se calcoliamo il potere dei soldi, la mancanza di una valida opposizione in parlamento e il fatto che anche personalità di rilievo del mondo scientifico come per esempio Rita Levi Montalcini e Umberto Veronesi sono favorevoli (quest'ultimo è pure favorevole al Nucleare).
Per tutti i motivi che sono stati ampiamente bene espressi da chi mi ha preceduto e in particolare da Sandro Vitale, io penso che questa storia degli OGM non porterà niente di buono. Se poi c'è qualcuno che è in grado di dimostrare che cosa hanno fatto finora le multinazionali

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Re: OGM
Segnalo un'intervista sul Corriere della sera di oggi (27-01-10) a Giulia Mozzoni Crespi, pioniera dell'Agricoltura Biodinamica in Italia e presidente del FAI (Fondo Italiano per l'Ambiente) sugli OGM:
http://www.corriere.it/cronache/10_genn ... aabe.shtml
http://www.corriere.it/cronache/10_genn ... aabe.shtml
Re: OGM
Altro articolo oggi sul Corriere: la situazione è più grave di quanto immaginassi. Esiste un sondaggio sempre nel Corriere in cui tutti possono votare,DIAMOCI DA FARE ANCHE NOI. Per ora quasi il 70% è contrario.
I PRODUTTORI: «UTILIZZATI DA QUASI TUTTI GLI ALLEVATORI COMPRESE LE FILIERE DOP»
Anche gli Ogm nella «dieta»
di mucche, polli e maiali
Sono il 25% dei mangimi consumati in Italia
MILANO — Si può partire dalla base, dalle stalle ipertecnologiche di Cremona, la «capitale del latte» italiano. Oppure si può cominciare dagli uffici romani delle associazioni degli importatori (Anacer) o dei produttori di mangimi (Assalzoo). Il dato di fondo, però, non cambia: ogni anno gli allevamenti italiani consumano 3,5 milioni di tonnellate di farina di soia Ogm (organismo geneticamente modificato). È una quota pari al 25% del fabbisogno totale (14,5 milioni di tonnellate, di cui 10,5 milioni di mais) necessario per nutrire bovini, suini, polli e tacchini. Numeri poco conosciuti al di fuori di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ma particolarmente utili oggi, nel momento in cui la Conferenza Stato-Regioni sta lavorando sulle «linee guida» per la coesistenza tra le colture bio-tech e quelle tradizionali. In parallelo si è riacceso il confronto tra le «due agricolture» italiane. La prima incardinata «sull’identità Dop » , dal prosciutto alla mozzarella (versante Coldiretti), l’altra fondata sui grandi allevamenti e le colture estensive (sponda Confagricoltura).
Premessa obbligatoria: la farina Ogm viene importata, sostanzialmente, da Argentina, Brasile e Stati Uniti. Ma tra i documenti di accompagnamento deve figurare l’autorizzazione preventiva concessa dall’Unione Europea, che sottopone ogni sostanza (in questo caso i semi di soia) all’esame scientifico dell’Autorità per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa). «La produzione italiana non è in grado di soddisfare il fabbisogno delle stalle e la farina di soia Ogm costa molto meno di quella tradizionale» dice Filippo Galli, presidente di Anacer, Associazione nazionale cerealisti che rappresenta circa 100 importatori, l’80% del totale. All’allevatore la farina di soia biotech costa il 20-30% in meno. «Questo spiega perché la versione Ogm sia diventata ormai una componente essenziale della dieta giornaliera praticamente in tutti gli allevamenti italiani, compresi quelli da cui dipendono le filiere delle principali Dop, dal prosciutto San Daniele al Parmigiano, al Grana eccetera » sostiene Giulio Gavino Usai, responsabile economico di Assalzoo, l’organizzazione dei produttori di mangimi.
La farina di soia fornisce proteine e incide in maniera diversa nella dieta degli animali: si va dal 10% per i suini, al 30% per i bovini da latte.
