Beh, quand’è così…l’hai voluto tu!!
Così come il Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica (ICZN), a livello generale, è il Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica (ICBN), edito, mantenendolo aggiornato, da botanici provenienti da tutto il mondo che si riuniscono ogni 5 anni (decidendo eventuali variazioni), che regola come debbano venire dati i nomi dei vegetali e dei funghi.
Più in particolare, in questo ambito da sempre, nella nomenclatura botanica ma anche zoologica, è relativamente frequente il fatto che chi scopre un nuovo taxon (specie o sottospecie) – ed ha quindi l’onore di “battezzarlo” con un nome latino – scelga di dedicarla a qualcuno, spesso personalità del mondo scientifico e in particolare botanici, zoologi, naturalisti, esploratori, ecc., ; accade anche che ad una stessa personalità, magari da diversi studiosi, sia dedicato più di un taxon, come nel caso del botanico tedesco del XVI secolo L. Fuchs (che descrisse le orchidee in un ampio trattato dal titolo "Historia stirpium”) a cui sono stati dedicati ad esempio il Senecio fuchsii (Senecio di Fuchs) - che però secondo le recenti revisioni di nomenclatura si chiama Senecio ovatus -e la Dactylorhiza maculata fuchsii (Orchidea macchiata di Fuchs). Al botanico Antonio Bertoloni (1775-1869) sono state dedicati almeno 4 taxa, presenti nell’Appennino ligure-tosco-emiliano (Aquilegia bertolonii, Alyssum bertolonii, Arenaria bertolonii, Cirsium bertolonii). Chi descrive un nuovo taxon – uno o più studiosi

– oltre ad avere il gaudimento

di poter sceglierne il nome specifico o sottospecifico, ha l’onore – ma è una regola universale della nomenclatura scientifica – di essere citato, subito dopo il nome latino del taxon, col suo nome e/o cognome, per esteso o abbreviato, secondo quanto previsto da una “Lista delle abbreviazioni standard degli autori botanici” anch’essa (come il “Codice”) collegialmente e internazionalmente stabilita (cfr. “Index of Botanists”, Harvard University Herbaria).
Quando vi sono più descrittori i loro cognomi possono essere separati da un “ & “ oppure da un “ et “. Nel caso in cui uno studioso ha descritto per primo una specie che successivamente è stata rivista, meglio descritta-specificata-assegnata ad altro livello o altro genere (es. un taxon descritto come specie che diventa sottospecie, ecc.) si mette tra parentesi il primo descrittore seguito, fuori parentesi, dal successivo studioso che ha operato, motivatamente, il cambiamento.
Alle Orchidee sono dedicate, in Italia e all’estero, diverse opere con differente impostazione; per non dilungarmi troppo ti segnalo: De Martino, E., Marconi, G., & Centurione, N., 2000, “Orchidee spontanee dell’Emilia-Romagna. Guida fotografica al riconoscimento” , Ed. Calderini-Edagricole.
....ma dove ti porterà ancora la tua insaziabile sete di sapere...?
