Quercus crenata
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Quercus crenata
Chiedo cortesemente se qualcuno conosce in provincia di Parma stazioni di Quercus crenata comunemente chiamata Cerro-sughera. Grazie Enrico Ponzi
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Re: Quercus crenata
Ciao. Ce ne sono numerose stazioni sparse quà e là nella media montagna e soprattutto nella Valtaro; normalmente sono singoli esemplari, raramente piccoli gruppi di 2/3 individui; ce n'è anche una monumentale a Cavignaga di Bedonia che ancora non è stata segnalata sul Taccuino! (io non ho una foto decente).
P.s.: dimenticavo che ne ho segnalata una io stesso sul Taccuino sotto il nome Quercus x pseudosuber.
P.s.: dimenticavo che ne ho segnalata una io stesso sul Taccuino sotto il nome Quercus x pseudosuber.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
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Re: Quercus crenata
ti ringrazio, appena possibile vedrò di fotografare quella di Gavignaga di Bedonia ciao
Enrico
Enrico
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Re: Quercus crenata
La Quercus crenata è la stessa che x pseudo-suber? Quand'è che l'hanno ribattezzata?
I testi dicono che non è più considerata un ibrido tra cerro e sughera, dato che le due specie non convivono, almeno nei tempi recenti. Ci sono prove scientifiche?
Ho letto anche che la specie è [i]autosterile[i] e che si ibrida con il cerro. Qualcuno mi può spiegare per bene cosa significa? Sicuramente sbaglio pensando che allora non è una specie a sé, ma un ibrido e che, già data per molto rara, va a sparire col tempo.
Ho trovato citazioni della sua presenza in Lombardia, Piemonte, Trentino, nell'Appennino bolognese e reggiano, sempre come rarità, ma non nel parmense, anche se sappiamo per certo che c'è e forse non è poi così rara. O è così anche da noi?
Ha qualche pregio, oltre quello di essere quasi sempreverde? Ha esigenze particolari (terreno, umidità...)
Domanda per il vivaista, che la riproduce da seme: sappiamo sempre che cosa ne esce? è abbastanza fitta? è "domabile"? si potrebbe usare per una siepe (tipo il carpino, per intendersi)?
Grazie,
Daniela delle mille domande
I testi dicono che non è più considerata un ibrido tra cerro e sughera, dato che le due specie non convivono, almeno nei tempi recenti. Ci sono prove scientifiche?
Ho letto anche che la specie è [i]autosterile[i] e che si ibrida con il cerro. Qualcuno mi può spiegare per bene cosa significa? Sicuramente sbaglio pensando che allora non è una specie a sé, ma un ibrido e che, già data per molto rara, va a sparire col tempo.
Ho trovato citazioni della sua presenza in Lombardia, Piemonte, Trentino, nell'Appennino bolognese e reggiano, sempre come rarità, ma non nel parmense, anche se sappiamo per certo che c'è e forse non è poi così rara. O è così anche da noi?
Ha qualche pregio, oltre quello di essere quasi sempreverde? Ha esigenze particolari (terreno, umidità...)
Domanda per il vivaista, che la riproduce da seme: sappiamo sempre che cosa ne esce? è abbastanza fitta? è "domabile"? si potrebbe usare per una siepe (tipo il carpino, per intendersi)?
Grazie,
Daniela delle mille domande
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Re: Quercus crenata
Non mi sbilancio su questioni tassonomiche; su quelle genetiche dico solo che sono d'accordo sul fatto che si tratti di un ibrido vero e proprio molto variabile nelle forme e nei caratteri.
Esistono in provincia di Parma alcune piante che vanno abbastanza regolarmente a seme, in concomitanza con le abbondanti fruttificazioni del cerro; raccogliendo e seminando queste ghiande si ottiene una progenie alquanto disomogenea con piantine che già durante il primo anno di vita evidenziano i seguenti caratteri:
- individui non distinguibili dal cerro ma spesso più slanciati,
- individui simili alla pianta madre spesso con tendenza ad accestimento,
- individui simili alla sughera con tendenza a tenere le foglie anche per due anni,
- individui con caratteri intermedi tra quelli sopraelencati,
- tutta quanta la progenie dimostra di essere sensibile al gelo nella coltivazione in vaso, mentre il cerro è decisamente la più resistente al gelo tra le querce.