In Italia esiste anche una sacca di soia «Ogm free», ma mette insieme solo 500-600 mila tonnellate all’anno, pari al 5-7% del totale. Le norme europee impongono trasparenza: se la componente Ogm supera la soglia dello 0,9%, va segnalato sulle etichette delle confezioni. Tutte regole scrupolosamente seguite dal Consorzio agrario di Cremona, la cooperativa che vende la metà dei mangimi consumati dai 110 mila bovini della provincia. Siamo nell’epicentro della zootecnia lombarda, con una filiera che va dal latte fresco al Grana Padano. La classifica del Consorzio è dunque un test interessante. Il mais è il mangime più venduto (50% di quota). Segue la farina di soia Ogm (20% di quota) e più omeno sullo stesso livello altri semi proteici come girasole e colza, la sacca di soia «Ogm free» chiude con il 10% di venduto.
I PRODUTTORI: «UTILIZZATI DA QUASI TUTTI GLI ALLEVATORI COMPRESE LE FILIERE DOP»
Anche gli Ogm nella «dieta»
di mucche, polli e maiali
Sono il 25% dei mangimi consumati in Italia
MILANO — Si può partire dalla base, dalle stalle ipertecnologiche di Cremona, la «capitale del latte» italiano. Oppure si può cominciare dagli uffici romani delle associazioni degli importatori (Anacer) o dei produttori di mangimi (Assalzoo). Il dato di fondo, però, non cambia: ogni anno gli allevamenti italiani consumano 3,5 milioni di tonnellate di farina di soia Ogm (organismo geneticamente modificato). È una quota pari al 25% del fabbisogno totale (14,5 milioni di tonnellate, di cui 10,5 milioni di mais) necessario per nutrire bovini, suini, polli e tacchini. Numeri poco conosciuti al di fuori di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, ma particolarmente utili oggi, nel momento in cui la Conferenza Stato-Regioni sta lavorando sulle «linee guida» per la coesistenza tra le colture bio-tech e quelle tradizionali. In parallelo si è riacceso il confronto tra le «due agricolture» italiane. La prima incardinata «sull’identità Dop » , dal prosciutto alla mozzarella (versante Coldiretti), l’altra fondata sui grandi allevamenti e le colture estensive (sponda Confagricoltura).
Premessa obbligatoria: la farina Ogm viene importata, sostanzialmente, da Argentina, Brasile e Stati Uniti. Ma tra i documenti di accompagnamento deve figurare l’autorizzazione preventiva concessa dall’Unione Europea, che sottopone ogni sostanza (in questo caso i semi di soia) all’esame scientifico dell’Autorità per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa). «La produzione italiana non è in grado di soddisfare il fabbisogno delle stalle e la farina di soia Ogm costa molto meno di quella tradizionale» dice Filippo Galli, presidente di Anacer, Associazione nazionale cerealisti che rappresenta circa 100 importatori, l’80% del totale. All’allevatore la farina di soia biotech costa il 20-30% in meno. «Questo spiega perché la versione Ogm sia diventata ormai una componente essenziale della dieta giornaliera praticamente in tutti gli allevamenti italiani, compresi quelli da cui dipendono le filiere delle principali Dop, dal prosciutto San Daniele al Parmigiano, al Grana eccetera » sostiene Giulio Gavino Usai, responsabile economico di Assalzoo, l’organizzazione dei produttori di mangimi.
La farina di soia fornisce proteine e incide in maniera diversa nella dieta degli animali: si va dal 10% per i suini, al 30% per i bovini da latte.
In Italia esiste anche una sacca di soia «Ogm free», ma mette insieme solo 500-600 mila tonnellate all’anno, pari al 5-7% del totale. Le norme europee impongono trasparenza: se la componente Ogm supera la soglia dello 0,9%, va segnalato sulle etichette delle confezioni. Tutte regole scrupolosamente seguite dal Consorzio agrario di Cremona, la cooperativa che vende la metà dei mangimi consumati dai 110 mila bovini della provincia. Siamo nell’epicentro della zootecnia lombarda, con una filiera che va dal latte fresco al Grana Padano. La classifica del Consorzio è dunque un test interessante. Il mais è il mangime più venduto (50% di quota). Segue la farina di soia Ogm (20% di quota) e più omeno sullo stesso livello altri semi proteici come girasole e colza, la sacca di soia «Ogm free» chiude con il 10% di venduto.
