IL TACCUINO DEL NATURALISTA

Le primissime colline appena sopra Fidenza non sono posto da Orchidee, troppa agricoltura intensiva, troppo azoto nel terreno. Quest'anno a metà aprile, passeggiando per carraie, in un prato stabile un po' magrolino a 130 m di altitudine, noto con sorpresa due Anacamptis morio. Questa specie da noi è molto comune e in genere non la si fotografa, ma qui invece una foto la scattai, per testimoniare un evento che mi pareva inconsueto. Ieri mi trovavo di nuovo nello stesso identico posto e, da oltre quindici metri, vedo la sagoma inconfondibile di una Serapias neglecta che, con sussiegosa noncuranza attendeva il tributo di ammirazione che le spettava. Le Orchidee sono assolutamente come le donne, consapevoli di elargire una bellezza che deve essere riverita. E questa S. neglecta era davvero bella, in pieno fiore e rigoglio.

Finiti i riti fotografici, mi alzo in piedi, giro la testa e appena più in là vedo altre due Serapias, questa volta sono due S. vomeracea, parecchio alte e con un solo fiore aperto. Foto veloce, ma sono distolto da voci in avvicinamento. Lascio velocemente le Orchidee, perché l'esperienza mi ha insegnato che le loro probabilità di sopravvivenza aumentano notevolmente se sono ignorate dai viandanti.

Al ritorno dalla passeggiata, naturalmente, esploro meglio il praticello, che per altro non è molto esteso. A cinquanta metri da S. neglecta noto una macchia violetto-rossiccia, che sinceramente non ho inquadrato immediatamente, perché il cervello stenta a interpretare ciò che non ci si può aspettare. A un tiro di schioppo dal mio paese, in una campagna in cui non avevo mai visto in vita mia manco una rosetta di Orchidacea, pensereste mai di poter trovare, al 30 aprile, due Anacamptis laxiflora in pieno fiore? Eppure è quello che mi è accaduto ieri, a conferma che la Natura è maestra nel sorprenderci e rallegrarci con la sua capacità di vita. Un saluto a tutti, Riccardo

Che bottino e che praticello!
Luigi