Messaggioda riccardo de vivo » dom 16 ott 2011, 23:35
Cari Maurizio e Daniela condivido appieno il vostro sgomento e rabbia, perché la crudeltà ed ignoranza appartengono al lato oscuro dell'animo umano. Però titolo e sostanza dei vostro sdegno si indirizzano verso la categoria dei cacciatori, mentre palesemente gesti del genere non appartengono alla cultura venatoria, anzi ne sono piuttosto l'antitesi. Il pirata della strada guida un'auto, ma la gran parte delle persone con patente ha orrore di tale comportamento e si sentirebbe molto offesa dal sentirsi accomunare a simili delinquenti.
Nella mia vita ho conosciuto cacciatori volgari, ma anche alcune delle persone più sinceramente e profondamente amanti della Natura. Vorrei ricordare il compianto dottor Roberto Gatti, direttore della Scuola Italiana per i cani da traccia, una delle persone con più radicata cultura ambientalista che mai mi sia capitato di incontrare. Ed era cacciatore. Non mi pare accettabile accomunarlo in qualche modo a quei bastardi che bracconano con lacci e reti.
E' perfettamente lecito non condividere la caccia ma, in una società civile, anche i propri avversari vanno conosciuti, valutati e rispettati. Identificarli genericamente con il male assoluto, addebitare a un'intera categoria comportamenti di delinquenza che sono solo di alcuni, significa imboccare una strada di intolleranza e disprezzo che non conduce né alla verità né, penso, al conseguimento delle idee in cui si crede. Con immutata simpatia Riccardo