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Re: OGM
Leggendo questi articoli ed anche i commenti non posso fare a meno di notare come siano ragionate e motivate le riflessioni di coloro che sono contrari rispetto agli interventi poco educati e spesso aggressivi dei favorevoli; pare che noi contrari non abbiamo nemmeno diritto di esprimere il nostro parere, se abbiamo timori più che fondati a quanto pare ci dovremo convivere, non siamo certo noi contrari che mettiamo a repentaglio salute e sicurezza alimentare e ciò che rimane degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi, anzi siamo proprio coloro che ne subiranno maggiormente le conseguenze, ma c'è chi ritiene di poterci insultare e sbeffeggiare: peccato che non mettano bene in evidenza i loro estremi identificativi restando solo mezze figure!
Chissà, forse sono i medesimi ( o i loro discendenti ) di quelli che qualche decennio fa ridevano dei nascenti movimenti ambientalisti o delle associazioni naturalistiche (che malgrado tutto sono vive e vegete e continuano a fare informazione, l'unico modo per rispondere ai presuntuosi incompetenti), ma che ora non hanno più quella gran voglia di ridere, ma non hanno nemmeno perso la capacità di sbagliare, di sottovalutare i rischi e di arrogarsi il diritto di prendere le decisioni (sbagliate) o di nascosto, o per forza: sul nucleare, sulle grandi opere, ora sull'agricoltura e quant'altro vada a discapito dell'ambiente. Complimenti.
Chissà, forse sono i medesimi ( o i loro discendenti ) di quelli che qualche decennio fa ridevano dei nascenti movimenti ambientalisti o delle associazioni naturalistiche (che malgrado tutto sono vive e vegete e continuano a fare informazione, l'unico modo per rispondere ai presuntuosi incompetenti), ma che ora non hanno più quella gran voglia di ridere, ma non hanno nemmeno perso la capacità di sbagliare, di sottovalutare i rischi e di arrogarsi il diritto di prendere le decisioni (sbagliate) o di nascosto, o per forza: sul nucleare, sulle grandi opere, ora sull'agricoltura e quant'altro vada a discapito dell'ambiente. Complimenti.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
Re: OGM
Secondo me bisogna prepararsi per un referendum, leggete l'articolo di oggi del Corriere:
I GIUDICI AMMINISTRATIVI ACCOLGONO IL RICORSO DEL VICEPRESIDENTE DI FUTURAGRA
Via libera al primo campo di mais ogm
Decisione del Consiglio di Stato. Zaia: resto contrario. Petrini: meglio un referendum
MILANO - Il mais Ogm può essere coltivato in Italia. Subito, senza bisogno di attendere altre norme. Con questa clamorosa sentenza, il Consiglio di Stato, cioè il più alto organo della giustizia amministrativa, stravolge il percorso istituzionale sull’apertura ai semi biotech.
Solo la settimana scorsa, il 21 gennaio, la Conferenza Stato-Regioni aveva deciso di rinviare l’approvazione delle «linee guida per la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate». Nessuno ancora sapeva che due giorni prima, il 19 gennaio, i giudici avevano accolto il ricorso di Silvano Dalla Libera, agricoltore e vice presidente di Futuragra, un’associazione di 500 proprietari terrieri pro Ogm. A questo punto il quadro giuridico rischia di diventare, se è possibile, ancora più confuso. Da una parte il dispositivo del Consiglio di Stato è chiaro: il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha novanta giorni di tempo per concedere a Silvano Dalla Libera (e poi a tutti quelli che vorranno) l’autorizzazione a seminare i terreni, scegliendo tra le sementi di mais (e sono decine) già approvate dall’Unione europea.
Dall’altra parte Luca Zaia, titolare del suddetto ministero, afferma in una nota che «il procedimento in questione è connesso a un iter normato dal decreto legislativo 212/2001 che stabilisce il previo parere di una Commissione tecnica la quale, non avendo a disposizione le prescrizioni tecniche sulla modalità di coltivazione delle colture Ogm ancora in corso di definizione, difficilmente esprimerà un parere positivo». Semplificando il ministro fa sapere che farà il possibile per vanificare la sentenza. Anche l’ex ministro Gianni Alemanno, oggi sindaco di Roma, autore della circolare alla base del contenzioso giudiziario, sostiene che «Zaia è in grado di produrre un nuovo atto» e dunque il Consiglio di Stato «non aprirà la strada agli Ogm».