La specie si trova bene su terreni subacidi ben drenati, in esposizioni assolate, e in zone a clima mite con precipitazioni regolari e abbondanti non troppo spesso nevose durante l'inverno; in effetti in provincia è presente tra (500) 800/1000 mslm soprattutto nella fascia adiacente al crinale e soprattutto in Val Taro.
La specie non è adatta alla formazione di siepi come i giardinieri usano fare col Carpinus betulus ( e nemmeno il Carpino, maestoso albero, lo è
); si può mettere sia come singolo albero, che come gruppo o schiera, in situazione compatibili con le suddette caratterisiche vegetative e rispettandone la forma libera
.
Forse ho un'immagine dei semenzali ottenuti in vivaio; spero di trovarla e poi la metto.
Esistono in provincia di Parma alcune piante che vanno abbastanza regolarmente a seme, in concomitanza con le abbondanti fruttificazioni del cerro; raccogliendo e seminando queste ghiande si ottiene una progenie alquanto disomogenea con piantine che già durante il primo anno di vita evidenziano i seguenti caratteri:
- individui non distinguibili dal cerro ma spesso più slanciati,
- individui simili alla pianta madre spesso con tendenza ad accestimento,
- individui simili alla sughera con tendenza a tenere le foglie anche per due anni,
- individui con caratteri intermedi tra quelli sopraelencati,
- tutta quanta la progenie dimostra di essere sensibile al gelo nella coltivazione in vaso, mentre il cerro è decisamente la più resistente al gelo tra le querce.
La specie si trova bene su terreni subacidi ben drenati, in esposizioni assolate, e in zone a clima mite con precipitazioni regolari e abbondanti non troppo spesso nevose durante l'inverno; in effetti in provincia è presente tra (500) 800/1000 mslm soprattutto nella fascia adiacente al crinale e soprattutto in Val Taro.
La specie non è adatta alla formazione di siepi come i giardinieri usano fare col Carpinus betulus ( e nemmeno il Carpino, maestoso albero, lo è


Forse ho un'immagine dei semenzali ottenuti in vivaio; spero di trovarla e poi la metto.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
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Re: Quercus crenata
Ho scattato questa foto ieri; sono piccole cerrosughere in vaso, e osservando bene si notano quelle già completamente spoglie del fogliame e alcune altre con foglie verde opache; tra queste ultime quella più evidente (al centro in basso nell'immagine), è un individuo che somiglia molto ad una sughera e tende ad essere un sempreverde (ripeto:non è né l'una né l'altro).
Nel precedente intervento ho dimenticato di dire che la cerrosughera è priva di ogni qualità che la renda utile all'uomo salvo un valore ornamentale sicuramente inferiore al suo grande valore naturalistico.
Nel precedente intervento ho dimenticato di dire che la cerrosughera è priva di ogni qualità che la renda utile all'uomo salvo un valore ornamentale sicuramente inferiore al suo grande valore naturalistico.
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- Qu x Pse vivaio.jpg (94.97 KiB) Visto 8718 volte
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
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Re: Quercus crenata
Su Quercus crenata Lam. esiste un lavoro recente (2005) ma di non facile reperibilità, intitolato "A morphometric study of the Quercus crenata species complex" a firma G. Cristofolini e S. Crema; in questo studio vengono distinti due morfotipi: uno settentrionale (Francia, regioni del Nord Italia e Appennino Settentrionale) e uno meridionale (Penisola italiana e Sicilia). Il morfotipo settentrionale rappresenterebbe la vera Quercus crenata Lam., ibrido fissato tra Quercus cerris L. e Quercus suber L., originatosi in epoca sicuramente post-glaciale, ma comunque non recente. Il secondo morfotipo (presente dalla Maremma verso Sud) sarebbe invece l'ibrido vero e proprio tra cerro e sughera e il nome, per esso ritenuto valido, sarebbe Quercus x pseudosuber Santi. Quindi secondo Cristofolini e Crema Quercus crenata Lam. e Quercus x pseudosuber Santi non si dovrebbero considerare sinonimi.