Sull’altro fronte si vive l’atmosfera di una grande rivincita. Negli ultimi mesi i l bloccobiotech (con Confagricoltura in testa) è apparso piuttosto isolato di fronte a un vasto schieramento che va da Coldiretti alle associazione dei consumatori. La sentenza è già una bandiera per Futuragra. E il personaggio del giorno, il vicepresidente Dalla Libera, sta già preparando i trattori per trasformare parte dei suoi 25 ettari a Vivaro (Pordenone) in piantagioni di mais Ogm. «Abbiamo cominciato questa battaglia tre anni fa, con una richiesta collettiva firmata da circa 400 agricoltori, dal Friuli al Piemonte — dice Dalla Libera —. Tutti i ministri ci hanno detto di no, da Pecoraro Scanio ad Alemanno. E allora ho deciso di andare avanti con un ricorso individuale, prima al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato. Ci hanno dato ragione e adesso sono pronto. Aprile è il mese giusto per seminare ed è il termine entro il quale ci dovranno dare l’autorizzazione».
Il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, legge la sentenza anche in chiave politica: «Si sblocca così l’impasse che caratterizza la vicenda del nostro Paese. Sono anni, infatti, che non si provvede a disciplinare la materia rinviando il problema. Con un ostracismo ideologico che richiama quel "no" al nucleare che tanto è costato al sistema Paese». Il blocco anti-Ogm risponde sullo stesso piano.
La Coldiretti guidata da Sergio Marini prospetta addirittura la promozione di un referendum, «per difendere il sacrosanto diritto della stragrande maggioranza dei cittadini e degli agricoltori di mantenere i propri territori liberi dagli organismi geneticamente modificati». Un’idea che piace anche a Carlo Petrini, presidente di Slow Food Internazionale: «Questa sentenza è un altro tassello di una politica dei fatti compiuti. Ma non ci sono ancora sufficienti certezze per introdurre sul territorio italiano la coesistenza tra le colture biologiche e quelle biotech. Se le cose non cambiano si può anche pensare a costruire un comitato per un referendum». Le associazioni sono in allerta. La Vas (Verdi ambiente e Società) propone un ricorso in Cassazione. Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, chiede, come Alemanno, l’intervento di Zaia: «Basta un semplice pronunciamento del ministro per chiudere questa brutta pagina».
Giuseppe Sarcina
30 gennaio 2010
I GIUDICI AMMINISTRATIVI ACCOLGONO IL RICORSO DEL VICEPRESIDENTE DI FUTURAGRA
Via libera al primo campo di mais ogm
Decisione del Consiglio di Stato. Zaia: resto contrario. Petrini: meglio un referendum
MILANO - Il mais Ogm può essere coltivato in Italia. Subito, senza bisogno di attendere altre norme. Con questa clamorosa sentenza, il Consiglio di Stato, cioè il più alto organo della giustizia amministrativa, stravolge il percorso istituzionale sull’apertura ai semi biotech.
Solo la settimana scorsa, il 21 gennaio, la Conferenza Stato-Regioni aveva deciso di rinviare l’approvazione delle «linee guida per la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate». Nessuno ancora sapeva che due giorni prima, il 19 gennaio, i giudici avevano accolto il ricorso di Silvano Dalla Libera, agricoltore e vice presidente di Futuragra, un’associazione di 500 proprietari terrieri pro Ogm. A questo punto il quadro giuridico rischia di diventare, se è possibile, ancora più confuso. Da una parte il dispositivo del Consiglio di Stato è chiaro: il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha novanta giorni di tempo per concedere a Silvano Dalla Libera (e poi a tutti quelli che vorranno) l’autorizzazione a seminare i terreni, scegliendo tra le sementi di mais (e sono decine) già approvate dall’Unione europea.
Dall’altra parte Luca Zaia, titolare del suddetto ministero, afferma in una nota che «il procedimento in questione è connesso a un iter normato dal decreto legislativo 212/2001 che stabilisce il previo parere di una Commissione tecnica la quale, non avendo a disposizione le prescrizioni tecniche sulla modalità di coltivazione delle colture Ogm ancora in corso di definizione, difficilmente esprimerà un parere positivo». Semplificando il ministro fa sapere che farà il possibile per vanificare la sentenza. Anche l’ex ministro Gianni Alemanno, oggi sindaco di Roma, autore della circolare alla base del contenzioso giudiziario, sostiene che «Zaia è in grado di produrre un nuovo atto» e dunque il Consiglio di Stato «non aprirà la strada agli Ogm».