Ciao
Umberto
Ciao
Umberto
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Re: Quercus crenata
Le piante che producono seme valido da me conosciute in provincia di Parma sono solo tre: una a Graiana, una a Grammatica e quella monumentale di Cavignaga; correggimi se sbaglio, ma se un ibrido è fissato, significa che la sua progenie è omogenea e del tutto simile alla pianta madre, come ad esempio accade per Malus florentina Zuccagni, se invece la progenie come ho già detto è molto variabile, l'ibrido è vero e proprio; per quello che ho potuto osservare riproducendo accuratamente questi semenzali quindi debbo affermare che gli studi fatti da Cristofolini e Crema non trovano riscontro nella realtà, almeno per quanto riguarda la provincia di Parma.
Ciao, Enrico.
Ciao, Enrico.
nadia ed enrico, www.florautoctona.com
Re: Quercus crenata
Buongiorno Enrico,
mi interesserebbe porgerti alcune domande tecniche sulla Cerrosughera, considerata la tua esperienza in materia vivaistica.
In particolare:
1) quali sono le percentuali medie di germinazione
2) se i semenzali di cerrosughera mostrino sensibilità o meno al gelo in maniera indifferenziata o se invece vi siano individui meno sensibili (più simili al cerro) e individui più sensibili (più simili alla sughera)
3) se la disomogeneità a cui ti riferisci è relativa a seme proveniente da un unico individuo o no
4) se hai notizie di cerrosughere individuate a quote superiori a 1000 m slm
Ti ringrazio
Silvio
mi interesserebbe porgerti alcune domande tecniche sulla Cerrosughera, considerata la tua esperienza in materia vivaistica.
In particolare:
1) quali sono le percentuali medie di germinazione
2) se i semenzali di cerrosughera mostrino sensibilità o meno al gelo in maniera indifferenziata o se invece vi siano individui meno sensibili (più simili al cerro) e individui più sensibili (più simili alla sughera)
3) se la disomogeneità a cui ti riferisci è relativa a seme proveniente da un unico individuo o no
4) se hai notizie di cerrosughere individuate a quote superiori a 1000 m slm
Ti ringrazio
Silvio
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Re: Quercus crenata
Ciao Silvio e benvenuto nel sito; rispondo alle tue domande con ordine:
1) Le percentuali sono discrete, e dipendono soprattutto dalla buona qualità del seme e dalla sua corretta conservazione; non so se è un caso, ma le poche piante che conosco in grado di ben fruttificare producono acheni medio grossi, più grandi delle dimensioni medie del cerro e quindi un pò più noiosi da conservare.
2)La sensazione è che la sensibilità al gelo per le giovani piante in vaso sia marcata, indifferentemente per tutte; rispetto al cerro che in vaso è resistente la differenza è notevole; la roverella ad esempio è già più sensibile, ma non tanto quanto la cerrosughera.
3)La disomogeneità è riferita a seme di un solo individuo, uno dei due di Graiana di Corniglio, ma precedentemente anche ad altri 2 individui raccolti separatamente.
4) l'unica che conosco in Val Baganza, al M.Ballatore (Berceto), si trova proprio qualche metro sopra ai mille in un versante meridionale.
1) Le percentuali sono discrete, e dipendono soprattutto dalla buona qualità del seme e dalla sua corretta conservazione; non so se è un caso, ma le poche piante che conosco in grado di ben fruttificare producono acheni medio grossi, più grandi delle dimensioni medie del cerro e quindi un pò più noiosi da conservare.
2)La sensazione è che la sensibilità al gelo per le giovani piante in vaso sia marcata, indifferentemente per tutte; rispetto al cerro che in vaso è resistente la differenza è notevole; la roverella ad esempio è già più sensibile, ma non tanto quanto la cerrosughera.
3)La disomogeneità è riferita a seme di un solo individuo, uno dei due di Graiana di Corniglio, ma precedentemente anche ad altri 2 individui raccolti separatamente.
4) l'unica che conosco in Val Baganza, al M.Ballatore (Berceto), si trova proprio qualche metro sopra ai mille in un versante meridionale.
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