Sull’altro fronte si vive l’atmosfera di una grande rivincita. Negli ultimi mesi i l bloccobiotech (con Confagricoltura in testa) è apparso piuttosto isolato di fronte a un vasto schieramento che va da Coldiretti alle associazione dei consumatori. La sentenza è già una bandiera per Futuragra. E il personaggio del giorno, il vicepresidente Dalla Libera, sta già preparando i trattori per trasformare parte dei suoi 25 ettari a Vivaro (Pordenone) in piantagioni di mais Ogm. «Abbiamo cominciato questa battaglia tre anni fa, con una richiesta collettiva firmata da circa 400 agricoltori, dal Friuli al Piemonte — dice Dalla Libera —. Tutti i ministri ci hanno detto di no, da Pecoraro Scanio ad Alemanno. E allora ho deciso di andare avanti con un ricorso individuale, prima al Tar del Lazio e poi al Consiglio di Stato. Ci hanno dato ragione e adesso sono pronto. Aprile è il mese giusto per seminare ed è il termine entro il quale ci dovranno dare l’autorizzazione».
Il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, legge la sentenza anche in chiave politica: «Si sblocca così l’impasse che caratterizza la vicenda del nostro Paese. Sono anni, infatti, che non si provvede a disciplinare la materia rinviando il problema. Con un ostracismo ideologico che richiama quel "no" al nucleare che tanto è costato al sistema Paese». Il blocco anti-Ogm risponde sullo stesso piano.
La Coldiretti guidata da Sergio Marini prospetta addirittura la promozione di un referendum, «per difendere il sacrosanto diritto della stragrande maggioranza dei cittadini e degli agricoltori di mantenere i propri territori liberi dagli organismi geneticamente modificati». Un’idea che piace anche a Carlo Petrini, presidente di Slow Food Internazionale: «Questa sentenza è un altro tassello di una politica dei fatti compiuti. Ma non ci sono ancora sufficienti certezze per introdurre sul territorio italiano la coesistenza tra le colture biologiche e quelle biotech. Se le cose non cambiano si può anche pensare a costruire un comitato per un referendum». Le associazioni sono in allerta. La Vas (Verdi ambiente e Società) propone un ricorso in Cassazione. Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, chiede, come Alemanno, l’intervento di Zaia: «Basta un semplice pronunciamento del ministro per chiudere questa brutta pagina».
Giuseppe Sarcina
30 gennaio 2010
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Re: OGM
Io non ne capisco né di burocrazia né di politica, ma mi chiedo che competenze possa avere il Consiglio di Stato su argomentazioni di carattere agrario visto che c'è già un Ministero preposto. Staremo a vedere come va a finire.
Mi chiedo anche dove abbiano trovato i soldi questi di Futuragra per imbastire una causa a così alto livello, e la risposta è fin troppo scontata. Certo dovessimo portarla avanti noi una causa del genere, ce lo possiamo scordare fin da principio; è qui che la gente di città dovrebbe intervenire a nostro sostegno morale, esprimendo la propria contrarietà agli OGM in difesa anche della salute propria e dell'ambiente.
Se ci siete, battete un colpo!
Mi chiedo anche dove abbiano trovato i soldi questi di Futuragra per imbastire una causa a così alto livello, e la risposta è fin troppo scontata. Certo dovessimo portarla avanti noi una causa del genere, ce lo possiamo scordare fin da principio; è qui che la gente di città dovrebbe intervenire a nostro sostegno morale, esprimendo la propria contrarietà agli OGM in difesa anche della salute propria e dell'ambiente.
Se ci siete, battete un colpo!
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
Re: OGM
Quello che posso agiungere è che sabato ad Ambiente Italia, la rubrica sulle emergenze ambientali di Rai 3, è stata affrontato proprio questo tema e la Coldiretti ha ribadito la possibilità, con toni piuttosto decisi, di arrivare ad un Referendum!Sarebbe auspicabile un intervento del Ministro anche perchè di emergenze nè abbiamo a sufficit!Comunque
è meglio prepararsi!
saluti
Carla
è meglio prepararsi!
saluti
Carla
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